Giustizia

Come cambia il processo penale

23 Settembre 2015

Oggi alla Camera si approverà la legge che riforma il processo penale, in attesa del passaggio al Senato previsto per il mese di Ottobre.

Per quanto riguarda il tema più spinoso e dibattuto, il regime delle intercettazioni, l’aula di Montecitorio ha approvato già ieri l’articolo del ddl sulla giustizia penale che delega il Governo a riformare le norme inerenti a tale materia: si tratta dell’articolo 29 che ha incassato 278 e 156 no. Tuttavia rimane una certezza, ossia la caduta dell’ipotesi prevista nei mesi precedenti di un’udienza di “selezione” per discernere tra intercettazioni penalmente rilevanti e non. Dopo tale modifica, stabilita in commissione Giustizia su proposta della presidente e relatrice del testo Donatella Ferranti (Pd), si parla soltanto di “selezione del materiale intercettativo nel rispetto del contraddittorio tra le parti e fatte salve le esigenze di indagine“.

In quanto al delitto ipotizzato in precedenza dalla stessa commissione, il testo del ddl stabilisce che il Governo preveda “che costituisca delitto, punibile con la reclusione non superiore a quattro anni, la diffusione, al solo fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente. La punibilità è esclusa quando le registrazioni o le riprese sono utilizzate nell’ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca“. Non riguarderà quindi chi esercita il diritto di cronaca, vedi le varie trasmissioni tv come “Striscia la Notizia” o “Le Iene”, e ovviamente non riguarderà il privato cittadino che, tramite registrazioni nascoste, voglia denunciare un reato, come temuto in prima battuta da alcuni esponenti del M5S.

Ma le novità non riguardano solo le intercettazioni: il ddl introduce infatti l’estinzione del reato qualora l’imputato ripari interamente il danno, formula valida solamente per i reati perseguibili a querela di parte,ed inoltre si ampliano i diritti della parte offesa, la quale avrà diritto di conoscere lo stato del procedimento dopo 6 mesi dalla sua denuncia.

Crescono inoltre, come già annunciato dal Governo nel marzo 2015 (http://www.glistatigenerali.com/criminalita_giustizia_governo_partiti-politici/furti-rapine-in-appartamento-aumentano-le-pene/), aumentano le pene per il furto in abitazione (da 3 a 6 anni), per furto aggravato (da 2 a 6 anni) e per la rapina (da 4 a 10 anni). Aumentano anche le pene per il reato di voto di scambio politico-mafioso, che dagli attuali 4-10 anni passerà a 6-12 anni.

Con riguardo invece alla magistratura, diverse sono state le innovazioni stabilite quasi all’unanimità dalla Camera: tra di esse emergono per importanza l’introduzione della scadenza di tre mesi, prorogabile per altri 3, per chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione dopo che il pm ha notificato la conclusione dell’indagine e l’avocazione dello stesso pm in caso di inerzia a cura del procuratore generale presso la corte d’Appello.

 

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