Giustizia
Perché l’assoluzione di Erri de Luca è sbagliata
La vulgata di sinistra recita che le sentenze della magistratura non si possono commentare né criticare; nulla di più sbagliato, invece: le sentenze, in uno stato di diritto, si applicano, ma possono essere contestate e criticate da parte di qualsiasi cittadino.
La sentenza di assoluzione di Erri de Luca dall’accusa di istigazione a delinquere è dunque profondamente sbagliata.
Da liberale sono generalmente contrario alla persecuzione penale dei reati d’opinione (di cui fa parte a tutti gli effetti l’istigazione a delinquere): la libertà di parola e di opinione è un valore fondante di una civiltà liberaldemocratica e deve essere tutelata sempre, anche nelle sue forme più estreme (fatti salvi i limiti stabiliti dal codice penale, come è in questo caso).
Ad essere in gioco qui non era la libertà di opinione di De Luca come hanno sostenuto in tanti; si trattava invece di sanzionare l’incitamento all’eversione operato dallo scrittore, ex addetto al servizio d’ordine di Lotta Continua, un passato di contiguità col terrorismo di sinistra, che in ripetute occasioni esortò la popolazione valigiana ad opporsi con ogni mezzo alla costituzione dell’opera pubblica; agli appelli virulenti di De Luca seguì un intensificarsi degli attentati terroristici – chiamiamo le cose con il loro nome – e un esacerbarsi del clima di tensione instaurato in val di Susa dagli esponenti più facinorosi del movimento no-tav.
Carlo Federico Grosso, uno dei più insigni giuristi italiani, in un’intervista al Fatto Quotidiano ha rilevato come chiunque abbia il diritto di manifestare le proprie convinzioni purché non rechi danno a beni e persone e come a far la differenza sia il contesto nel quale avviene: “se si istiga a delinquere in una piazza deserta non vi è reato; se invece l’istigazione avviene in un contesto di tensione sociale, sì”.
Per la causa di De Luca si è mobilitato il solito coro conformista di intellettuali sinistreggianti, da sempre benevolmente impegnati ad assolvere i compagni dai loro crimini od errori (si pensi a Cesare Battisti o ad Adriano Sofri).
Immagino che se al posto di Erri De luca ci fosse stato uno di destra nessuno si sarebbe interessato al suo caso.
Il fondatore della Lega Nord Umberto Bossi recentemente è stato condannato a 18 mesi per vilipendio dell’allora Presidente della Repubblica Napolitano; ma non è di sinistra né tantomeno è colto (lasciamo perdere i suoi demeriti politici o le ruberie ormai acclarate), dunque non è meritevole di alcuna attenzione.
Pare proprio che se si appartiene ad una determinata area politica e ci si picca di essere grandi intellettuali (Erri de Luca è invece uno scrittore mediocre) si beneficia a prescindere non solo dell’indulgenza sociale della sinistra malpensante ma soprattutto di quella giudiziaria della pessima magistratura italiana.
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