Benessere
Fontana e la roulette russa dei tamponi
“Come chiarito dal ministero della Salute i test sierologici sono utili per indagini epidemiologiche….. Allo stesso tempo ha precisato che questi non hanno alcuna valenza ai fini diagnostici, per i quali l’unico strumento efficace resta il tampone. Noi pertanto sconsigliamo al singolo di effettuarlo, perché se dovesse risultare positivo agli anticorpi dovrebbe comunque sottoporsi al tampone. Non potendo impedire ai laboratori privati di effettuarli e anche per regolamentare una situazione che si stava già verificando sul territorio, abbiamo concesso l’autorizzazione, con la condizione che il laboratorio offra però anche la possibilità di effettuare il tampone, qualora il soggetto risultasse positivo agli anticorpi. Se anche il tampone dovesse risultare positivo, provvederemo a rimborsare la tariffa pagata per la prestazione.”
Queste le (sorprendenti a dir poco) parole del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana in una intervista a Italpress che a dire il vero titola in altro modo, “La politica ha perso una occasione”), forse non comprendendo il giornalista, al pari temo del Presidente, l’aria che tira in regione (territorio, non ente) e il doppio senso da autogol. Quando ho letto lo stralcio pubblicato da stampa e web in tempo di fake news sono andato alla fonte. Ebbene sì, lo ha proprio dichiarato introducendo nella sanità lombarda il principio della inversione dell’onere della prova: non siamo noi della sanità a dire se sei malato o no ma se tu me lo dimostri al di là di ogni ragionevole dubbio con test e tampone allora ti rimborsiamo la spesa. Come se in un’altra casistica io avessi bisogno di una tac di controllo che mi verrà pagata solo se il controllo conferma la patologia, rimanendo a carico mio se sono sano: e con questo abbiamo inventato la roulette russa della sanità lombarda.
Caro Presidente, so che lei il tampone lo ha fatto e sono felice che non abbia avuto conseguenze. Non so chi glielo ha pagato ma è certo che voglio sapere anche io, e come me una marea di amici, quale sia il mio stato di salute: se cioè ho inconsapevolmente contratto il virus da asintomatico o quasi (perché come tanti sono disorientato dopo aver avuto una tosse ostinata) o se devo aspettare che mi accada. Voglio sapere come comportarmi con i miei familiari, voglio sapere come debbano comportarsi loro e per quanto non sia un periodo di sostanze floride e noi si sia una famiglia affollata voglio organizzare test e tampone come mi consigliano nei pourparler la stragrande parte dei medici di base. E le confermo che della stessa idea è il Consiglio di Amministrazione e la direzione della azienda alla quale temporaneamente offro il mio impegno.
Le confesso che nel caso io risulti positivo l’ultima cosa a cui penserò sarà chiedere il rimborso e passerò direttamente a chiedere di votare. Magari lei vincerà lo stesso ma almeno, a differenza della Politica come Lei dice, non avrò perso una occasione.
Cordialmente.
P.S. quel raggelante “non potendo impedire ai laboratori privati di effettuarli” significa in pratica “non potendo impedire che i cittadini vogliano sapere a loro spese la verità”.
Una frase che fa pensare alla teoria e pratica di un regime comunista, ma all’italiana, dove lo Stato vorrebbe pensare lui a ciò che è bene e male per i cittadini, ma appunto non ci riesce.
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