Fisco

Più tasse ma più giuste

4 Agosto 2020

Nella seconda repubblica fu un cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi: meno tasse. Mutuato dalla tradizione conservatrice americana, a cui Berlusconi un po’ strizzava l’occhio pur essendo consapevole che quel tipo di forza in Italia non avrebbe mai avuto alcun seguito elettorale, questo mantra ha stravolto esiti di elezione ed è stato il pilastro fondante prima del centrodestra poi dell’intero panorama politico italiano. Nessun politico, al di fuori di quelli della sinistra radicale forse, sarebbero disposti a smontare la narrazione berlusconiana sulle tasse. Non a caso la principale forza a sinistra del PD alle ultime elezioni, Liberi e Uguali, aveva come proposta l’abolizione delle tasse universitarie.

Questa narrazione è andata di pari passo con la disintegrazione della società come corpi interconnessi, comunicanti ed empatici e verso una visione sempre più individualista, da “coltivo il mio orticello e mi basta”. L’idea stessa di tasse ha perso la sua forza: non si capisce perchè una persona che lavora sodo e porta a casa lo stipendio debba poi cedere parte dello stipendio allo Stato, una narrativa libertaria che si è diffusa molto rapidamente attraverso i social conquistando buona fetta dell’elettorato qualunquista.

Per dare linfa vitale alla sinistra e alla sua visione egualitaria del mondo è necessario ribaltare l’egemonia della destra sulle tasse, come hanno provato a fare in America prima Obama poi, e con più forza e decisione, Bernie Sanders.

Le tasse, lontane dall’essere un furto, sono essenziali per il mantenimento dello stato sociale, il retaggio dell’Europa degli anni del boom di cui dovremmo andare più fieri. Senza tasse non avremmo ospedali, scuole, infrastrutture.

Per fare questo sono necessarie però due cambiamenti importanti: il primo riguarda la concezione del rapporto tra individuo e Stato, l’altro la distribuzione delle tasse in Italia.

Proprio in un clima di concordia e unità, infatti, è potuto fiorire lo Stato Sociale moderno e i sistemi di protezione sociale che ci permettono di vivere una vita decente anche nei momenti di difficoltà. Il cambiamento sociale avvenuto, per svariati motivi, che non verranno spiegati qui perchè il discorso andrebbe per le lunghe, tra gli anni ’70 e i ’90 ha portato a una dissoluzione dei legami sociali, portato sempre più verso una società liquida. Questo ha fatto sì che l’idea di sacrificare una parte del proprio salario o pagare una tassa per possedere una casa fosse quantomai immorale. Proprio quelle tasse che colpiscono i più ricchi, come la tassazione sugli immobili, sono fondamentali per il sostentamento dello Stato nel suo insieme, per garantire l’accesso alla sanità, all’istruzione, agli ammortizzatori sociali.

Non ho fatto casualmente l’esempio della tassazione sulle proprietà immobili. Grazie alle pressioni di Silvio Berlusconi, il governo italiano di larghe intese ha cancellato l’imposta per le prime case voluta dal Governo Monti. Un’imposta che, come è già stato osservato, risulta efficacie per combattere le disuguaglianze, garantendo un maggior gettito rispetto alla precedente ICI e una maggior progressività tra le fasce. La tassazione infatti in Italia non colpisce in maniera decisa i patrimoni, anche se questi risultano spesso la fonte primaria di ricchezza trasmessa da generazione in generazione, dando così ragione a Marx quando nel suo Manifesto denunciava le disparità tra facoltosi e indigenti riguardo l’eredità. In compenso, la tassazione italiana colpisce perlopiù il lavoro, rendendo così difficoltoso per coloro che non possiedono ricchezza accumulata da generazioni di accumularla, rompendo così l’ascensore sociale.

In ultimo luogo, vi sono due temi che andrebbero affrontati con più forza: la tassazione delle esternalità e delle big corporation del digitale.

Mi fa infatti specie che il governo italiano volesse istituire una sugar tax, in nome della lotta al cambiamento climatico, quando ancora l’Italia, e l’Europa, non si sono dotate di uno strumento formidabile come la Carbon Tax, che colpisce le emissioni e che ha risultati eccellenti nella loro riduzione.

 

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