Giustizia
Responsabilità civile dei magistrati: si cambia
Nella giornata di oggi, o al più tardi domani mattina, il Parlamento approverà la nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati, che sostituirà la ormai vetusta Legge Vassalli del 1988 considerata da molti inadeguata, considerando che in quasi trent’anni sono state solo 4 le condanne con cui l’ordine giudiziario ha risposto dei suoi errori.
Il sistema introdotto nel nostro ordinamento dalla Legge Vassalli prevedeva sostanzialmente pochissime fattispecie di responsabilità dei giudici, ed inoltre difficilmente dimostrabili in un processo: dolo o colpa grave del magistrato , ossia quando il giudice abbia violato volontariamente la legge o quando abbia commesso una negligenza inescusabile, e per diniego di giustizia, caso in cui il magistrato ometta di emanare un provvedimento a cui è tenuto, senza giustificato motivo.
Tale previgente disciplina introduceva inoltre una modalità di risarcimento mai esperibile direttamente nei confronti dei magistrati, bensì nei confronti dello Stato che poi, se lo riteneva, si sarebbe rivalso sul singolo giudice ma non oltre la quantità di un terzo del suo stipendio annuale. A rendere la rivalsa ancora più difficile era posto un filtro di legittimità, con cui la stessa magistratura poteva scremare liberamente tra le varie istanze dei cittadini che si ritenevano danneggiati ingiustamente dall’operato di un magistrato.
Ebbene, nel testo in votazione questa mattina alla Camera dei Deputati, le novità in materia sono sostanzialmente tre : l’abolizione del suddetto filtro di legittimità , l’introduzione come ulteriore fonte di responsabilità per i giudici del “travisamento del fatto e delle prove”, e l’obbligo per lo Stato di rivalersi sullo stipendio del magistrato, fino alla metà dello stesso, in caso di sentenza risarcitoria.
Si tratta dunque di un notevole passo in avanti sul piano della responsabilità degli organi giurisdizionali che arriva dopo anni di acceso dibattito tra gli organi parlamentari e le associazioni di magistrati, ed inoltre la nuova disciplina va a scongiurare il rischio di sanzioni da parte delle istituzioni europee a carico del nostro Paese, sul quale già pende una procedura di infrazione proprio a causa dell’inadeguatezza della disciplina introdotta dalla Legge Vassalli.
Tuttavia verso questa legge la magistratura è da mesi in stato di agitazione. Tutta l’Anm (Associazione Nazionale Magistrati) è critica sul testo, specie sull’abolizione del filtro di legittimità, mentre la corrente di Magistratura Democratica aveva sostenuto addirittura la linea dello sciopero, linea che però non ha avuto fortuna all’interno del comitato direttivo dell’Anm.
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