Enti locali

Consiglio Regionale Lombardo al via tra sorrisi e mal di pancia

5 Aprile 2018

Un’aula tracimante di persone. Ci sono i volti nuovi. Quelli vecchi. Quelli rimasti a metà nell’attesa di un possibile recupero grazie a qualche cavillo di legge. Ci sono i dipendenti vecchi degli uffici politici e quelli appena incaricati. Ci sono quelli che pensano di avercela fatta. E quelli che pensano di aver perso tutto.

Il primo giorno in Consiglio Regionale è qualcosa di più  di un semplice primo giorno di scuola. È la strada di mezzo, un purgatorio per molti e un paradiso per qualcuno. È anche il giorno in cui vi è l’ufficializzazione in aula dei consiglieri eletti ed è anche il giorno in cui viene scelto il nuovo presidente del Consiglio. Ci sono le voci pettegole di chi ostenta la vittoria personale e la sconfitta del nemico. Ci sono giovani ed avvenenti signore con tacco 12, enfant prodige della politica che scoprono l’uso della giacca e della cravatta. Poi ci sono anche gli inevitabili capannelli, dentro il quale si sprecano le analisi politiche, si assumono embrionalmente le prime decisioni politiche.

Ciascuno segna il territorio. Tutto trabocca di testosterone e illusioni, di cinismo politico, di pragmatica realtà, di illusioni virtuali. Il circo mediatico fa poi la sua restante parte. Chi cerca le prime interviste. Qualche giovane recluta della carta stampata o del web fa la conoscenza dei palazzi del potere. Il tutto sotto lo sguardo assorto e accondiscendente di chi da sempre dentro il Palazzo ci vive con alterni risultati, ma sempre inside; mai outside.

Qualcuno sale le scale, qualcun altro le scende. Si affastellano speranze e delusioni. In un saliscendi molto simile alla vita. Alla fine il presidente del consiglio viene nominato. E’ Alessandro Fermi di Forza Italia che ha preso 55 preferenze sulle 80 complessive. Vice presidenti, Carlo Borghetti del Pd e Francesca Brianza della Lega. Tutto come sempre. Nulla di nuovo sotto il cielo. Si chiude il sipario e partono gli applausi. La legislatura ha avuto il suo avvio. “Vediamo chi arriva in fondo” è il cinico commento di qualche vecchia volpe. Benvenuti nel magico mondo della politica. Dove governare è un dovere. Più spesso un piacere.

 

A margine abbiamo sentito: Riccardo Pase, Lega, ex Responsabile Provinciale del Carroccio con cui abbiamo parlato del caso della rievocazione storica di Cologno Monzese in cui la ricostruzione – tra gli altri – di un campo nazista ha fatto infuriare la sinistra.

Dopo di lui il momento della nomina del Presidente del Consiglio Alessandro Fermi.

Dopo di lui arriva la nomina di uno dei vicepresidenti: Carlo Borghetti del Pd. Lo abbiamo sentito.

Infine una delle protagoniste del giorno: Silvia Sardone di Forza Italia. Mrs. 11.000 preferenze non è stata indicata dal suo gruppo per alcuna carica. “Hanno preferito rinunciare a un assessorato piuttosto che darlo a me. Se qualcuno mi ha chiamato fuori dal partito di Berlusconi? Certo che mi hanno chiamato, e quel partito continua a crescere mentre noi perdiamo consensi”.

La Sardone è forse l’unica tra quelli che potrebbero gioire ad essere proprio arrabbiata.

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