Giustizia

Una speranza per le famiglie delle persone scomparse

15 Settembre 2019

A dodici anni dalla costituzione dell’Ufficio del Commissario straordinario e dopo l’avvicendamento di sei Prefetti che hanno avuto l’incarico di rivestire  questo importante ruolo riguardante il fenomeno delle persone scomparse, è stato finalmente creato  un nuovo organismo di coordinamento tra le varie associazioni che nel passare degli anni hanno arricchito le funzioni del Commissario Straordinario con la costituzione della Consulta nazionale delle associazioni che operano per la ricerca degli scomparsi.

Quando nel lontano 2007 Il primo commissario straordinario Prefetto Rino Monaco ha dato vita e concretezza all’Ufficio Nazionale il numero degli scomparsi era molto alto, mentre le associazioni che prestavano il loro contributo per questo fenomeno erano pochissime, forse due o tre e in modo particolare la più specifica era la federazione di Penelope che rappresentava le famiglie degli scomparsi con comitati territoriali presenti in quasi tutte le regioni del nostro Paese. La dott.ssa Maria Gaia Pensieri  sociologa e criminologa Penelope Scomparsi Uniti, coordinerà il gruppo di lavoro sulla formazione degli operatori chiamati ad intervenire in caso di scomparsa, ha evidenziato il percorso storico e giuridico che ha interessato il fenomeno delle persone scomparse

–          “La proposta di legge per la ricerca delle persone scomparse iniziava il suo lungo e faticoso cammino nel Parlamento e solo dopo tre legislature e quasi sei anni di pressioni   presso le commissioni di Camera e Senato diventava Legge 203 nel dicembre del 2012. Questo strumento normativo è stato uno spartiacque nello studio del fenomeno e nel creare un cammino chiaro e definito per le famiglie che depositavano una denuncia di scomparsa, chiarendo il passaggio che ogni denuncia doveva essere accettata e non rimandata di 24-48 ore come purtroppo da prassi avveniva molto spesso, e che, di conseguenza, dovevano partire immediatamente le ricerche dello scomparso”.

Nel corso degli anni hanno offerto la loro collaborazione molte altre associazioni che, a vario titolo e con finalità diverse, hanno come impegno statutario quello di dare il loro contributo per la ricerca degli scomparsi. Ed è anche per questo motivo che era diventato urgente creare un organismo di collaborazione, dialogo e confronto tra le varie specificità espresse dal questo mondo associativo come l’istituzione della Consulta che il commissario Straordinario prefetto Giuliana Perrotta ha realizzato. Seconda riunione della Consulta nazionale delle associazioni dei familiari delle persone scomparse, oggi nella ricorrenza della scomparsa di Elisa Claps avvenuta nel 1993. L’obiettivo dell’organismo, nato il 22 maggio scorso e presieduto dal commissario Giuliana Perrotta, è quello di assicurare un confronto permanente tra le associazioni dei familiari degli scomparsi e l’ufficio del commissario straordinario del Governo per la gestione del fenomeno delle persone scomparse.

Seconda consulta Commissario Straordinario persone scomparse

Inizia così un percorso nuovo e innovativo al quale le associazioni tra le quali il progetto multidisciplinare Penelope (s)comparsi, Associazione Penelope Onlus, l’ Accademia di Scienze Forensi, hanno aderito con convinzione e passione perché sono convinte di poter dare un contributo di professioni e competenze portate dai nuovi soci che da anni dedicano tempo e passione a studi e analisi del fenomeno stesso.

La Dott. ssa Elisa Pozzatasca, portavoce di Penelope Scomparsi Uniti, è anche la coordinatrice del Tavolo della Consulta delle Associazioni presieduto dal Commissario Perrotta, a lei è assegnato anche il coordinamento della commissione sulle nuove proposte normative,  presidente Del progetto Penelope (s) scomparsi, ha ribadito durante la seconda consulta con il Prefetto Perrotta

–          “È nostra convinzione che l’esperienza acquisita in tutti questi anni, lo studio e l’approfondimento delle cause di scomparsa unite alla passione e al supporto delle famiglie nel loro doloroso percorso di ricerca, saranno di grande contributo al percorso che la Consulta farà negli anni futuri, in sinergia con tutte le altre associazioni che hanno aderito alla proposta. La consulta di giovedi 13 settembre,  dopo anni di attesa di uno strumento di questo genere che dobbiamo alla lungimiranza dell’attuale Prefetto, è entrata nel vivo dell’attività.

Dopo aver evidenziato le criticità che permangono sui vari aspetti che concernono la prevenzione e la ricerca delle persone scomparse, tutte le associazioni concordano unitamente all’ufficio del commissario, che il tavolo si muova affrontando le diverse problematiche da risolvere all’interno di commissioni tematiche.

I punti da portare avanti nei gruppi di lavoro riguardano:

·         Analisi della normativa e proposte di modifica;

·         politiche di contrasto al fenomeno ed attività di prevenzione e sensibilizzazione;

·         interventi di sostegno alle famiglie degli scomparsi;

·         focus sulle scomparse di persone ospiti di ospedali, case di cura e strutture socio-assistenziali;

·         formazione degli operatori;

·         focus sui minori.

