Enti locali
Patrizia Ciccarelli al Welfare: il nuovo, il vecchio e le difficoltà quotidiane
Il Laboratorio Latina comincia a muovere i primi passi. Gli Assessori, provenienti dal mondo del lavoro e “abituati a lavorare”, come ha detto il sindaco Coletta, sono ai propri posti e hanno cominciato ad occuparsi di tutte quelle cose che li vedranno impegnati per i prossimi cinque anni. Il sollievo per i cittadini di Latina è saperli alle prese in progetti che interessano la città e il ripristino delle regole. E’ la differenza tra l’ieri e l’oggi. Di certo non è tutto rose e fiori. L’inesperienza qualche scherzo lo fa. E le critiche non mancano. E’ il gioco della democrazia no? Comunque sia il cammino è iniziato …e se in salita o in discesa, si vedrà. Ce la descriveranno loro quale sarà la Latina dei prossimi cinque anni, se vorranno…. Il primo incontro l’ho avuto con Patrizia Ciccarelli, neo assessore ai Servizi Sociali. Per mancanza di tempo, come è normale che sia, ci siamo viste nel giardino di casa sua. Una chiacchierata amichevole e informale su attese e difficoltà. Difficoltà che ho capito subito, lei affronta con grande senso pratico. A cominciare dai luoghi. “Si comincia sempre dalla parte più sporca e più buia. Quindi appena nominata sono andata ad Al Karama, (campo nomadi alle porte della città). Lì vi vivono circa trecento persone e un centinaio di bambini che non vanno a scuola. Molti lavorano e pagano anche i contributi. Mi impegnerò per ridare dignità a queste persone, far andare a scuola i ragazzini e avere la collaborazione delle Forze dell’Ordine per punire chi delinque.”
La Ciccarelli parte con il piede giusto. Non lo nega. E non lo sottovaluta. Proprio l’altro giorno, infatti, la Regione Lazio ha finalmente approvato la legge sul welfare, colmando un vuoto normativo che durava da 16 anni per il mancato recepimento della legge quadro nazionale del 2000. Obiettivo della riforma è definire un modello di welfare regionale più aperto alla partecipazione dei soggetti pubblici e privati che operano nel sociale, più efficiente ed efficace sotto il profilo della programmazione, dell’organizzazione e della gestione dei servizi e più attento ai bisogni delle persone più deboli e fragili sia dal punto di vista sociale che sanitario. Le politiche sociali ora potranno contare su un welfare “plurale”, con un sistema allargato di governo basato sulla gestione dei servizi da parte dei comuni in forma associata. Terzo settore, associazionismo, cooperazione e impresa sociale saranno chiamati ad una partecipazione sistematica alla programmazione degli interventi per promuovere la progettualità e l’innovazione sociale. Una rivoluzione, insomma e Patrizia Ciccarelli lo considera un grande regalo e di buon auspicio per il suo lavoro…la legge regionale infatti sposta l’asse: lascia ai Comuni l’emergenza , mentre la programmazione diventa un lavoro comune.
“In questi primi giorni devo risolvere delle questioni importanti. Sono in scadenza i rapporti con le cooperative e io devo evitare il blocco. La seconda è rappresentata dalle pressioni che ricevo per risolvere delle singole questioni. Urge quindi fare una ricognizione dei problemi e dare risposte ai singoli. Come? Ristabilendo le regole e inventando formule nuove che diano risposte ai problemi di tutti. Sto pensando di farlo con sponsorizzazioni e adozioni. Le risorse pubbliche sono sempre più scarse e quindi penso a incrementare il coinvolgimento di privati e volontari. In Comune esiste un Albo dei volontari, ma ci sono pochi iscritti. Pensavo non solo all’incremento, ma anche alla Certificazione di Qualità.”
Patrizia Ciccarelli è stata tra le fondatrici del Centro Donna Lilith di Latina, l’Associazione di Volontariato che da 30 anni lavora per le donne e per donne e minori vittime di violenza. E’ responsabile amministrativo all’Icie – Istituto Cooperativo per l’Innovazione e Ricerca della Legacoop.
Come è cambiata la tua vita oggi? Mi alzo sempre prestissimo. Prima, per prendere il treno per Roma, ora per andare in Comune. Lì non solo mi devo occupare dei tanti temi legati alla quotidianità di anziani, minori e disabili, ma anche dare efficienza alle carenti strutture degli uffici. Tengo molto alla qualità della vita, alla capacità, libertà e possibilità di sviluppare relazioni, e anche all’opportunità di disporre dei propri tempi. Nelle graduatorie nazionali siamo stati sempre in basso per tutti i parametri, ma tra i primi per l’associazionismo. Ecco Latina Bene Comune ha messo questo al centro, lo ha messo in rete e risvegliato il protagonismo che è in ognuno di noi…. E il mio obiettivo nell’Istituzione che rappresento è questo. Lo farò con le donne…per una certificazione di qualità di Comune alla Pari. Lo farò per gli anziani, pianificando un Centro diurno da organizzare anche nei borghi. Ma lo farò per tutti quelli che vengono ora alla mia porta a chiedere che la loro qualità di vita venga accettata e rispettata , vuoi che siano disabili, minori, anziani e non. Sia che appartengano a categorie protette e non. La mia età mi permette di capire cosa significhi la politica che ti omologa. Ne capisco il confine. Ecco, poiché io cerco di dare un senso a tutte le cose che faccio, non starò là a tutti i costi”.
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