Governo
Al ballottaggio del 9 giugno scelgo una Livorno aperta, libera e civile
Livorno è in attesa del ballottaggio di domenica prossima per la carica di sindaco tra Luca Salvetti e Andrea Romiti. Io ho seguito con alcuni articoli tutta la fase fino al primo turno, come candidato per la lista civica Futuro! a sostegno di Luca Salvetti. Dalla domenica del primo turno a oggi si sono susseguite molte cose a livello di cronaca politica locale. E devo ammettere, in questi giorni, di non essere riuscito a mettere a fuoco qualcosa che fosse di spunto per raccontare come si stesse vivendo in città l’attesa del ballottaggio, e non perché di fatti non ce ne fossero, ma probabilmente perché ce ne sono stati troppi. Nel frattempo a livello nazionale abbiamo tutti assistito al periodo post-voto delle Europee, che hanno visto la consacrazione della Lega un po’ ovunque, tranne che in Toscana e in alcune regioni del sud, come primo partito. E nel Carroccio si sta ragionando su come poter capitalizzare a breve questo risultato.
Il leader della Lega vorrebbe unire i partiti euroscettici a livello di Parlamento europeo. Il rischio di simile mossa però è di rimanere isolati a livello nazionale specialmente sul fronte dei conti pubblici, perché il rigore di bilancio è ormai un mantra per tutti, e solo la Lega e il suo segretario sembrano pensarla diversamente. E anche il premier ungherese Viktor Orbán sembra aderire a un simile mantra, perché il suo paese non ha ancora dimenticato la crisi finanziaria del 2008, quando l’Ungheria fu costretta a chiedere un prestito miliardario al Fondo Monetario Internazionale. Questo atteggiamento proiettatelo a livello locale, per esempio a Livorno, nella città in cui stiamo aspettando i risultati del prossimo ballottaggio, perché questa forma di isolamento che è frutto delle politiche della Lega è patrimonio delle destre e non della sinistra. E sicuramente è patrimonio di un partito che si ispira, dal livello nazionale in giù, a forme di sovranismo.
E allora ecco lo spunto che cercavo per raccontare il prossimo ballottaggio di Livorno: lo scontro che ci aspetta domenica prossima nelle urne è tra apertura e chiusura, tra progresso e sopravvivenza, tra futuro e passato. E la sfida tra questi opposti passa necessariamente dalla capacità di ascolto del territorio, e salto indietro di qualche settimana, quando sul quotidiano locale della mia città venne fuori il grido d’allarme dei commercianti di una zona alla periferia di Livorno che lamentavano che sarebbero rimasti praticamente isolati per alcuni mesi perché il Comune doveva effettuare alcuni lavori a livello di viabilità nella loro zona. Luca Salvetti, che ripeto per l’ennesima volta è anche il mio candidato sindaco, stamani è uscito con una bozza di delibera che potrebbe essere uno dei primi atti della sua Giunta, nel caso vincesse, e che allestisce una viabilità alternativa per quella zona della città, e consente ai commercianti di poter vivere tranquilli, e comunque i lavori di ripristino stradale che devono essere fatti.
Luca Salvetti sta presentando alla cittadinanza in questi giorni sei bozze di delibera, sei risposte pratiche a problemi patrici. Una è quella a cui ho appena accennato. Sono il frutto di un percorso di ascolto che ha fatto in questi tre mesi di campagna elettorale. Questioni emerse da una città che ha solamente voglia di ricominciare un’altra storia, con un passo diverso rispetto a quello che ha avuto fino a oggi. Luca Salvetti è un candidato civico, sostenuto da Futuro, PD, MDP e Casa Livorno, che tiene sempre a sottolineare la sua diversità rispetto ad altri candidati di partito, e tiene a sottolineare che “sceglierà la sua squadra soltanto in base a criteri di merito, per garantire a Livorno un’amministrazione motivata e competente per dare inizio al percorso che dovrà dotare la città di luoghi di partecipazione democratica che colmino il vuoto lasciato dalle circoscrizioni senza riproporne i difetti, dedicando maggiore attenzione all’integrazione delle aree periferiche”. Partecipazione, integrazione e lotta all’isolamento delle periferie, sono valori che si iscrivono pianamente della tradizione della sinistra. E allora un candidato così, per una Livorno aperta, libera e civile, io lo voto.
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