Giustizia
Niente processo ad ex SS di Auschwitz; in carcere neonazista
Due periti, un gerontologo ed uno psichiatra forense, hanno attestato la sopraggiunta demenza della ex SS sanitaria Ernst Hubert Zafke, che oggi ha 97 anni, dichiarando che non è in grado di seguire un discorso o trattenere informazioni che per pochi minuti e conseguentemente non può prendere parte e difendersi attivamente in un processo. La 64ma camera penale del tribunale di Neubrandenburg, sotto la nuova conduzione del giudice Kolf, agendo anche su richiesta unanime di tutte le parti, ha così chiuso definitivamente l’11 settembre il procedimento nei confronti dell’ex ufficiale medico. Zafke era imputato di aver saputo e favorito l’omicidio industrializzato nel campo di annientamento di Auschwitz-Birkenau tra il 15 agosto ed il 14 settembre 1944 di almeno 3.681 persone. Nel 1946 un tribunale polacco lo aveva già condannato a 4 anni per aver prestato servizio nel lager nazista anteriormente, tra l’ottobre 1943 ed il gennaio 1944, e scontò la pena fino al febbraio 1951.
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I costi del procedimento, che è formalmente durato due anni e mezzo ma di cui si sono tenute solo quattro udienze, e le spese legali sostenute dall’imputato saranno a carico dell’erario tedesco. La cancellazione del processo era in pectore fin dal marzo 2017 quando Zafke era stato visitato e l’incapacità processuale attestata quindi nella perizia depositata in maggio. In un comunicato l’avvocato di parte civile Thomas Walther che rappresentava i fratelli Walter e William Plywaski di Boulder (USA) orfani della mamma uccisa ad Auschwitz, si è rammaricato che siano venute meno le possibilità quantomeno per una giustizia tardiva.
Procedono invece, almeno per ora, le indagini affidate alla procura di Stralsund per violazione del diritto imputata ai tre membri anteriori della 64ma camera penale, che sotto la guida del giudice Kabisch avevano escluso reiteratamente le parti civili, in modo riconosciuto illegittimo dalle istanze superiori, con l’effetto di rendere di fatto impossibile l’avvio del dibattimento.
Parallelamente a Monaco di Baviera oggi i giudici della Corte d’Appello impegnati nel processo per i crimini del gruppo Clandestinità nazionalsocialista hanno emesso ordine di custodia cautelare nei confronti del 38enne André Eminger, imputato di concorso in tentato omicidio e due rapine perpetrate dal terroristi neonazisti. La Procura Generale ne aveva chiesto ieri la condanna a 12 anni provocandone subito la traduzione precauzionale in carcere. André Eminger ha tatuata sull’addome una testa di morto con la scritta in inglese “muori ebreo muori”.
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In copertina memoriale alle vittime della Shoà dello Yad Vashem (Israele), foto tratta dall’archivio del portale Gli Stati Generali.
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