Giustizia

Amanda e Raffaele assolti: ma allora Rudy Guéde in concorso con chi ha ucciso?

28 Marzo 2015

Dopo quasi 8 anni di vicende giudiziarie, la Quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha posto la parola fine ad uno dei processi penali più discussi degli ultimi anni, l’omicidio di Meredith Kercher. Amanda Knox e Raffele Sollecito sono stati assolti (in via definitiva) per “non aver commesso il fatto”, e a questo punto Rudy Guede, l’ivoriano condannato a 16 anni per concorso in omicidio dopo aver affrontato il processo con rito abbreviato che gli ha garantito uno sconto di un terzo della pena, resta l’unico colpevole individuato dalla Giustizia italiana.

Nelle ore precedenti alla pronuncia dei giudici di Cassazione gli scenari possibili erano 3: conferma della condanna inflitta ai due imputati dalla Corte d’Appello di Firenze nel gennaio 2014 a 28 anni e mezzo per la Knox e a 25 anni per Sollecito, annullamento della suddetta condanna con un nuovo rinvio ad altra corte di Assise d’appello (che avrebbe significato il terzo giudizio di secondo grado), oppure l’annullamento della sentenza di condanna senza rinvio.

Dopo ben 11 ore di camera di consiglio è stata scelta proprio la terza via, chiesta a gran voce dalla difesa dei due imputati, che rappresenta una scelta piuttosto inconsueta per la Cassazione, sintomo che i togati hanno ritenuto che la Knox ed il Sollecito non hanno responsabilità nel merito della questione giudiziaria, in quanto se avessero individuato errori di diritto avrebbero scelto il secondo scenario a loro disposizione.

Era apparso già abbastanza chiaro mercoledì, nella ricostruzione del giudice relatore Antonio Paolo Bruno, che di certezze in questo processo ve ne fossero veramente poche, a cominciare dalle prove genetiche a carico, secondo l’accusa, dei due imputati. Per quanto riguarda Amanda non vi era alcuna traccia nella stanza di Meredith se non quella sul coltello da cucina di Raffaele, e a carico dello stesso Sollecito restava solamente la perizia sul gancetto del reggiseno di Meredith, analizzato e repertato addirittura 45 giorni dopo il primo sopralluogo della Scientifica e dopo due perquisizioni dell’appartamento di via della Pergola 7.

Inoltre l’avvocato Bongiorno, legale di Raffaele, ha fatto presente che dopo la prima perquisizione, datata tra il 2 e il 5 novembre 2007, “l’ambiente della casa non è stato sigillato e successivamente quando Sollecito era in carcere da 46 ore, sono stati fatti altri prelievi”.
Finita la vicenda penale si aprirà adesso quella civile, che vede entrambi gli imputati pronti a chiedere il risarcimento per ingiusta detenzione; in particolare per Amanda, che trascorse 4 anni in carcere, l’ingiusta detenzione sarebbe solamente di un anno circa dato che la stessa Cassazione ha confermato la condanna a 3 anni (già scontati) per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, gestore del locale ove la stessa imputata lavorava e accusato da Amanda nella prima fase delle indagini. Insomma, oltre che a prove poco attendibili e ad indagini svolte in modo caotico e poco professionale, ad oggi di certo risulta solo la condanna inflitta a Guéde per concorso in omicidio: ma – è d’obbligo chiedersi – concorso insieme con chi?

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