Enti locali
Livorno, le prossime amministrative e un candidato civico in cui credo
La mia città torna a fine maggio alle elezioni, e ci torna dopo cinque anni di amministrazione a 5 Stelle. La mia città, Livorno, è stata una delle prime in Italia ad avere una giunta guidata da un sindaco che cinque anni fa avremmo potuto definire grillino (poi il Movimento a livello nazionale sembra avere cambiato pelle e di grillino cosa gli è rimasto?). Solo Parma l’ha preceduta di poco l’anno prima. E cinque anni fa il Partito Democratico era ancora una forza granitica, alle elezioni Europee, per cui si è votato nello stesso giorno delle amministrative, raggiunse il risultato storico del 40,81%, e cinque anni fa nella mia città, che sostanzialmente veniva da più di 50 anni di monocolore rosso, nessuno si sarebbe immaginato che al ballottaggio il candidato sindaco pentastellato, Filippo Nogarin, potesse spuntarla su quello del PD, nessuno, nemmeno alcuni candidati sindaco delle liste che in città avrebbero dato indicazione di libertà di voto al ballottaggio, aprendo le porte a una vittoria di Nogarin.
Cinque anni fa, come tanti miei coetanei, mi guardavo intorno alla ricerca di una soluzione diversa per Livorno. La dimensione cittadina, per tutta una serie di fattori, è il livello migliore dentro cui esercitare la politica, e credo sia proprio per questo che richiamano tanta attenzione le elezioni amministrative. E proprio cinque anni fa era nata da pochi mesi Buongiorno Livorno, una coalizione di quattro liste di sinistra che organizzava alcuni eventi molto interessanti, ma soprattutto che aveva creato un sistema di partecipazione che io non ricordavo di avere mai visto in altre formazioni politiche locali. Tanti amici ne facevano parte e questo mi portò a avvicinarmi a essa fin dai primi eventi che furono messi in calendario, e poi anche a candidarmi in una delle sue quattro liste, Amiamo Livorno, che ho sempre considerato la più moderata. Il candidato sindaco che sostenevamo era Andrea Raspanti. La coalizione andò molto bene, risultando alle elezioni la terza formazione più votata con tre consiglieri eletti.
Nel corso del mandato di Filippo Nogarin i consiglieri di Buongiorno Livorno si sono mantenuti all’opposizione, registrando a metà di esso alcune divergenze tra loro di impostazione soprattutto in merito alla percezione che avevano rispetto ad alcune ipotesi di alleanza con il Partito Democratico, sostenendo Buongiorno Livorno di non poter assolutamente conciliare le proprie posizioni rispetto a quelle dei democratici, mentre da parte di Andrea Raspanti e Giovanna Cepparello la questione dei rapporti con il Partito Democratico era affrontata in maniera più conciliante. Nasceva così dall’iniziativa di questi due consiglieri, poi usciti da Buongiorno Livorno, un nuovo schieramento, Futuro, mentre loro due aderivano all’interno del consiglio comunale al gruppo misto.
Io dopo la campagna elettorale di cinque anni fa sono tornato alle mie cose, ritenendo le posizioni di Buongiorno Livorno troppo oltranziste e non potendo accettare un ragionamento del tipo con il PD mai e poi mai. Permettetemi ovviamente di semplificare, più tardi dichiarerò anche le intenzioni di questo diario che sto tenendo, ma le cose che sto cercando di raccontare sono esattamente quello che ho provato e sentito nel corso di questi cinque anni. Nel frattempo in questi anni ho continuato a seguire le notizie dei giornali e a mantenere una lampadina accesa sulla coalizione che avevo sostenuto con la mia candidatura e con il mio voto. Nel frattempo avevo letto dello strappo di Andrea Raspanti e Giovanna Cepparello, e seguendo i post di Facebook cercavo di capire che fisionomia avrebbe preso questa loro scelta a livello di formazione locale, tutto questo senza riavvicinarmi però, e senza accorgermi del piccolo fiume carsico che Futuro nel frattempo aveva contribuito a creare.
Adesso che la città è nuovamente in moto, perché il prossimo 26 maggio anche a Livorno si vota di nuovo, ho tirato nuovamente la testa fuori dalla tana. Qualcuno potrà pensare che avrei fatto meglio a restarmene dove ero, ma i ‘piccoli animali politici’ come me hanno questo vizio, e passatemelo allora e lasciate che con esso cerchi anche di fare pace. Perché io sono proprio questo, un piccolo animale politico, cioè uno che ha nel proprio istinto quello di partecipare, uno che pensa che la politica sia una cosa troppo alta e difficile, ma allo stesso tempo che essa sia fondamentale per il benessere di tutti, e che in essa a volte ci sia troppa tattica, cosa che non guasta assolutamente, ma che è una merce di cui io, almeno al momento, non dispongo. E allora da piccola bestiolina politica sono tornato a frequentare incontri, e a parlare con la gente, con gli amici già incrociati cinque anni fa, ma anche con quelli di Futuro, e proprio di Futuro ho apprezzato una cosa in particolare, cioè la sua capacità di dialogare intelligentemente con il PD locale, mantenendo però allo stesso tempo la sua identità. E da qui deriva la mia scelta di campo, da questa volontà di costruire ponti che ho intravisto in Futuro, ma soprattutto in Luca Salvetti, il candidato sindaco sostenuto da Futuro, insieme al PD, a Articolo Uno e a Casa Livorno. Perché in questo momento la cosa peggiore che possiamo fare è erigere steccati, adesso abbiamo bisogno di costruire ponti e di trovare strategie condivise. E questo diario avrà proprio questa caratteristica qui, di essere una cronaca delle prossime amministrative di Livorno fatta con un taglio interno a Futuro e alla coalizione che sostiene Luca Salvetti.
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