Giustizia
Formigoni colpevole inutile
L’ingresso di Roberto Formigoni nel carcere di Bollate non è una notizia da prima pagina nazionale, nonostante sia stato per 18 anni a capo della principale Regione italiana, quella Lombardia a cui si riconosce il merito di “tirare la carretta” economica del Paese. Non è la vendetta per un disastro economico, che non c’è stato o almeno non c’è stato in Lombardia. Men che meno nasce da malfunzionamenti nei settori più controllati dalla Regione, sanità e trasporti pubblici.
Lo spirito da tricoteuse diffuso nel Paese dovrebbe aver portato in galera piuttosto i capi delle Regioni economicamente fallite, ma è la Lombardia che può mettere anche questo capitolo nella sua storia, l’ex presidente galeotto.
A parte la melassa perdonista di questi giorni, forse riflesso pavloviano del non possiamo non dirci “cristiani”, comunque non avverto in Lombardia una diffusa soddisfazione per l’esecuzione della sentenza e personalmente, se domani dovessi scegliere fra un Formigoni o un altro politico lombardo senza macchia come Toninelli, non avrei alcun dubbio e voterei Formigoni, come credo che farebbe la maggioranza degli elettori, perché in Lombardia siamo pragmatici e votiamo quello da cui non ci aspettiamo guai e perché con l’ondata di sdegno per la corruzione abbiamo già dato con Tangentopoli nel 1992.
Per dirla tutta ho votato a suo tempo Formigoni anche se le voci che circolavano su di lui mi erano note, anche se detesto il suo bigottismo e mi facevano venire la nausea la sua scelta sul caso Englaro e la legge sulla sepoltura dei feti, perché dall’altra parte non vedevo un’alternativa valida, ma soltanto cascami di una sinistra antiquata. Detestavo le sue giacche color pesca, la sua aria da dio in terra quando prima di un convegno lo vedevo parlare a un Ministro, al Sindaco di Milano o al capo di Assolombarda, che trattava da inferiori. Sono stato cinico e mi sono turato il naso, convinto che l’alternativa avrebbe portato la Lombardia nella direzione sbagliata, di fronte non c’erano né un Gori né un Sala.
Formigoni faceva vacanze troppo costose per il suo reddito e, se avesse avuto un briciolo di sale in zucca, non avrebbe dovuto mai e poi mai accettarle come regalo da parte di chi era fornitore della Regione. Non è soltanto colpa sua, negli Stati Uniti ci pensa la legge, c’è un divieto esplicito per tutti coloro che lavorano nel pubblico: non possono accettare regali o altre “utilità” che superino un valore modestissimo, nell’ordine dei dieci dollari se non ricordo male. Niente vacanze pagate, yacht o ville a disposizione, cene in ristoranti costosi, biglietti in tribuna allo stadio, forse ci scappa solo un panettone a Natale, ma non di pasticceria. Questo vorrei vedere oggi in Italia, una legge chiara che impedisca al politico o al funzionario il do ut des, anche se l’oscenità dei finanziamenti elettorali negli States è illimitata.
Formigoni in galera è giusto o sbagliato? Formigoni in galera è inutile, perché la conseguenza sarà solo che nessun politico si farà pagare il noleggio dello yacht. Se avremo politici corrotti, saranno ipocriti e non sfrontati, ma il danno erariale sarà il medesimo.
Formigoni è in galera perché è un po’ antipatico, perché la sua parte politica ha perso fino al punto di quasi scomparire e perché è solo, l’esercito che credeva fosse suo, gli elettori cattolici di Comunione e Liberazione, è stato ritirato dal campo da parte di Julián Carrón, che ha voluto un taglio netto col passato. Difficile conciliare ville e yacht con un papa come Bergoglio che è francescano già nel nome.
Per la lotta politica di oggi, come colpevole Formigoni è talmente uomo del passato da essere inutile, la sua carcerazione non colpisce nessuna parte in lotta, non sposta nessun voto. Per eccitare le masse e vincere le elezioni bisognerebbe mettere al gabbio un politico che riesce ad essere molto più antipatico, quel Matteo Renzi di cui le tricoteuses devono accontentarsi di vedere i genitori agli arresti domiciliari.
Per Formigoni diciotto anni anni di Presidenza della Regione, senza mai avere paura di perdere le elezioni, sono stati troppi e gli hanno dato alla testa, il limite di due mandati avrebbe giovato anche a lui, come gli avrebbe giovato avere un’opposizione più competitiva. In ogni caso la sua carcerazione è solo una questione giuridica e non appartiene alla politica di oggi, gli elettori lombardi non si spareranno nei piedi per votare degli incompetenti senza macchia.
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