Giustizia

Rafforzata la tutela dei diritti umani in Europa

12 Aprile 2018

La Francia ha depositato il decimo strumento di ratifica del sedicesimo protocollo alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo facendone scattare l’entrata in vigore il 1° agosto di quest’anno in tutti i Paesi del Consiglio d’Europa che hanno già fatto altrettanto. Per quanto riguarda i vicini dell’Italia c’è per ora solo anche San Marino, essendo gli altri Stati ad aver depositato le ratifiche solo Finlandia, Albania, Armenia, Estonia, Lituania, Georgia, Slovenia, ed Ucraina. La nuova disciplina potrà però poi entrare in vigore anche nelle altre Nazioni aderenti alla Convenzione dopo un trimestre dalla firma e ratifica da parte loro.

Il Protocollo (https://www.coe.int/en/web/conventions/full-list/-/conventions/rms/0900001680084832) consentirà alle istanze giudiziarie superiori, espressamente designate dai Paesi membri firmatari, di sottoporre direttamente alla Corte di Strasburgo richieste di pareri su questioni di principio attinenti l’interpretazione od applicazione dei diritti e libertà previsti dalla Convenzione sui diritti dell’uomo che abbiano effetto su casi pendenti innanzi ai giudici nazionali. Il parere dato dalla Corte Europea di Strasburgo sarà motivato ma tuttavia non vincolante.

Il Presidente della Corte, Guido Raimondi, ha indicato la prossima entrata in vigore del Protocollo alla Convenzione come un “traguardo rilevante per la protezione dei diritti umani in Europa ed una sfida per la Corte”.

L’Italia lo ha firmato all’atto dell’apertura della procedura il 2 ottobre 2013 ma non ha ancora depositato lo strumento di ratifica così come pure non vi hanno proceduto Grecia, Olanda, Norvegia, Moldavia, Romania, Slovacchia e Turchia. D’altronde altri 29 Paesi tra cui Germania, Regno Unito e Federazione Russa e anche l’Unione Europea, quale Organizzazione Internazionale aderente al Consiglio d’Europa, non hanno neppure firmato il Protocollo.

Una tabella completa degli Stati firmatari è consultabile al link https://www.coe.int/en/web/conventions/full-list/-/conventions/treaty/214/signatures?p_auth=SjCbMEEd .

 

Si segnala sul fronte della tutela dei diritti umani in Europa anche un’importante decisione della Corte di Giustizia di Lussemburgo in tema di ricongiungimento familiare dei minori non accompagnati (protocollo Az. C-550/16). Nel decidere il caso di una ragazza dell’Eritrea che era entrata in Olanda a 17 anni ma si era vista rifiutare dalle autorità di potere essere raggiunta dal resto dei congiunti per avere conseguito nel frattempo la maggiore età, i giudici europei hanno dichiarato che la tutela particolare dovuta ai minori di ottenere il ricongiungimento familiare non decade se la domanda è presentata entro 3 mesi dal riconoscimento dello status di rifugiato anche se il minore nel frattempo sia diventato maggiorenne. La decisione non riguarda chi abbia ottenuto unicamente un permesso di soggiorno temporaneo e sia quindi solo persona tollerata sul territorio, nondimeno è un precedente vincolante per tutti i Paesi dell’Unione.

 

 

Immagine di copertina: Pixabay, https://pixabay.com/it/giustizia-a-destra-legale-avvocato-2755765/

 

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