Giustizia
NSU 354: rimandato il duello tra i difensori
Il processo contro Beate Zschäpe è ripreso stamane senza il preannunciato scontro tra i due gruppi di difensori dell’imputata. Il trio Wolfgang Heer, Wolfgang Stahl e Anja Sturm che sono stati incaricati dalla Corte fin dall’inizio di assistere Beate Zschäpe come avvocati d’ufficio, ed il duo Mathias Grasel con Hermann Borchert, che dal 2015 sono stati ottenuti (rispettivamente come quarto difensore d’ufficio e come difensore eletto) dall’imputata.
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Gli avvocati Heer, Stahl e Sturm nel fine settimana precedente l’udienza odierna avevano richiesto nuovamente (ci avevano già provato invano da ultimo nel luglio 2015) di essere esentati dall’incarico dopo che l’imputata ha posto loro una museruola. Beate Zschäpe dalla prigione ha infatti scritto al Senato venerdì invitandolo a non tenere più conto di alcuna delle loro istanze in suo nome affermando che <in futuro solo scritti, istanze di ricusazione o simili presentati dagli avvocati dr. Borchert e Grasel hanno la mia approvazione>. In replica i 3 legali hanno illustrato ai giudici le comunicazioni interne intercorse con i colleghi Mathias Grasel ed Hermann Borchert, che godono la fiducia dell’accusata, sottolineando di dover ritenere che le istanze di ricusazione fossero approvate dall’accusata. I colleghi Grasel e Borchert li hanno accusati di aver leso gli obblighi di riservatezza. Imputazione che il trio di avvocati ha respinto rimarcando che se i due colleghi hanno dato voce all’imputata, vuol dire che ella sapeva perfettamente i passi che stavano compiendo in suo nome, di cui ha detto di non essere stata preventivamente informata. La lettera di Beate Zschäpe ai giudici potrebbe essere interpretata come volontà di prendere il pieno controllo della sua difesa, senza però avere chiaro che il cambio di strategia difensiva impostato dagli avvocati Borchert e Grasel, a detta di quasi tutti gli osservatori, in realtà finora l’ha danneggiata. A suffragare questa interpretazione giunge anche una seconda lettera scritta oggi dall’imputata ai giudici, di cui dà notizia Annette Ramelsberger sulla Süddeutsche Zeitung. Beate Zschäpe dimostrerebbe con essa di essere attenta allo svolgimento processuale e tutt’altro che disposta ad avervi un ruolo passivo. Un piglio che invece pretende di non aver saputo avere per opporsi alle attività omicide dei suoi partner Uwe Mundlos ed Uwe Böhnhardt, che per l’accusa avrebbero formato con lei il nucleo dello NSU.
Lo show down è stato rimandato ed il dibattimento si è aperto con la lettura di una decisione della Corte che ha respinto come tardiva l’istanza di ricusazione ancora pendente formulata il 9 marzo dal legale dell’imputato André E. Prima ancora è stata distribuita un’altra decisione scritta nella quale i giudici hanno giudicato invece come ammissibili le istanze di ricusazione presentate dagli avvocati Heer, Stahl e Sturm in nome di Beate Zschäpe, ma come ritirate da quest’ultima, senza entrare perciò nel loro merito.
Il presidente del Senato giudicante Manfred Götzl ha ancora letto un documento e raccolto due prese di posizione della Procura Generale su istanze già pendenti, così come ascoltato una richiesta probatoria sollevata da legali di parte civile volta a raccogliere nuovi documenti sulle tendenze razziste ed antisemite di Uwe Mundlos ed Uwe Böhnhardt.
Poi, prima dell’ora di pranzo, il collegio ha accolto l’istanza di sospensione degli avvocati di Ralf Wohlleben (accusato di correo in omicidio per aver fornito l’arma per 9 delitti) che hanno richiesto tempo per formulare una nuova istanza di ricusazione di tutti i giudici. Essa potrebbe scaturire dall’interpretazione che i giudici sarebbero venuti meno alla loro imparzialità nel procedere senza l’esame nel merito delle istanze di ricusazione dei colleghi Heer, Sturm e Stahl. Sarà l’ottavo tentativo di fila di ricusare il collegio nel solo mese corrente.
Per la Procura Generale le difese mirano solo a procrastinare la chiusura della fase probatoria aspettando che i giudici ascoltino il perito di parte, lo psichiatra prof. Pedro Faustmann, a fine aprile, nonché il dr. Bauer, che ha potuto esplorare la psiche di Beate Zschäpe parlando con lei in carcere, come invece ella non ha permesso di fare al perito d’ufficio il prof. Henning Saβ.
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I giudici devono ancora fissare un nuovo termine oltre il quale eventuali istanze probatorie non saranno più accettate, decretando la fine della fase dibattimentale. Senza di esso le parti potrebbero presentare nuove istanze di prova anche dopo le comparse conclusionali prima della pronuncia del verdetto, indica l’avvocato difensore Wolfgang Stahl.
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