Tutti aspetti importanti che necessitano di interventi proattivi per arrivare ad abbattere in modo significativo il numero delle persone che ogni giorno scompaiono e poter aumentare il numero di quelle rintracciate”.

Dott. Elisa Pozzatasca

Presente al tavolo della seconda consulta il Prof Pier Matteo BARONE geoarcheologo in rappresentenza  dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi presieduta dal. gen. dott. Luciano Garofano. Il Prof Barone  è intervenuto durante i lavori del Tavolo della Consulta delle Associazioni in merito agli aspetti tecnici da implementare durante la ricerca di dispersi/scomparsi. Di seguito le sue dichiarazioni

Prof Pier Matteo Barone

–          “La legislazione italiana sui dispersi/scomparsi esiste, ma manca di alcuni aspetti operativi che sono fondamentali per il successo delle indagini. Le Prefetture locali che si occupano dell’aggiornamento dei Piani Provinciali finalizzati alla definizione della struttura organizzativa, dei ruoli operativi e delle attività connesse alla ricerca, al fine di garantire la massima efficacia del dispositivo di soccorso, dovrebbero considerare seriamente l’inclusione strutturata di team con comprovata competenza nel campo dell’analisi territoriale e contare sul loro prezioso contributo. Cos’è un’analisi territoriale? Consiste nell’utilizzo di tecniche che vanno dalla macroscala alla microscala, identificando tutte le peculiarità e le informazioni utili alla ricerca, riducendo l’uso delle risorse umane, la possibilità di limitare i tempi di intervento e la capacità di operare in condizioni difficili e / o di pericolo per le squadre di soccorso. Queste tecniche, che sono alla portata di tutti oggigiorno, spaziano dalla geolocalizzazione e dal telerilevamento tramite GPS, foto satellitari o aeree o droni, processate secondo determinati criteri, al georadar, fino all’analisi autoptica e accurata di un’area ristretta e limitata sul terreno. Le forze dell’ordine possono sfruttare queste soluzioni accessibili, praticabili ed economicamente sostenibili che abbiano un’applicazione per le indagini forensi. Tutto questo è una parte essenziale di ciò che è chiamato geoscienze forense e che l’ENFSI (l’ente europeo di riferimento per tutte le scienze forensi) e l’EPE (Europol) hanno da tempo previsto nei loro protocolli di indagine come un elemento chiave per il ritrovamento di persone scomparse nelle primissime ora (si veda, ad esempio, il Best Practice Manual del gruppo di lavoro ENFSI, denominato Scene of Crime). Solo per ricordare a che punto è l’Italia a livello di tecnologie in merito alla ricerca di persone scomparse, l’Italia non applica la direttiva Ue, recepita nel 2009 sulla geolocalizzazione delle chiamate (Direttiva 2009/136/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009). Quindi, una corretta applicazione delle geoscienze forensi con adeguati team formati e professionali, unitamente all ’apporto della criminologia e della criminalistica congiuntamente alle forze dell’ordine, potrebbe dare un enorme contributo per migliorare lo stato dell’arte italiano sulle persone scomparse e permettere un adeguamento agli standard europei”. L’Accademia Italiana di Scienze Forensi farà parte della commissione sulle nuove proposte normative, della commissione sulla formazione degli operatori chiamati ad intervenire in caso di scomparsa e della commissione per le politiche di contrasto al fenomeno e alla prevenzione, nate a seguito del suddetto incontro con il Commissario straordinario”.

 

A sottolineare le difficoltà giuridiche relative alle indagini e all’ amministrazione dei diritti dei famigliari delle persone scomparse è stato l’ avvocato Gianfranco Piscitelli Presidente Penelope Sardegna Onlus

Dott.ssa Perrotta, Avv Piscitelli, Dott. Mignacca

Fabrizio Mignacca psicologo- psicoterapeuta delegato Associazione Penelope Sardegna Onlus ha fatto presente al prefetto Perrotta le difficoltà inerenti le prime informazioni raccolte in fase d’indagine in un caso di scomparsa e la necessità di elaborare un protocollo di ascolto e raccolta informazioni delle persone vicine al soggetto scomparso. La Consulta elaborerà le proprie proposte per migliorare la gestione delle attività di ricerca, attraverso la riunione di tavoli tematici divisi in sei temi: analisi della normativa e proposte di modifica; politiche di contrasto al fenomeno ed attività di prevenzione e sensibilizzazione; interventi di sostegno alle famiglie degli scomparsi; focus sulle scomparse di persone ospiti di ospedali, case di cura e strutture socio-assistenziali; formazione degli operatori e, infine, focus sui minori. Una collaborazione, quella della Consulta, molto importante: secondo i dati forniti dal Commissario, infatti, il fenomeno della scomparse di persone mostra di essere tutt’altro che recessivo.

 

 

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