Giustizia

Il bavaglio Erdogan

28 Ottobre 2015

E’ assurdo e preoccupante quello che sta avvenendo in Turchia a soli 5 giorni dalle cruciali elezioni politiche anticipate.

Sta calando una nuova scure sui media critici verso il presidente Erdogan (oggi è finita nel mirino la holding Koza Ipek, gruppo editoriale di cui fanno parte i quotidiani Bugun e Millet e i canali Bugun Tv e Kanalturk).

La polizia turca ha sparato gas lacrimogeni per disperdere le persone che protestavano contro il sequestro, poi ha occupato la redazione e la sala regia (2).

La libertà di stampa e di espressione sono diritti universali. Sono diritti essenziali, soprattutto per quelle società che, come in questo caso, mirano a far parte dell’Europa (1).

La Turchia è beneficiaria di cospicui finanziamenti europei per il suo sviluppo. Non per ultimo il piano di azione da 3 miliardi della Commissione Europea per rendere «più europea» la Turchia, a patto che si impegni ad ammortizzare l’onda dei rifugiati.

Ma alla luce delle continue e ripetute violazioni di diritti fondamentali dell’UE non è forse arrivata l’ora di dire apertamente che la Turchia, in queste condizioni,  non può entrare nell’Unione europea e che le ragioni di questa impossibilità sono interamente e profondamente laiche e politiche? Quando questi diritti vengono minati, specialmente prima di un’elezione, non può che esservi preoccupazione (3).

 

Collegamenti esterni: 

(1) “Istanbul: contro la polizia un muro di libri”. Post del blog In fondo a Sinistra

(2) Turchia, blitz della polizia per chiudere le tv anti-Erdogan: scontri e fermi (Il Messaggero, 28 Ottobre 2015)

(3) Erdogan. Media cannot be silenced. Il contributo del blog In fondo a Sinistra

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