Giustizia
Ex SS Zafke incapace di stare in giudizio; indagini per il massacro di Ascq
Il tribunale di Neubrandenburg ha reso noto sabato di avere ricevuto la perizia psichiatrica disposta d’ufficio sull’ormai 96enne ex SS medica Hubert Ernst Zafke. I periti hanno concluso che l’imputato è affetto da una sindrome demenziale progressiva di grado intermedio che lo rende inidoneo a prendere coscienza dei propri interessi sia processuali che non, ed escludono che possa difendersi coerentemente od anche prendere coscienza delle accuse.
Gli avvocati Thomas Walther e Cornelius Nestler, legali dei due fratelli i fratelli Walter e William Plywaski di Boulder (USA) costituitisi parti civili nel processo per l’uccisione della madre ad Auschwitz il 15 agosto 1944, in un commento a caldo hanno dichiarato di avere appreso la notizia diffusa con urgenza sabato sera poco prima delle 18 del deposito della perizia, ma di non averne avuto ancora copia. La stampa è stata informata degli esiti dell’indagine prima di trasmettere il documento alle parti. La perizia sulla capacità dell’imputato, rimarcano i due legali, era stata disposta 5 mesi fa, mentre la data per avviare il processo era già stata fissata 12 mesi prima e si era tergiversato cercando di escluderne le parti civili.
Parallelamente ad informare la stampa del deposito della perizia psichiatrica, il portavoce del tribunale di Neubrandeburg Carl Christian Deutsch ha anche sottolineato che sia la Procura che i legali delle parti civili avrebbero parzialmente ritirato le loro istanze di ricusazione. A questo riguardo gli avvocati Walther e Nestler precisano che è vero che avevano ritirato il 10 maggio 2017 un’istanza di ricusazione nei confronti del giudice Kolf. Questo però era accaduto in esito alle scuse formulate dallo stesso prendendo le distanze dalla decisione impugnata raggiunta con i colleghi del novembre 2016. A questo riguardo il giudice Kolf aveva dichiarato -indicano i due legali- che a suo parere l’istanza di ricusazione avverso gli altri componenti della corte, il presidente del collegio Kabisch, la giudice Brinkmann ed il giudice Elfers, fosse ad ogni caso giustificata. Gli avvocati Walther e Nestler ritengono perciò che i magistrati chiamati a decidere sull’istanza confermeranno il parere del giudice Kolf. In ogni caso evidenziano che non hanno neppure ancora avuto le dichiarazioni ufficiali dei 3 giudici ricusati, che da un mese sarebbero in stato di malattia fino a data imprecisata.
I tre giudici, che avevano escluso due volte le parti civili contravvenendo manifestamente alle decisioni dei colleghi di istanza superiore di Rostock (rese rispettivamente il 27.11.2015 ed il 23.02.2016), sono sottoposti da oltre un mese ad inchiesta penale per violazione del diritto. Ad occuparsi delle indagini, scaturite dalla denuncia presentata il 18 marzo dall’avvocato Thomas Walther, è la Procura di Stralsund.
Hubert Ernst Zafke era stato ufficiale medico delle SS ad Auschwitz. Nel 1946 un tribunale polacco lo aveva giudicato a 4 anni per aver prestato servizio nel lager nazista tra l’ottobre 1943 ed il gennaio 1944 e scontò la pena fino al febbraio 1951. Per l’atto di accusa della Procura di Schwerin del 23 febbraio 2015 doveva ancora rispondere penalmente per aver saputo e favorito l’omicidio industrializzato nel campo di annientamento di Auschwitz-Birkenau tra il 15 agosto ed il 14 settembre 1944 di almeno 3.681 persone. In uno dei treni che il 5 settembre 1944 arrivò nel lager dal campo di raccolta olandese di Westerbork c’erano Anne Frank e la sua famiglia.
Escluso che si faccia il processo a Zafke, avanti alla procura di Dortmund pende ancora un’indagine, in corso ormai da due anni, relativa al massacro di Ascq in Francia (registro 45 Js 1/15). Durante la seconda guerra mondiale, la dodicesima divisione corrazzata SS-Hitlerjugend nella notte tra il 1° ed il 2 aprile sterminò nei pressi della località francese 86 civili.
Le indagini sono partite valutando le responsabilità di 3 ex SS-Sturmmänner (il secondo grado di servizio più elevato nelle SS) e 3 ex SS Unterscharführer (sottoufficiali press a poco equivalenti al grado di caporale) tra i 90 ed i 95 anni. Nel frattempo tuttavia uno è morto nel corso degli accertamenti, un secondo è ritenuto incapace di sottostare ad un eventuale processo e nei confronti di un terzo la posizione è stata infine stralciata e le indagini affidate alla procura di Hildesheim (Bassa Sassonia).
