Giustizia
Giulio Regeni: oggi sit in fuori dal tribunale, presente anche Schlein
Si è tenuta oggi alle 11 a Roma una nuova udienza del processo per il sequestro, la tortura e l’uccisione di Giulio Regeni. Alle persone arrivate da tutta Italia e alle associazioni e ai giornalisti impegnati nella “scorta mediatica”, si è aggiunta anche la segretaria del Pd Elly Schlein.
Il processo
Il processo a carico di 4 agenti dei servizi egiziani è bloccato da tempo. La Cassazione aveva imposto un fermo dichiarando inammissibile il proseguo del procedimento penale, in quanto le autorità egiziane non avevano notificato le accuse agli indiziati della morte del giovane ricercatore friulano, avvenuta nel 2016.
L’Avvocato della famiglia Regeni, dopo la riforma Cartabia, aveva chiesto alla Presidente Meloni e al Ministro degli Esteri Tajani di riferire in Aula sulla disponibilità dell’Egitto a collaborare con l’Italia. Meloni e Tajani hanno però negato la disponibilità a riferire di contenuti riservati con il Presidente Al Sisi.
Il sit in
Siamo qui per chi non ha mai smesso di chiedere verità e giustizia in tutti questi anni
Con queste parole Elly Schlein, presente al sit in di stamattina, ha dichiarato la propria vicinanza alla famiglia Regeni. La Segretaria del Pd ha abbracciato i genitori di Giulio, Paola e Claudio, e ha espresso la convinzione che il processo debba andare avanti.
Durante la manifestazione svoltasi a Piazzale Clodio è stato esposto lo striscione giallo che caratterizza la lotta per la verità di questi anni e sono state distribuite spille e tulipani gialli.
Presente anche la sorella di Giulio, Irene Regeni, sempre e instancabilmente in prima fila per chiedere verità e giustizia per il fratello, e l’Avvocata Alessandra Ballerini. Queste le sue parole di stamattina:
Siamo presenti alla faccia degli assenti, perché chi uccide sia processato in Italia e non resti impunito
Ballerini ha inoltre scritto su Facebook:
“Tariq Sabir, Athar Kamel, Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi,Magdi Ibrahim Abedal Sharif. Siete a conoscenza del processo, presentatevi in udienza al Tribunale di Roma, davanti al giudice, affrontate il processo reg. gen. N 16307/2019 Gip, per il sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio Regeni. Non siate vigliacchi. Gli italiani pretendono #veritapergiulioregeni”.
La scorta mediatica
Da quando il cadavere di Giulio Regeni venne ritrovato, le autorità italiane hanno sempre fatto molta fatica a ricostruire la dinamica di quanto accaduto. Questa difficoltà è stata causata dai continui insabbiamenti e depistaggi messi in atto dai servizi segreti egiziani.
Proprio per evitare che sulla vicenda cali un insopportabile silenzio, moltissime persone e associazioni si sono date da fare per tenere viva la richiesta di verità e giustizia.
Lo striscione giallo di Amnesty International è diventato un simbolo e campeggia su molte sedi comunali (ad esempio a Palazzo Marino a Milano), ma è diventato anche un bracciale che sta al polso di molti (uno per tutti Fabio Fazio).
Moltissimi i giornalisti che si stanno spendendo in questa battaglia di civiltà, tra questi Beppe Giulietti (tra i fondatori di Articolo 21 e Presidente della FNSI), presente anche stamane a chiedere che venga fatta luce sulla vicenda di Giulio Regeni, ma anche su quelle di Patrick Zaki e Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
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