Giustizia
Vorrei dire a Marta Cartabia
Si sta profilando in queste ore una storica riforma della Giustizia, “la riforma Cartabia” che dovrebbe mettere in soffitta le scempiaggini di Bonafede ed il suo populismo giudiziario.
Speriamo che abbia questi capisaldi:
1- Che un pubblico ministero indaghi su prove collaudate e non su sospetti. Che richieda rinvio a giudizio solo se la sua indagine sia sorretta da riscontri oggettivi e dopo aver sentito le ragioni dell’indagato compiutamente, come faceva un giudice che si chiamava Giovanni Falcone.
2- Che vi sia una separazione tra la funzione requirente e giudicante nelle carriere dei magistrati;
3- Che si ponga fine al sistema “delle porte girevoli”. Se il magistrato ha scelto la carriera politica non può più rientrare a ricoprire vecchi ruoli, non sarebbe imparziale.
4- Che i processi siano ragionevolmente brevi e non un ludibrio o un massacro mediatico per un imputato che possa poi vedersi assolto.
5- Che la prescrizione sia un diritto dell’imputato, perché non si può aspettare a vita di essere processati.
6-Che la pena non sia una vendetta dello Stato, ma che abbia una funzione rieducativa.
7- Che si ponga mano ad una seria riforma carceraria ed il carcere non sia una palestra per formare delinquenti e sia più umano per quei poveri derelitti.
8-Che sia ragionevole il tempo dei processi civili spediti per i creditori, ma non un martirio per i debitori.
9- Che i debitori che hanno onorato solo in parte le loro pendenze, siano esdebitati d’ufficio con cancellazione immediata dalla centrale rischi delle Banche e dalla CRIF.
10- Che le esecuzioni immobiliari non diventino un processo di saccheggio contro il debitore, che possa far sentire le sue ragioni davanti ad un giudice terzo, diverso da quello che sovrintende all’esecuzione.
11- Che il fallito sia sempre sentito nel seno della procedura fallimentare e sia parte nei processi di accertamento dello stato passivo.
12- Che sia difesa e mantenuta la “legge Bramini” e si persegua l’equo apprezzamento tra creditore e debitore. Che le aste, ove vengono venduti beni immobili di debitori esecutati, siano condotte non per facoltà ma per legge a prezzo di mercato e si indaghi sulla provenienza del denaro con adeguate verifiche.
13- Che i Magistrati che sbagliano non facciano più carriera e rispondano dei propri errori.
Affinché Atena e Dike possano illuminare le menti degli operatori della Giustizia.
Questo vorrei dire a Cartabia.
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