Enti locali
Expo, la Regione Sicilia si inventa il bando-lampo per la gara inesistente
Ci sono mattine londinesi come le ultime, nebbiose e grigie che procedono lente e impalpabili a meno che un improvviso sussulto le scuota. Ieri mattina il sussulto è arrivato da migliaia di chilometri di distanza. Dalla Sicilia e assumeva la seguente forma:
“Una App sulla Sicilia per promuovere il Turismo” e proseguiva così: “Immaginiamo una App in grado di fornire informazioni e servizi di diverso tipo. Cerchiamo aziende ed imprenditori del settore che possano sviluppare questa idea. C’è tempo ancora fino al 30 novembre per aderire alla ‘manifestazione di interesse.”
Un attimo…ma ieri era il 27 Novembre! C’è qualcosa che non mi quadra. Inizio quindi ad approfondire. Ma prima, termino la lettura del laconico articolo:
“Immaginiamo una App in grado di fornire informazioni e servizi di diverso tipo, dagli eventi ai trasporti, dal territorio alle risorse agricole ai beni culturali, dalla gastronomia alle strutture ricettive e molto altro. Insomma, tutto quello che può servire a promuovere il turismo a 360 gradi. Una App che attraverso smartphone e tablet guidi il turista, ma anche il cittadino, alla scoperta del nostro territorio e delle molte risorse dell’isola, anche quelle più interne che spesso anche i siciliani conoscono poco”. “L’assessorato è pronto a fare da ‘collettore‘ e mettere a disposizione dell’azienda che svilupperà la App il materiale informativo da connettere alla programmazione turistica regionale: cerchiamo un partner che creda in questo progetto e fornisca il supporto tecnico. È progetto complesso, ma abbiamo la consapevolezza di aprire un percorso che può portare lontano e può rivelarsi un grande investimento.”
IL CONTESTO
L’assessore in questione é Cleo Li Calzi, appena nominata nel fresco Crocetta-ter. Sul Governo Crocetta stendiamo al momento un velo pietoso non capendo cosa sia, dove voglia andare e perché continui a trascinarsi stancamente mentre la Sicilia attraversa una fase di crisi sotto tutti i fronti. Le dichiarazioni riportate sono state rilasciate durante un convegno sulle Smart City, ieri, a Palermo. Il nuovo assessore siciliano al turismo, nei confronti della quale qualcuno ha ipotizzato un caso di incompatibilità, è in carica ormai da quasi un mese, ma la pagina ufficiale della Regione Sicilia risulta inspiegabilmente vuota, per cui non sono in grado di dirvi se abbia mantenuto l’incarico di coordinatrice del Nucleo di Verifica e Valutazione degli Investimenti Pubblici della Regione Siciliana o abbia chiesto aspettativa dal lavoro. Fino a Novembre 2013 era presidente del carrozzone regionale Sviluppo Italia Sicilia. Diciamolo chiaramente, il virgolettato riportato in alto, non ha il pregio della chiarezza, ragion per cui ho fatto una breve ricerca in rete, ed i seguenti, ne sono i risultati. La dichiarazione è a sua volta caratterizzata da altre termini virgolettati quali “collettore” e “manifestazione d’interesse” che si denotano per la loro indubbia ambiguità semantica. In assenza di comunicati stampa ufficiali e non avendo trovato sul suo account Twitter dettagli ulteriori sulla fantomatica “app”, sono andato a rovistare sul suo profilo Facebook. E lì, ho trovato una conversazione illuminante. L’Assessore condivide sul suo profilo un bando dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura e Pesca, datato 6 Novembre 2014. Lo preannuncia con un titolo che si rivelerà mistificante: “Innovare per Competere Possibile presentare manifestazione di interesse a svilupparla rispondendo entro 30novembre”
E qui viene fuori la citata “Manifestazione d’interesse”: “MANIFESTAZIONE DI INTERESSE E PREQUALIFICAZIONE PER COLLABORARE ALLA REALIZZAZIONE DEL CLUSTER BIOMEDITERRANEO IN ATTUAZIONE DELLA CONVENZIONE TRA EXPO 2015 SpA E REGIONE SICILIANA- ASSESSORATO AGRICOLTURA, SVILUPPO RURALE E PESCA MEDITERRANEA.”
Sono ventuno le pagine nelle quali la regione chiede a vari tipi di stakeholder di manifestare interesse a pre-qualificarsi per rappresentare la Sicilia in Expo. Trovo che sia un approccio fuori tempo massimo. Solo attraverso una sana competizione che stimoli il privato a fornire un servizio il più innovativo possibile, si può aspirare ad alzare il livello qualitativo dell’offerta e del servizio pubblico che ne consegue. Non credo che si possa innovare senza una competizione di idee e progetti. Nel Regno Unito sono abituato a competizioni che obbligano i privati a dare il massimo in termini di innovazione e esistono organizzazioni governative e non, che svolgono il ruolo di broker e creano opportunità di networking “salutare” – non lobby “Italian style” – volte a migliorare le idee e farle raggiungere un grado di maturità per il momento della selezione finale che generalmente arriva dopo 9/12 mesi dall’inizio della competizione. Di questo approccio anglosassone che stimola l’innovazione, ne avrò modo di parlare in seguito in un apposito post.
