Giustizia

“Le riforme di Renzi solo pubblicità”. Parola di magistrato furioso

24 Gennaio 2015

C’è un solo magistrato davvero arrabbiato all’inaugurazione dell’anno giudiziario milanese 2015. Intorno a lei, l’impegno è massimo a glissare su Bruti – Robledo. Toghe a festa, complimenti reciproci, ma che brava la Procura, che record il Tribunale, che performance a Milano. Poi tocca all’Avvocato Generale Laura Bertolé Viale, una che parla semplice e diretto e non dedica metà del discorso a ringraziare qualcuno. Va giù come una macina sul Governo Renzi.

Cos’è la ‘salva Berlusconi’? “Una legge irragionevole e discriminatoria che avrebbe come effetto principale  quello di creare una sotanziale differenza di trattamento tra i contribuenti di minori e quelli di maggiori dimensioni”.

E la riforma sulla corruzione? Una cosa piccola piccola, che si limita ad umentare la reclusione da 6 a 10 anni invece che da 4 a 8 anni  solo per un tipo di corruzione, quella per “atto contrario ai doveri d’ufficio”. Fuori restano “la concussione, la corruzione in atti giudiziari, l’induzione indebita, la corruzione specifica”.

“Che fine hanno fatto – domanda – la previsione tanto pubblicizzata e di indubbia utilità di riduzione della pena per chi collabora alla scoperta del reato e la riparazione pecuniaria a favore della pubblica amministrazione pari alla somma illlecitamente corrisposta?”.

Ed ecco l’autoriciclaggio. “Trionfalmente approdato nel nostro sistema da circa 23 giorni – ironizza – è stato preceduto da un vero e proprio battage pubblicitario  ma un piccolo comma del nuovo articolo vanifica tutti i primi tre là dove dichiara ‘non sono punibili le condotte per cui il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate alla mera utilizzazione o al godimento personale. Non vedo nessuna ragionevolezza in questa non punibilità dell’utilizzatore finale”.

Infine, la prescrizione. Il disegno di legge presentato alle Camere è un “ben misero condensato” in cui “non una parola è detta sulla durata della prescrizione”.  Bertolé puntella il suo discorso con le parole “cittadini” e “uguaglianza” e poco si richiama alle rivendicazioni della magistratura.  Per questo, al di là delle considerazioni nel merito delle sue critiche, il suo è l’intervento di migliore auspicio per l’anno giudiziario che viene.

Manuela D’Alessandro

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