Giustizia

Il direttore a scrocco nel resort di lusso, e Mondadori ci smena la pubblicità

9 Ottobre 2015

Per l’editoria, si sa, sono tempi duri. I fatturati dei giornali sono in sofferenza, le entrate per la pubblicità diminuiscono e bisogna tirare la cinghia per non tirare le cuoia. Perciò chissà come avranno preso ai piani alti della Mondadori la notizia dell’imprenditore siciliano Andrea Bulgarella, indagato Direzione distrettuale antimafia di Firenze per i suoi affari con Cosa Nostra, che ha ricevuto pubblicità sostanzialmente gratis. Intercetatto al telefono con un amico, Bulgarella gongolava di come, anziché comprarsi una bella inserzione da 10mila euro su Panorama, settimanale del gruppo di Segrate, aveva risolto diciamo così amichevolmente la cosa. La chiave per il lasciapassare è stato uno scambio di favori con il direttore Giorgio Mulè.

La storia è piuttosto semplice, e per nulla nuova, di quelle per cui una volta si chiudeva un occhio, mentre oggi se ne sgranano due, perché il pensiero va subito ai bilanci aziendali. Così viene raccontata negli atti della Procura:

MULÈ chiede a BULGARELLA di ospitare una coppia di suoi amici in uno degli alberghi di Trapani e di prenotare per lui una stanza presso l’albergo “Monasteri” di Siracusa dal 21 al 27 di luglio. Bulgarella subito si mette a disposizione del MULÈ, ospitando gratuitamente gli amici dello stesso e prenotando per lui nell’albergo “Monasteri Resort” di Floridia per una settimana di luglio (da successive telefonate risulta che MULÈ ha soggiornato per sei giorni presso l’albergo pagando, dietro insistenze, la somma di 360 euro ricevendo una fattura pari a 720 euro). 

In data 8 giugno MULÈ lo ringrazia e gli comunica che nel prossimo numero di panorama un’intera pagina della rivista sarà dedicata all’hotel Monasteri e gli chiede se preferisce che nell’articolo si faccia espresso riferimento anche al gruppo Bulgarella, ricevendo risposta affermativa.

Subito dopo Bulgarella telefona a Nello BOLOGNA, amico suo e del MULÈ, per informarlo dell’imminente pubblicazione dell’articolo riguardante il suo albergo, compiacendosi anche del fatto che se avesse dovuto pagare un’inserzione pubblicitaria avrebbe speso intorno a 10.000 euro ed il risultato sarebbe stato sicuramente meno efficace.

Mulè, che lo stesso Bulgarella definisce “il Messi del giornalismo”, attribuendogli il talento del fenomeno argentino, risponde piccato:  «Il decreto, nella parte che mi riguarda, contiene notizie documentalmente false, notizie arbitrarie, valutazioni errate. Nessuno ha avuto la decenza di chiamarmi in Procura per chiedere chiarimenti». In effetti, Giorgio Mulè non risulta indagato: non c’è niente di penalmente rilevante sul suo conto. Anzi solo una giocata alla Messi per dribblare i costi delle vacanze. Con tanto di assist agli amici.

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