Giustizia

Vola la pagina Fb dove sfilano gli orrori della moda nei Tribunali

8 Aprile 2016

Quasi diecimila fan su Facebook, tantissimi avvocati e magistrati, gente che va e viene dal variegato modo della giustizia. “Avvochic & choc, ovvero la moda nei tribunali” è il rifugio goliardico preferito da chi bazzica i Tribunali, una strepitosa vetrina  dei costumi della giustizia, lo specchio bizzarro di chi siamo.  Dietro c’è un gruppo di avvocati napoletani che ama ridere. “Il 18 giugno compiamo un anno – racconta al telefono il penalista Claudio Di Meglio – l’idea della pagina è stata del collega Agostino La Rana, appassionato osservatore di abbigliamenti.  Accettiamo le iscrizioni solo di chi in qualche modo è legato al mondo della giustizia. Tutti gli iscritti possono mandare le foto che immortalano le mise più curiose”. Bisogna solo rispettare le regole tassative di non mostrare il volto o altri dettagli che possano rendere riconoscibile il modello/a e indicare l’ufficio giudiziario in cui ha sfilato il fotografato.

croq

Chiediamo a Claudio una hit delle immagini più spassose. “L’anno scorso a Napoli venne imposto il divieto per gli avvocati di entrare in bermuda. E allora tanti miei colleghi prima di entrare in Tribunale andavano a comprarsi dei leggins da mettere sotto il calzoni corti, con effetti esilaranti. Ma arriva di tutto, da tutta Italia: avvocati con le croques, donne ottantenni in carne che fanno intravvedere la lingerie, testimoni con gli zoccoli, gente in abiti tigrati. Ogni settimana, sulla base dei ‘mi piace’ eleggiamo la più bella della settimana”.

C’è qualcuno degli iscritti che ama guardare senza partecipare: “Sono i magistrati che non scattano foto ma ci dimostrano grande autoironia e spirito critico verso la loro categoria. Qualcuno dei fotografati invece non gradisce e si lamenta per essere finito nell’obbiettivo. Ma noi siamo qui per divertirci, senza voler criticare nessuno e neppure abbiamo intenzione di guadagnare sulla popolarità della pagina. Però un sogno ce l’abbiamo: organizzare un corso di formazione sul dress code per chi entra in un Palazzo di Giustizia”. (manuela d’alessandro)

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