Giustizia

Processo Mediaset: Berlusconi spera nella revisione del processo

21 Aprile 2015

Una sentenza di Cassazione fa sperare Silvio Berlusconi: i giudici della Suprema corte hanno infatti recentemente annullato una sentenza di condanna (a carico del Sig.X) per frode fiscale, stesso reato per cui il Cav. fu condannato nell’Agosto del 2013, effettuando così una variazione giurisprudenziale non di poco conto.

La notizia, svelata da Libero, riguarda un caso molto simile a quello dell’ex Presidente del Consiglio nel quale i giudici di Cassazione hanno statuito che in relazione al reato contestato di frode fiscale, è passibile di condanna solo chi materialmente ha partecipato alla stesura del bilancio e non chi, come nella fattispecie inerente alla vicenda di Berlusconi, “non poteva non sapere” o fosse eventualmente stato indotto in errore.

Tenendo conto di tale decisione, l’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, ha chiesto formalmente la revisione del processo Mediaset che costò al suo assistito la perdita dell’agibilità politica, ritenendo che “la condanna Mediaset ha rappresentato un unicum nella giurisprudenza della Cassazione. Che prima e dopo la legge è stata interpretata in maniera diversa, con un orientamento univoco. Se il processo Mediaset fosse arrivato alla Terza Sezione e non in quella Feriale, e con quello stesso relatore, sarebbero cambiate le sorti di Berlusconi e del Paese, sarebbe cambiata la storia. Questo sarà un elemento importante per la decisione della Corte europea per i diritti dell’uomo, che attendiamo. Ma soprattutto, sulla base di questa sentenza e delle nuove prove che abbiamo raccolto, chiederemo la revisione del processo».

Va detto che, affermazioni colorite a parte, la difformità giurisprudenziale in sè non produce alcuna variazione sulla sentenza Mediaset anche se tra i motivi previsti dal nostro Codice di Procedura Penale per richiedere la revisione del giudicato, se ne trova uno particolarmente calzante a tale vicenda: ex art.630 alla lettera a, si prescrive che la revisione può essere richiesta “se i fatti stabiliti a fondamento della sentenza o del decreto penale di condanna non possono conciliarsi con quelli stabiliti in un’altra sentenza penale irrevocabile del giudice ordinario o di un giudice speciale”.

A colpire è il fatto che per questa nuova sentenza il giudice relatore sia lo stesso, Amedeo Franco, della sentenza Mediaset e che proprio lui abbia sostenuto a proposito della ratio alla base di essa, che fosse una “tesi che non può essere qui condivisa e confermata, perché contraria alla assolutamente costante e pacifica giurisprudenza di questa Corte e d al vigente sistema sanzionatorio dei reati tributari”.

La vicenda sembrerebbe suggerire una possibilità per Berlusconi di poter ottenere una revisione del processo, e quindi un possibile annullamento della condanna con conseguente riparazione (ex art.643 c.p.p) per il mal giudicato, ma è doveroso tenere a mente che l’istituto in questione è molto discusso tra gli esperti del diritto processuale penale e non solo, essendo stato considerato da molti una forma di “impugnazione eccezionale” e considerando che nella storia giudiziaria italiana raramente la richiesta di revisione ha trovato accoglimento, specie poi in riferimento a pronunce giudiziarie così sensibili.

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