Giustizia

Sciopero di 3 giorni degli avvocati penalisti contro l’inerzia del Governo

30 Marzo 2023
Una manifestazione di protesta indetta a Roma a seguito di un “immobilismo” del Parlamento e dell’Esecutivo stesso sui temi roventi della giustizia

 

 

Una agitazione profonda anima gli avvocati penalisti d’Italia, tanto da indurli ad indire uno sciopero di tre giorni per protestare contro l’inerzia del Governo e del Parlamento sui temi che più scottano riguardo alla giustizia.

Dunque, secondo quanto deliberato dalla giunta dell’Unione Camere penali, i penalisti si asterranno dalle udienze il 19, 20 e 21 aprile, e scenderanno in piazza a Roma organizzando una manifestazione di protesta, a causa dei pochi interventi concreti posti in essere per risolvere questioni di inefficienze ormai croniche relative al processo penale.

La giunta dell’Unione delle Camere penali, al cui vertice siede l’Avvocato Giandomenico Caiazza, ha proclamato l’astensione dalle udienze per una “sostanziale inerzia seguita “all’impegno”, assunto dal ministro della Giustizia Carlo Nordio “già a dicembre scorso e più volte ribadito, di istituzione di un tavolo di confronto tra avvocatura e magistratura sulle più urgenti necessità di interventi modificativi della recente riforma”. La finalità da perseguire è quella di sollecitare il Governo a trovare soluzione per le diverse “urgenze che esigono risposte serie, approfondite ma al tempo stesso rapide, con il pieno coinvolgimento della rappresentanza politica di avvocatura e magistratura”.

Secondo quanto si legge in una nota ufficiale, gli avvocati penalisti considerano “non più procrastinabile la urgente necessità di intervenire sulla norma che subordina l’ammissibilità della impugnazione della sentenza a una pretestuosa rinnovazione della elezione di domicilio e addirittura – in caso di imputato assente in primo grado – al conferimento di un nuovo mandato difensivo”. Una norma che evidenzia “l’ evidente intento di falcidiare soprattutto – come già sta accadendo quotidianamente nelle aule di giustizia – il diritto di appello nei processi con difensore di ufficio e dunque a carico dei soggetti socialmente più deboli e più difficilmente rintracciabili dal difensore”.

Così come appare “Non meno urgente”, secondo gli avvocati penalisti, “eliminare al più presto la asistematica novità della improcedibilità in grado di appello in luogo della prescrizione del reato” (lo stesso proposito già espresso anche in atti ufficiali dai partiti di maggioranza, che vogliono eliminare lo stop alla prescrizione dopo il primo grado). Ed è “indispensabile una immediata e costruttiva riflessione sulla cosiddetta udienza pre-dibattimentale nei giudizi con rito monocratico”: c’è il rischio di “una organizzazione dei processi che, esigendo magistrati necessariamente diversi da coloro che sarebbero poi chiamati a celebrare l’eventuale giudizio di merito, finisca per consegnare la gran parte delle decisioni alla magistratura non togata“.

Si preannuncia quindi, una possibile situazione di paralisi dei processi in quei giorni, con una astensione che coinvolgerà l’intero territorio nazionale, escluso il circondario di Avellino, che ha già risposto a tale disagio in precedenza.

Sempre in un  comunicato UCPI a firma del Presidente Gian Domenico Caiazza e del Segretario Avv. Eriberto Rosso, si apprende che“…i penalisti italiani ribadiscono senza riserve il proprio apprezzamento, la propria condivisione ed il proprio sostegno verso le idee riformiste del Ministro Carlo Nordio, ed alla figura di giurista ed intellettuale liberale quale egli certamente è, ma non possono più ignorare come quelle idee e quei propositi riformisti appaiono osteggiati ed interdetti dalla stessa maggioranza che dovrebbe sostenerli, come anche da una burocrazia ministeriale tradizionalmente incline ad assumere l’improprio ruolo di decisore politico che di fedele ed efficiente esecutore delle idee e della volontà politica del Ministro Guardasigilli…”.

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