IL (NON) CONTEST
In questo breve bando non si menziona alcun contest relativo ad applicazioni per dispositivi mobili tese a valorizzare il cluster bio-mediterraneo siciliano. L’unico appiglio che vedo, risiede nella vaghissima formulazione del punto 9 – a pagina 19, che termina con “qualsiasi proposta attinente il tema del Cluster.” Inoltre, replicando ad una precisa obiezione sull’assenza di una piattaforma abilitante di open data, premessa indispensabile per la sviluppo di qualsiasi app, l’assessore specifica che l’App Sicily a cui pensano loro è una applicazione omnicomprensiva e non limitata ai fondi FESR 2014-20. (!) Mi pare davvero un po pochino per lanciare una call a tre giorni dalla scadenza di un bando per chi fosse interessato a sviluppare e presentare un’applicazione in assenza di pre-esistenti dati aperti su tutte le tematiche che per magia, la stessa dovrebbe coprire. Ma quello é il mondo di OZ.
Infine, rispondendo al condivisibile commento del professore-startupper Antonio Gentile – anche lui con imprinting anglosassone e meritocratico – sulla necessità di formare capacità ad innovare, interne all’assessorato, con particolare riferimento alla capacità di abilitare l’innovazione attraverso la redazione di bandi esigenti e ben strutturati, l’assessore risponde cosi: “Non sono io che ho fatto comunicato …io ho solo detto ad un convegno che sarebbe auspicabile che qualcuno rispondesse alla manifestazione di interesse del bio cluster proponendosi di fare un app contest per il turismo in Sicilia …se non verrà fuori da li faremo manifestaz interesse direttamente dal dipartim turismo. Accetto i tuoi consigli a difesa della mia reputazione.”
Quindi, in sostanza, a tre giorni dalla scadenza di un bando volto a segnalare un interesse a essere qualificati come attori siciliani dell’imminente Expo – in base a quale criterio meritocratico? – l’assessore auspica – condizionale – che qualcuno manifesti il proprio interesse, non a presentare un’app, al momento impossibile, vista l’assenza di dati aperti sui portali regionali, bensì un app contest!
Ma questo, caro assessore, é compito del pubblico, non del privato!
E poi prosegue paventando una ulteriore, futura manifestazione d’interesse che ribadisco é uno strumento poco ortodosso nonché oggi obsoleto. Quindi poche idee e abbastanza confuse. Sempre dal profilo Facebook dell’assessore Li Calzi, mi imbatto in un ulteriore esempio di comunicazione che confonde le idee, questa volta di gruppo, relativa al presunto rilancio del Teatro Massimo, gioiello palermitano e vanto italiano nel mondo, della lirica e non.
Secondo questo articolo da lei condiviso, il Teatro Massimo e l’omonima fondazione, ripartono con un piano pluriennale grazie al supporto di un gruppo di sponsor “privati.” Nel triennio 2014-2016 si prevede infatti una somma di 215 milioni di euro di cui 90 milioni della Fondazione Sicilia, 45 mila da AMG e 35 mila da Sispi. In sostanza, la municipalizzata del Gas e il partner tecnologico del Comune di Palermo, unico socio Sispi, forniscono oltre il 37% di questo lauto finanziamento. E i privati? Confindustria Palermo (24mila euro) e Confcommercio Palermo (15mila euro) sostengono soltanto la programmazione 2014-2015 ed alla fine appare anche la società presieduta dall’assessore comunale uscente alle attività produttive con la bellezza di 5 mila euro. Quindi, fondazione a parte, risultano abbastanza stucchevoli i commenti delle parti in causa che pongono l’accento sul coinvolgimento dei privati nel rilancio di una eccellenza locale quale il Massimo. Un trionfo di auto-referenzialità parzialmente innaffiato dagli apporti finanziari degli stessi enti pubblici che gli intervistati rappresentano.
Concludendo, la capacità di comunicare in maniera effettiva, per chi amministra e fa politica é oggi cruciale. Si rischiano cattive figure. Caro assessore, le consiglio vivamente di rivedere la sua strategia, comunicativa e politica, calibrandole il più possibile, alle risorse a sua disposizione. Mi riferisco in particolare alle competenze interne alla sua amministrazione. Un uso strategico e strutturato dello strumento dei bandi può risultare infatti, in una leva per lo sviluppo e potrebbe finalmente esaltare il turismo siciliano come vero giacimento al momento sottoutilizzato.
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