Giustizia
Buon compleanno Rita
Avrebbe compiuto oggi 49 anni Rita Atria, la giovane testimone di giustizia il cui corpo fu trovato senza vita sul marciapiede prospicente il palazzo in cui viveva a Roma, in viale Amelia 23, il 26 luglio 1992, una settimana dopo la strage di via D’Amelio. Era nata a Partanna, comune in provincia di Trapani, il 4 settembre 1974. Per anni non c’è stato alcun dubbio sulla sua morte, che fu ritenuta un suicidio, tesi corroborata anche dalle dichiarazioni della cognata Piera Aiello che, con i ricordi personali su quanto Rita le aveva confidato nel periodo precedente, sostituirono, di fatto, una lettera d’addio. In realtà la dinamica della morte di Rita Atria rimane ancora oggi un mistero e sussistono dubbi che fanno ritenere che la sua caduta nel vuoto possa essere stata provocata, anche indirettamente, da terzi. A partire da questi e da altri elementi, nel giugno 2022 Anna Maria Rita Atria, sorella di Rita e Fortunata Furnari, vice presidente nazionale dell’Associazione Antimafie RITA ATRIA, dando mandato all’avvocato del Foro di Catania Goffredo D’Antona, hanno presentato un’istanza per la riapertura delle indagini al Procuratore della Repubblica di Roma e, nello scorso mese di luglio, un’integrazione.
“Io sono Rita”, un libro alla ricerca della verità
Le valutazioni che hanno portato a questa decisione partono dopo la pubblicazione di un libro inchiesta dal titolo “Io sono Rita – Rita Atria: la settima vittima di via d’Amelio” edito da Marotta e Cafiero editori, scritto da Giovanna Cucè, Nadia Furnari e Graziella Proto. Un lavoro d’inchiesta durato circa tre anni, compresa la prima fase quando fu chiesto il fascicolo alla Procura di Roma, affrontando le problematiche non solo burocratiche ma anche quelle dovute alle limitazioni imposte dall’emergenza pandemica che era, al tempo, in corso e che limitava l’accesso agli archivi. Il libro, presentato e discusso in tutta Italia ha scatenato molto interesse e, inevitabilmente, alcune polemiche, come a dire “lasciate stare questa storia che è già scritta e va bene così”. Inoltre, grazie all’impegno della prof.ssa Paoletta Santoro, a capo del Lettorato di Lingua Italiana nell’Università Federale del Paranà, il più antico ateneo del Brasile, ha attraversato l’oceano ed è approdato nella repubblica federale dell’America meridionale dove il Consolato Generale d’Italia (PR e SC) ha ospitato dal 22 al 31 agosto nella propria Circoscrizione Consolare, Giovanna Cucè, coautrice del libro, organizzando in quei giorni diverse presentazioni e dibattiti.
Morte archiviata come suicidio
Ufficialmente si trattò di suicidio e il caso fu archiviato, su richiesta della Procura, in quanto “suicidio dal quale non emergono responsabilità (penali) di terzi“. Colpisce subito il fatto che la parola penali sia racchiusa tra parentesi come a dire, forse, che responsabilità esistono ma che non assumerebbero valenza penale. In realtà sono diversi gli elementi che fanno sorgere dubbi, a partire dalla tapparella della stanza da cui Rita precipitò, abbassata nel ricordo di chi la vide quel giorno, a completamente alzata come appare in alcune fotografie realizzare alcune ore dopo l’accaduto.
ma qualcosa non quadra…
A distanza di due mesi dalla morte di Rita Atria, nel settembre 1992, fu effettuato un accertamento per verificare la presenza di alcol e di barbiturici nel suo corpo. Le analisi riscontrarono nel suo sangue un tasso alcoolico pari 0,38%, dato in sé non elevatissimo ma è necessario tenere conto che l’alcool nel sangue di una persona viva si smaltisce in alcune ore e che anche post mortem si ha uno smaltimento dell’alcol, sia pur in una misura più lenta, per ossidazione. Questo dato, quindi, indicherebbe che nel momento della caduta nel vuoto il tasso alcoolico nel sangue di Rita sarebbe stato elevatissimo, tanto da poterla ritenere in uno stato di ubriachezza, ossia incapace di intendere e di volere. Ci si aspetterebbe, quindi, la presenza nell’appartamento, di bottiglie di alcoolici ma, a parte una bottiglia di Martini che sistemata allocata in uno stipetto posto in alto della cucina e sulla quale non è stata trovata nessuna impronta digitale, non ne erano presente altre. Questo dato non è da sottovalutare perché dalla relazione della “scientifica” emerge che in tutta la casa è stata rinvenuta una sola una impronta, peraltro mai confrontata, e nessun elemento biologico. Eppure Rita era scalza, lo dimostra il corpo trovato sul selciato, e appare non credibile il fatto che dei suoi movimenti nell’appartamento non vi sia alcuna traccia biologica. Non verrà trovato nemmeno un capello nel bagno o nel letto disfatto su cui era poggiato un asciugamano. Nessun impronta digitale e nessun elemento biologico.
La “pulizia” dell’appartamento
Un appartamento completamente “ripulito”, senza traccia alcuna ma in cui compaiono una confezione di Tavor, secondo il consulente chimico-tossicologico, e un orologio da uomo, che compare poggiato sul frigorifero nel repertorio fotografico, ma entrambi questi ooggetti non figurano nell’elenco di quanto repertato e sequestrato nell’appartamento stesso. Ancora dubbi e incertezze che si sommano al fatto che, in sede di autopsia, il medico legale non prese le impronte di Rita, non prelevò i capelli per l’esame tossicologico e non verificò se sotto le unghie ci fosse materiale utilizzabile per le indagini. Nell’appartamento furono effettuati due sopralluoghi, il primo da parte dai carabinieri del servizio radiomobile intervenuti subito dopo la segnalazione del ritrovamento del corpo e il successivo da parte del C.C.I.S.S. e, a quanto risulta analizzando e confrontando i relativi verbali, l’appartamento potrebbe essere stato aggetto di un’intrusione da parte di altre persone.
Le domande ancora aperte
Rita Atria è forse stata indotta a bere da altra persona che si è portata via le bottiglie? Chi ha ripulito l’appartamento cancellando tutte le tracce comprese quelle di Rita che dovevano obbligatoriamente esserci? Qualcuno poteva avere interesse che Rita continuasse la sua collaborazione, nonostante la morte del dottor Borsellino, con la giustizia in qualità di testimone informata dei fatti? La morte di Rita Atria può essere messa in relazione diretta con la strage di via d’Amelio avvenuta una settimana prima della sua morte? E ancora, tutti quelli che oggi rivolgono a te un pensiero, hanno la coscienza pulita?
Devi fare login per commentare
Accedi