Giustizia

L’ULTIMA BUFALA DI SANTA LUCIA

12 Dicembre 2014

Secondo me questa storia della Santa con l’asinello e gli occhi nel piattino che porta i regali ai bambini è una colossale bufala. Se vivete nel Nord Italia, sapete certamente di cosa parlo.

Santa Lucia – questo il suo nome di battaglia – sarebbe cieca. Ipovedente, per gli inguaribili succubi del politicamente corretto. Secondo la vulgata trasversal-mediatica, tra il dodici e il tredici dicembre di ogni anno, farebbe le ore piccole vagando di casa in casa per distribuire regalie ai bambini buoni e carbone nero a quelli cattivi.

Bufale!

Diciamocelo, il Nord Italia pullula di Santi tanto quanto il Meridione. Ogni politico che si rispetti, ogni imprenditore che tenti di inoculare a forza nel corpo malato di questo Paese un po’ di sano liberalismo in vitro, insomma ognuno di noi, cittadini smaliziati e figli di questi tempi maramaldi, ha i suoi Santi in paradiso. Perché negarlo?

Eppure Santa Lucia, la Santa munita di asinello di cui sopra, non esiste. Punto.

Il mio è un pregiudizio. Sono tenuto a esporre tutti gli argomenti del caso e lo farò con calma, perché la materia è intricata e affonda le sue radici nei secoli dei secoli. Intendo quindi adoperarmi per sbrogliare la matassa passo passo, come un chirurgo che squarcia la carne senza nessuna paura puerile, poiché ciò che sta sottopelle è maleodorante finché si vuole ma pulsa al contempo di vita vera.

Per prima cosa, evitatemi le vostre prediche. Sono nato in un paesino del Nord. Anch’io ho passato le mie sere del dodici dicembre a ricontrollare la letterina indirizzata alla Santa, scritta di mio pugno con la grafia incerta da studente delle elementari. In fondo, chi non è stato ingenuo da fanciullino? Presto o tardi, però, arriva per tutti noi il tempo di fare i conti con la realtà. E la realtà parla chiaro: Santa Lucia è un’invenzione.

Mettetevi comodi che vi dimostro perché.

1. Anch’io come tutte le menti migliori della mia generazione ho passato giorni interi a cesellare il testo perfetto. Ne approfittavo per affilare la prosa, nella speranza che Santa Lucia non saltasse nemmeno una riga e non commettesse errori – anche i giudici sbagliano, figuriamoci i Santi! – nel pescare dal suo carretto misterioso tutto il necessario per rendermi un bambino felice. Beata gioventù! Eravamo così ingenui. Niente più che piccoli imberbi senza spina dorsale, il terreno fertile dove mille e una corbelleria attecchivano a iosa senza il minimo sforzo. La verità era ad un palmo dal nostro naso, ma non l’avremmo veduta per niente al mondo. E la Santa con noi! Con i bulbi adagiati in un piattino, come avrebbe potuto leggere la nostra letterina fresca d’inchiostro? Uno a zero per noi.

2. Sono il primo ad amare i quadrupedi. Per vezzo e necessità, mi circondo di gatti (preferibilmente femmine e di stazza minuta) e non esco mai di casa senza il mio pastore bernese al guinzaglio e il kit di paletta e sacchetto dove adagiarne le deiezioni. Ma di una cosa sono più che certo: per quanto di gran lunga più intelligenti di molti esseri umani dotati di codice fiscale e carta regionale dei servizi, nessun quadrupede potrà mai arrivare a leggere in nostra vece. Se Santa Lucia è cieca, non sarà il suo asinello ad aiutarla con la consecutio temporum. O la Santa è onnisciente e sa tutto di tutti o non è certo il suo accompagnatore ragliante quello in grado di risolverle il problema della totale mancanza di visione periferica. Tertium non datur. E due a zero per noi.

3. Anche nell’ipotesi estrema che Santa Lucia sia in grado di tenere testa a Usain Bolt, fatico a credere che la superficie del globo, con la sua fittissima rete di case e casupole, palazzi e grattacieli, roulotte e camper, tensostrutture e baracche, possa essere interamente coperta nell’arco di tempo che va dal tramonto all’alba. Per giunta con un asinello illetterato e riottoso e senza l’ausilio di occhi, lenti a contatto od occhiali da vista. Roma non fu costruita in un giorno. E nemmeno in una nottata. Tre a zero per noi.

4. Il mito, si sa, s’alimenta anche di simulacri. Sono il primo ad aggrapparmi alle rappresentazioni, in attesa di addentarne il noumeno. Ma nella notte tra il dodici e il tredici dicembre si moltiplicano in tutta la penisola, in vie, viuzze, piazze e piazzali, gli immancabili avvistamenti della Santa. Resta la solita domanda che mi pongo fin da a bambino, la più semplice che ci sia: come fa ad essere qui ed anche altrove? Come possiamo credere ad una Santa ubiqua che si palesa in ogni dove e, per giunta, mai con la stessa acconciatura? Gioco, partita, incontro.

State accorti, cari lettori. Non assecondate le ricostruzioni fantasiose e degne della penna di qualche sceneggiatore televisivo di ultima generazione. I giocattoli sono sempre esistiti e, di come sono finiti nelle vostre case, non vale proprio la pena fantasticare oltre misura. Vivetevi la vita vera, con tutto quello che ne consegue. Il resto non esiste. O se esiste, è tutta ideologia. Santa Lucia compresa.

(Nessun Elefantino è stato maltrattato durante la stesura di queste poche righe. Buona Santa Lucia a tutti.)

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