Enti locali
La torrida estate toscana di Matteo Salvini
La campagna elettorale Toscana è contraddistinta dall’attivismo di Matteo Salvini, il quale accompagna spesso la fidata Susanna Ceccardi, candidata presidente. Le scorribande lungo la costa tirrenica ci ricordano come l’ex ministro dell’interno sia più adatto alla campagna elettorale che al governo.
Matteo Salvini ha tutto il tempo di gestire una campagna elettorale da protagonista, visto che non ricopre incarichi oltre quello di segretario leghista. Ha l’entusiasmo che serve per presidiare le piazze e ha creato una rete di militanti sempre pronti ad accoglierlo. Il distanziamento sociale ne limita i movimenti, così che appare impossibilitato a compiere gesti eclatanti. Al tempo stesso, non può cadere nel pietoso vittimismo basato sulle contestazioni dell’estrema sinistra, anch’esse rarefatte. Il processo che incombe pare averlo reso cosciente dell’importanza delle parole, per cui insulti e insinuazioni si fermano qualche metro prima della querela.
La sua ultima visita in Val di Cornia palesa tali atteggiamenti. Prima si è reso protagonista di uno sgarbo istituzionale, capo partito ricevuto dal sindaco nel Comune di Piombino, in veste ufficiale. Durante il comizio in piazza Bovio ha insinuato che la magistratura dovrebbe indagare sui ritardi della regione Toscana nel recupero delle eco-balle disperse nel golfo di Follonica. Infine, durante una cena elettorale, ha attaccato il quotidiano “Il Tirreno” colpevole di aver condotto un’inchiesta giornalistica sulla giunta di centrodestra piombinese. L’ex ministro ha affermato: “se voglio ridere, leggo Topolino”.
In un pomeriggio, ha lasciato dietro di sé l’immagine del bulletto figlio di papà che attacca tutti, ma che si guarda bene dal cacciarsi in guai seri. Maleducato, ma non criminale. Bambino viziato che sembra soffrire profonde ingiustizie ogni qualvolta che non ottiene tutto ciò che vuole. Durante il comizio, ha paradossalmente affermato che è ignorato dai mezzi di comunicazione, pure Mediaset.
Al tempo stesso, la coalizione di centrosinistra è impegnata in una campagna elettorale che fatica a decollare. Il candidato Eugenio Giani è stato scelto come anello di congiunzione tra Italia Viva e PD, amalgama che tiene in Toscana, ma si incrina sempre di più nel resto del paese. Il candidato del centrosinistra conduce una campagna elettorale tradizionale, presenziando incontri con associazioni e categorie. Il contatto diretto con la cittadinanza è delegato ai singoli candidati al consiglio regionale. Tra questi, la novità è rappresentata da Iacopo Melio, volto noto nella difesa dei diritti dei disabili, tra i migliori blogger in circolazione.
I candidati al consiglio regionale rappresentano una delle dolenti note leghiste, riassumibili in tre carenze fondamentali: il partito, il candidato e il programma. Il partito esiste a livello di volontari, entusiasti di sbandierare i vessilli nelle piazze. Non annovera né candidati importanti, né amministratori influenti, pur guidando molti comuni capoluogo. Alla festa della Lega di San Vincenzo, Susanna Ceccardi, ha annunciato in pompa magna la candidatura di Giovanni Galli, ottimo portiere ma grigio politico. Gli possiamo solo rimproverare di non aver mostrato sufficiente determinazione quando fu chiamato a sfidare un semi-sconosciuto Matteo Renzi alla poltrona di sindaco di Firenze.
La Lega appare in difficoltà a formare una classe dirigente nelle città che amministra. Nella giunta di Piombino, l’unico valido amministratore è il vicesindaco Giuliano Parodi, proveniente da Rifondazione Comunista, partito abbandonato per realizzare il sogno dell’arrocco contro il PD. Al netto del cinismo politico, è riuscito a organizzare un’ottima rassegna di spettacoli estivi, molto apprezzata in città, con la sonora eccezione dagli alleati leghisti. Ai seguaci di Salvini sono rizzati i capelli quando hanno scorto il nome di Andrea Scanzi nel cartellone.
La candidata è assente perché Susanna Ceccardi si mostra come uno scolaro che prova a inventarsi risposte a domande su cui non è preparato. Ossessionata dal contraddire la sinistra, si arrampica sugli specchi per sostenere ragionamenti astrusi. Memorabile il siparietto con cui, istigata da Telese e Parenzo, cercava di dimostrare come Imagine di John Lennon fosse una canzone marxista. Si vanta del suo passato di sindaco di Cascina, malgrado sia stata attratta dai più lauti compensi dell’europarlamento dopo soli tre anni di mandato.
In merito al programma, ho ascoltato tre proposte concrete in quaranta minuti di comizio a Piombino. In primis, non è stato toccato il problema essenziale della città, ovvero la ripartenza dello stabilimento siderurgico. Neanche una parola sugli operai, perché la Toscana è mera terra turistica nella narrazione leghista. Molte parole sono state invece spese per l’altro tema caldo della Val di Cornia, la discarica. Salvini e Ceccardi hanno polemizzato con una Regione che si definisce ambientalista, mentre loro, pur “senza la foto di Greta sul comodino”, sostengono il riuso e la termovalorizzazione. Salvini ha poi proposto la pace fiscale per aiutare i piccoli artigiani che non riescono a pagare le tasse. Ma che potrebbe diventare facilmente un condono tombale per i grandi patrimoni.
La proposta più significativa è stata però esposta da Ceccardi. Nella prima parte del suo discorso, la candidata ha giustamente rimproverato alla sinistra di non riuscire più a comunicare con le periferie e con le fasce più deboli della popolazione. Ha quindi sostenuto che la Toscana non costruisce case popolari da quarant’anni, mentre quelle presenti sono occupate da chi non ne ha diritto. Invece di costruire nuove case popolari, la sua soluzione è quella di emettere un’ordinanza che ne proibisce l’assegnazione agli stranieri. Le problematiche sociali si risolvono aizzando razzismo e creando guerre tra poveri.
La campagna elettorale è ancora lunga. A meno di deliri di onnipotenza e scelte scellerate da parte della Lega, il vantaggio che ha attualmente Giani può erodersi nel corso del tempo. La conduzione della campagna elettorale del PD è ben rodata, ma la pandemia e il governo con i pentastellati potrebbero averne accelerato l’obsolescenza. Il centrosinistra toscano potrebbe aver bisogno di una sterzata per contrastare chi, pur avendo poche e terrificanti idee, dimostra di saper suscitare entusiasmo.
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