Giustizia
Il Parlamentari tedeschi non possono avere i dati dello spionaggio per la NSA
La Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe ha deciso oggi -come riferiscono media tedeschi- che la Commissione Parlamentare Federale di inchiesta chiamata ad indagare sui rapporti tra il Bundesnarichtendienst e la National Security Agency non ha diritto di prendere visione dei selettori, cioè gli indici di ricerca, sottoposti dagli statunitensi ai servizi segreti tedeschi. Il ricorso era stato presentato alla Corte Costituzionale dalle frazioni parlamentari dei Linke e dei Verdi e da due membri della Commissione stessa.
La collaborazione transatlantica è uno dei cardini fondamentali della sicurezza tedesca e la mancanza di segretezza la porrebbe seriamente a rischio, hanno convenuto i giudici di Karlsruhe accogliendo le indicazioni del Governo. Gli USA non hanno mai nascosto di non volere che le chiavi di ricerca fossero rese pubbliche ed i servizi tedeschi, soprattutto per combattere il terrorismo, debbono poter ricorrere alle indicazioni dei partner. Il bene della sicurezza nazionale è stato dunque considerato prevalere sulle prerogative parlamentari.
Fin dal 2004 la NSA affida quotidianamente agli omologhi del BND degli indici di ricerca (e-mail, indirizzi IP, numeri di telefono, o singoli termini) che essi impiegano, tra l’altro nella base di ascolto di Bad Aibling in Baviera, nella intercettazione dei flussi di dati mondiali. Il BND ha dei limiti di legge -ad esempio, non può ascoltare i partner della NATO, o le istituzioni europee- nondimeno avrebbe ripetutamente ricevuto dagli USA anche selettori finalizzati a spiare imprese e politici europei. Quando due anni fa questo sospetto ha preso corpo è stata costituita una Commissione Parlamentare di Inchiesta per verificare quanto e come il BND abbia agito per gli USA. Ma i parlamentari si sono subito scontrati col segreto attorno ai selettori. In via di compromesso la grande coalizione di Governo aveva concesso che il giudice amministrativo Kurt Graulich ad ottobre potesse prendere visione della lista e riferirne alla Commissione. Questa procedura è stata ora cassata dai giudici costituzionali perché non risponde al diritto ad una piena documentazione dei parlamentari l’accontentarsi di essere informati da terzi sul contenuto di atti di cui chiedano di avere visione. Tuttavia, hanno deciso i giudici, in questo caso specifico la Commissione non ha diritto alla piena documentazione e quindi non può affatto prendere visione degli atti dei servizi statunitensi.
Le opposizioni ritengono che la decisione dia così carta bianca ai servizi delegando in futuro la speranza di controllo democratico solo a fughe di notizie interne.
Dal maggio 2015 Berlino ha vincolato la NSA a fornire anche una giustificazione per le singole voci di ricerca richieste, nessuna pare da allora aver dovuto mai essere rifiutata.
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