Giustizia

Auschwitz, lo stato degli ultimi processi

18 Aprile 2016

Ecco gli sviluppi più recenti negli ultimi casi che riportano in Germania nelle aule di tribunale i crimini di Auschwitz:

Hubert Zafke – Il processo interrotto il 14 marzo 2016 verrà formalmente ricominciato ex novo il 17 maggio a Neubrandenburg. A ridosso di tale data verrà nuovamente esaminata la capacità dell’imputato di sottostare al giudizio. Non sono state fissate altre udienze ed è quindi probabile che sarà definitivamente disposta l’estinzione del procedimento. L’oggi 95enne ex sanitario delle SS era stato già condannato nel 1946 da un tribunale polacco a 4 anni di reclusione per l’attività svolta nel lager tra l’ottobre 1943 ed il gennaio 1944; scontò effettivamente la pena fino al febbraio 1951. Le accuse attuali sono di concorso nell’omicidio di almeno 3.681 persone ad Auschwitz tra il 15 agosto ed il 14 settembre 1944. In questo periodo giunsero nel campo di concentramento ed annientamento nazista 14 convogli. Con uno di essi fu deportata anche Anne Frank che morì poi a Bergen Belsen.

Helma K. M. (si omette il cognome perché anche se disposto il rinvio a giudizio il processo non è ancora aperto) – Il perito incaricato dal tribunale minorile di Kiel ha depositato il suo rapporto in cui afferma che l’imputata non è in condizioni, quantomeno temporaneamente, di sottostare al processo suggerendo di riverificarne le condizioni in 3 mesi per chiarire se si tratti di una impossibilità permanente o meno. I giudici dovranno ora decidere se seguire l’indicazione del perito od estinguere subito il procedimento. È competente il tribunale minorile perché all’epoca dei fatti l’imputata aveva 19/20 anni. La donna, ormai 92 enne, è accusata di aver lavorato come telegrafista per le SS nel lager di Auschwitz e con ciò di correo in almeno 260.000 casi di omicidio in un arco di 4 mesi.

Reinhold Hanning – Nel processo in corso a Detmold l’imputato è chiamato a rispondere di concorso in almeno 170.000 casi di omicidio per aver prestato servizio di guardia nel lager tra il gennaio 1943 ed il giugno 1944. Per l’accusa era a conoscenza di tutti i modi di uccidere ad Auschwitz, non solo nelle camere a gas, ma anche con la sistematica denutrizione, le selezioni e le esecuzioni sommarie, che con il suo servizio di guardia avrebbe aiutato, o quantomeno facilitato. Nel dibattimento, scadenzato sino al 27 maggio, la difesa ha fatto sapere che nell’udienza del 29 aprile darà lettura di una dichiarazione dell’imputato. L’annuncio dovrebbe servire, oltre che a garantirsi l’attenzione della stampa, soprattutto per permettere alle parti civili di essere presenti in aula. Già all’avvio del processo dalle loro fila si era auspicato che Hanning parlasse. Leon Schwarzbaum aveva rivolto direttamente un appello all’imputato dicendogli <Signor Hanning abbiamo quasi la stesa età, siamo entrambi vicini al tribunale supremo .. parli dica cosa ha fatto così come ho fatto io ora. Voglio sentire la verità.>. Un’altra parte civile, Justin Sonder, d’altronde aveva commentato <l’imputato ha diritto di difendersi, posso immaginare che sarà una storia interessante .. forse vuole spiegarsi sarebbe già una buona cosa > soggiungendo però di non volerlo ascoltare di persona. La data del 29 aprile coincide con il settimo giorno della pasqua ebraica; anche se per molti dei sopravvissuti ebrei la pratica religiosa dopo Auschwitz ha magari poco significato -si pensi al lascito di Primo Levi- è una festa che si celebra tipicamente in famiglia, tutte le generazioni riunite, e questa circostanza, oltre che la distanza geografica, potrebbe essere nel loro caso un freno dal tornare a Detmold.
Tutti e 3 i procedimenti di cui sopra sono maturati in seguito alla nuova giurisprudenza avviata il 12 maggio 2011 con la condanna Demjanjuk a Monaco di Baviera, ribadita il 15 luglio 2015 col verdetto nel caso Gröning, che hanno riconosciuto l’aver prestato servizio in un campo di annientamento nazista motivo sufficiente per la perseguibilità anche senza prove di altre colpe specifiche. Questo indirizzo non è peraltro ancora stato confermato da un’istanza superiore: Demjanjuk decedette in pendenza di ricorso, mentre nel caso di Gröning pende ancora appello.

 

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La perdurante attenzione tedesca nell’elaborazione delle responsabilità naziste non si confina tuttavia alle sole aule di giustizia. Dopo un anno di lavori, domenica 17 aprile è stata inaugurata ufficialmente, in presenza di 40 sopravvissuti, la nuova esposizione permanente nell’ex lager di Buchenwald. In funzione tra il 1937 ed il 1945 vicino a Weimar, con le sue 139 dipendenze esterne era il più grosso campo di concentramento nel Terzo Reich tedesco. Si computa vi siano transitati 280.000 prigionieri di cui 56.000 deceduti per torture, esperimenti e denutrizione. La mostra che si dipana in 2.000 metri quadrati su tre piani ha avuto, come riporta l’emittente MDR, una copertura finanziaria di circa 3,7 milioni di euro. È espressamente pensata sia per garantire la trasmissione della memoria storica alle future generazioni allorché i testimoni diretti non ci saranno più, che per costituire un monito avverso i comportamenti che hanno condotto al degenerare della società civile. Si pensi a come allora il lager godette di ampia accettazione ed interscambio commerciale dalla vicina Weimar.
Adesso che il partito Alternative für Deutschand intende ancorare nel proprio programma una serie di divieti all’esercizio della religione islamica -tanto da spingere il presidente dell’Unione dei musulmani in Germania a paragonarlo esplicitamente alla NSDAP- scatena quantomeno immediatamente grosse critiche trasversali.

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