La Procura di Dortmund da due anni sta svolgendo anche indagini nei confronti di un 90enne ex SS-Schütze (il grado più basso di servizio nelle SS) che fu in servizio di guardia da metà maggio 1944 nel lager nazista di Lublino/Majdanek, partecipando alle uccisioni che vi furono commesse, e prese poi parte il 23 luglio 1944 allo svuotamento forzato del lager. Le indagini sono complicate dall’onere di aver dovuto ottenere dati di archivio dalla Polonia e doverli valutare, indica il Procuratore Andreas Brendel che non si vuole sbilanciare su una possibile conclusione dell’inchiesta.
L’età avanzata degli indagati potrebbe d’altronde far pensare che non si voglia procedere con estrema sollecitudine in attesa di addivenire ad una chiusura “naturale” dei fascicoli per il decesso dei indiziati.
Parallelamente peraltro il 10 maggio ad Amburgo, dopo oltre 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, è stato inaugurato un nuovo memoriale alla Hannovescher Bahnof per conservare testimonianza dei luoghi da cui partivano i convogli con i deportati. Oltre 8.000 ebrei, sinti e rom, furono condotti da lì tra il 1940 ed il 1945 nei lager nazisti. Un relitto del secondo binario affianca adesso un camminamento attraverso il Lohsepark, lungo l’asse percorso un tempo dai binari, con notizie storiche sulle deportazioni che vi ebbero luogo. Il memoriale in seno al nuovo quartiere della HafenCity concepito dallo studio di architettura svizzero Vogt e per cui sono stati stanziati oltre 4,6 milioni di euro non manca di evidenziare come delle deportazioni gran parte della popolazione ha dovuto ben vedere come i vicini alla luce del giorno vennero isolati, poi raccolti e quindi deportati. Il sindaco di Amburgo Olaf Scholz (SPD) ha definito l’inaugurazione del memoriale della città anseatica “una pietra miliare nella cultura della memoria”. È peraltro arrivata solo dopo 72 anni dalla fine della guerra anche se se ne era cominciato a parlare già nel 2004, ha ricordato la Die Welt.
Il monumento “denk.mal” (traducibile come “pensa una volta”, un gioco di parole dal termine Denkmal che vuol dire memoriale), per tardivo che sia, ha comunque dato motivo di sollievo ai sopravvissuti e loro stretti congiunti ancora presenti. Come Lucille Eichengreen, nata ad Amburgo nel 1925 come Cecilie Landau e che oggi vive in California, che è intervenuta all’inaugurazione con altri sopravvissuti. La signora Eichengreen, che oggi ha 92 anni, nel 1941 venne deportata da Amburgo nel ghetto di Litzmannstadt presso Lodz, il secondo per grandezza in Polonia dopo quello di Varsavia, che funse come stazione di transito per i campi di concentramento ed annientamento nazisti. La madre morì di fame, il padre invece morì nel lager di Dachau, la sorella dodicenne nel ghetto di Chelmno; Lucille invece sopravvisse ad Auschwitz, Neuengamme e Bergen-Belsen. Nel dopoguerra ricevette ancora minacce di morte da nazisti ed emigrò a New York.
Else Baker, nata Schmidt, invece oggi è cittadina britannica. Nel 1944, ad 8 anni, fu strappata dalla famiglia che la accudiva e venne spedita nello “Zigeunerlager” di Auschwitz e poi a Ravensbruck, finché il patrigno non riuscì a farla liberare. Anche il brasiliano Curtis Stanton, nato come Kurt Steinberg, a 12 anni fu internato con i genitori nel ghetto di Litzmannstadt e poi deportato con la madre ad Auschwitz-Birkenau. Fu l’unico della sua famiglia a sopravvivere l’odio nazista. Anche l’americano Fred Leser, alla fine della guerra si ritrovò ad essere l’unico della sua famiglia ancora vivo. Nato Manfred Leser, nel 1941 aveva 14 anni quando con i genitori ed il fratello dalla Hannoverscher Bahnof da Amburgo fu deportato a Riga, dopo con la madre in un altro lager ed infine da solo.
Anche per questo dovrebbero ancora tenersi i processi alle ex SS finché saranno ancora possibili, ma le indagini iniziate a Dortmund e le altre poche ancora pendenti in Germania chissà se e quando potranno più approdare a qualcosa.
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