Giustizia

L’impiegata di Lodi, “Io, in panico di fronte al sindaco che truccava il bando”

3 Maggio 2016

La scena che racconta con toni drammatici è questa: lei entra nell’ufficio del sindaco di Lodi Simone Uggetti (Pd) e si trova di fronte Cristiano Marini, legale rappresentante della principale società interessata all’aggiudicazione del bando per la gestione delle piscine scoperte. I due stanno correggendo la bozza che lei aveva trasmesso giorni prima a Uggetti. Lei, se le sue dichiarazioni dovessero essere confermate dai giudici, è la funzionaria che avrebbe sventato l’ennesino caso di malaffare concepito in un’amministrazione comunale.

Whistleblower, la gola profonda si diceva un tempo.

E’ il 29 febbraio ed ecco quello che sarebbe successo nel palazzo del Broletto: “La scena che mi si presenta mi è subito chiara. Questa volta l’incontro non sarà come al solito a due, ma a tre. Il terzo interlocutore mi viene presentato come l’avvocato Marini, consigliere di Astem e di Sporting Lodi. Vorrei andarmene, ma non trovo il coraggio. Vedo sulla scrivania le copie del mio bando riguardante l’offerta economica e il sindaco mi invita a spiegare meglio quanto ho scritto, riesco solo a chiedere che Marini esca dall’ufficio. Capisco che la mia reazione ha infastidito il sindaco  e questo atteggiamento mi mette in una condizione di vulnerabilità ancora più forte. Cerco di reggere alle insistenze del sindaco che mi chiede un cambiamento dopo l’altro alternando dinieghi a rassegnate accettazioni. (…) Fingo di essere disposta a rimettere ancora in discussione tutto, per paura della reazione, sapendo ormai dentro di me che quel bando non l’avrei mai più firmato perché veniva totalmente snaturato nel suo equilibrio, perché chissà da quante mani era già passato quel procedimento di cui dovevo essere l’unica responsabile. (…). Il sindaco mi spiega che la società di mia sorella, la Sportime, potrebbe collaborare con Sporting Lodi. Capisco il tentativo di coinvolgimento della società di mia sorella per farmi sentire parte della partita.  Quel bando da me non verrà mai più firmato e, come insegnatoci nei recenti corsi dell’anti – corruzione, decide di andare a segnalare quanto accaduto…”.

Il bando verrà aggiudicato “con la modifica dei criteri di assegnazione dei punteggi” predisposti dalla funzionaria alla società di Marini, arrestato con Uggetti per turbata libertà degli incanti. A firmarlo sarà il dirigente indicato nel piano anti – corruzione comunale al quale si era rivolta, ricevendone rassicurazioni, la denunciante.  (manuela d’alessandro)

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