Enti locali
Cari candidati presidenti, ma le liste civiche non devono rappresentare voi?
È sempre divertente assistere alle reazioni dei candidati alla presidenza di Regione nei confronti di alcuni candidati delle liste a loro sostegno. Dinanzi a chi fa notare le candidature discutibili, la risposta è sostanzialmente questa: “Mica potevo controllare tutti i candidati”. Anche il pugnace Vincenzo De Luca, candidato alla guida della Campania, ha usato questa formuletta dal sapore vagamente pilatesco. E tuttavia sarebbe anche una risposta vera, se si trattasse di liste presentate da altri partiti alleati con tanto di simboli. Se un partito X sostiene il candidato Y alle Regionali, quel partito è libero di scegliere chi inserire in lista. Sono le segreterie locali a decidere in quei casi, e quindi l’aspirante governatore non può avere troppa voce in capitolo, benché qualche parolina può sempre proferirla. Del resto è lui a metterci principalmente la faccia. Ma le presunte liste civiche sono un’altra cosa, ahiloro.
Nel caso specifico l’elenco di personaggi dal profilo chiacchierato è piuttosto lungo (come racconta Giuseppe Alberto Falci su Gli Stati Generali) e rimando quindi alla lettura di quell’articolo per avere un panorama chiaro sui nomi. Tuttavia, la questione politica, al di là dei candidati, è ben evidente: in queste liste di sostegno vengono imbarcati ex avversari, o presunti tali, sotto altre insegne, non quelle di partito ufficiale. Allora viene da fare una domanda: ma le liste civiche non sono quelle che esprimono le “forze sociali”, sostanzialmente lontane dalle politica, che sposano un progetto politico per un territorio? Non a caso si chiamano civiche: sono espressione della parte di società civile che ‘scende in campo’ per un programma specifico. Invece vengono usare come il bisturi di un chirurgo estetico: servono per fare un restyling.
Insomma, l’obiettivo sostanziale sarebbe quello di favorire la partecipazione di personalità di spicco delle mondo professionale, o anche semplici cittadini che vogliono rappresentare un’istanza, impegnandosi in prima linea. Ovviamente tra le liste civiche delle Regionali 2015 ci sono persone che incarnano questo spirito: anzi spero e credo che siano tante. Ma nell’epoca in cui la trasparenza è un obbligo ineludibile, è doveroso che tutti, e sottolineo tutti, i candidati delle liste civiche rispondano appunto alla logica del civismo. E quindi, sì, bisogna controllare il percorso di ognuno di loro (che poi è un compito che richiede qualche ora, mica interi secoli). Anche perché – sia detto con rispetto – chi diventa presidente di Regione deve essere attento a cose ancora più complicate da scoprire e verificare durante il mandato.
Detto in altre parole, forse ancora più crude: i candidati alla presidenza dovrebbero prestare particolare attenzione alle liste strettamente legate al loro nome o, comunque, a un determinato progetto politico. Perché il candidato alla presidenza che invita a non votare un candidato che lo sostiene è una cosa che farebbe ridere, se non accadesse in Italia.
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