Giustizia
Alle sezioni unite le fideiussioni: la distruzione ad orologeria
Con l’ordinanza di rimessione alla Corte a sezioni unite (Cass. Civ., Sez. I, 30 aprile 2021, n. 11486) in tema di nullità delle fideiussioni antitrust il cerchio si chiude.
Infatti, ci attendiamo ancora una volta che i giudici del” palazzaccio “daranno ragione alle banche. E dunque gli ermellini della Corte Suprema scoveranno argomentazioni per caldeggiare la giustezza delle fideiussioni, la loro validità; si dirà che non sono nulle, che non lo sono mai state ne’a monte ne’ a valle.
Si compie la restaurazione del diritto, si buttano alle ortiche dottrina e giurisprudenza che, anche nell’ambito europeo, avevano difeso il consumatore contro il bieco potere del più forte: il sistema bancario.
Oggi per la giurisprudenza delle sezioni unite non esiste:
- usurarietà dei conti e dei mutui;
- la commissione di massimo scoperto è valida per gli anni precedenti al 2009;
- il contratto mono firma è comunque efficace;
- la mora – con il meccanismo capestro del coefficiente del 2,1 – si irrobustisce ed il tasso effettivo globale (il costo del denaro) non supererà giammai quello soglia.
È la fine di ogni forma di tutela ordinamentale per il povero debitore, rimasto senza difesa.
I Magistrati si sono inchinati al potere delle Banche, hanno baciato la pantofola del potente, hanno tradito la Costituzione, hanno assunto a vita la livrea consunta del servigio d’accatto.
Si sono piegati in una torsione irreversibile.
Ogni forma di giustizia è dispersa, è negata; si dispiega la cancellazione delle aspettative dei debitori che anelavano un’equa protezione, improntata alla buona fede oggettiva nei tribunali.
Ecco la distruzione ad orologeria.
Tutto è compiuto.
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