Giustizia

Una settimana per essere riammessi al voto, vent’anni per un processo normale

17 Maggio 2016

Si fa presto a dire “populista”. Ci vuole un attimo. Ma, effettivamente, la tentazione viene, se si guardano le cose da un’altra angolatura. Tutti, pensando alla sentenza del Consiglio di Stato, che riammette la lista di Fratelli d’Italia a Milano e quella di Sinistra Italiana a Roma, valutano la vicenda in termini di ricaduta elettorale. Cosa succede adesso, che a Roma c’è Fassina? E cosa capita a Milano, ora che ricompaiono i Fratelli d’Italia di Riccardo De Corato. Vedremo, ma – scusate – è la cosa meno importante. Il peso della partecipazione delle liste lo decideranno gli elettori, che sono i giudici migliori. Per definizione.

Quel che preme, qui, è altro: tutt’altro. In una settimana scarsa, da quando è emerso un problema formale per le due liste nelle “due capitali” del paese, abbiamo avuto una sentenza del Tar (anzi due: Roma, per Sinistra Italiana, Milano per Fratelli d’Italia) che le escludeva, e una sentenza del Consiglio di Stato (storia di ieri) che le ammetteva. Primo grado e appello, in sette giorni, in attesa di nuovi colpi di scena.

Com’è possibile? Sono svampiti i giudici amministrativi dei Tar, o sono confusi quelli del Consiglio di Stato? O hanno ragione entrambi, mistero ennesimo, di un paese misterioso? E chi lo sa. Sta di fatto che in una settimana, quando si tratta delle liste presenti alle prossime amministrative, si ottengono due – non uno, due – gradi di giudizio. Che bellezza, che giustizia efficiente, che meravigliosa garanzia di un sistema giudiziario efficiente e che garantisce il diritto civile e politico fondamentale, quello al voto.

Però. Vallo a spiegare al parente della vittima del disastro ambientale che attende dieci, dodici, diciassette anni una sentenza di prescrizione del reato. Vallo a dire alla vittima di un crack. Spiegalo, soprattutto, all’innocente che sta in galera qualche anno (se gli va bene) prima di essere scagionato con una pacca sulla spalla.

Dillo a loro che il diritto elettorale di Sinistra Italiana e di Fratelli d’Italia e dei loro degnissimi elettori merita di più della loro vita. Diglielo a loro, che sono populisti.

 

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