Enti locali

Al nuovo sindaco di Livorno un augurio in forma di lettera

20 Giugno 2019

Caro Luca,

Permettimi l’inizio un po’ brusco di questa articolo in forma di lettera a commento dei risultati delle elezioni di Livorno. Si fa presto a dire ‘modello’. Perché è questa l’espressione con cui è stata maggiormente commentata la tua vittoria a Livorno lo scorso 9 giugno. Solo che a questo termine si è ricorso anche nel commentare la vittoria a Piombino del sindaco Francesco Ferrari, uomo di FdI. Quindi occorre innanzitutto sgombrare il campo da un equivoco, perché il concetto di modello a cui stiamo facendo riferimento è neutro, quindi può essere sia di destra che di sinistra. Allora, al di là di alcune semplificazioni giornalistiche, commentando i risultati elettorali del recente ballottaggio sia a Livorno che a Piombino, che cosa intendiamo per modello? A volerla risolvere facile verrebbe da dire che il modello è qualcosa che serve più a livello nazionale che locale, intendendo dire con questo che la segreteria del PD dovrebbe fare tesoro delle esperienze locali per ritrovare una bussola e cercare di costruire un’alternativa alla destra di Salvini, parte politica che in questo momento sembra godere di particolare salute a giudicare dai consensi.

A volerla guardare invece sul piano locale, che è poi la stessa cosa, perché a mio parere nazionale e locale possono essere separati solo a livello teorico, il modello è rappresentato dall’unione di forze politiche in senso tradizionale, il PD e MDP a Livorno, FdI, Lega, e Forza Italia-Udc a Piombino, con alcune liste civiche che sono andate a sostegno dei partiti tradizionali. A Livorno è stato il caso di ‘Futuro’ e ‘Casa Livorno’, a Piombino invece della lista ‘Ferrari Sindaco’. Tu stesso tieni a rimarcare la tua natura di candidato civico, di uomo della società che, chiamato a mettersi in gioco, ha dato la sua disponibilità a partecipare direttamente in un certo momento storico alle sorti del suo territorio. Ma c’è qualcosa di più nel modello che tu sicuramente incarni, qualcosa che devi appunto al tuo civismo. E’ la capacità di unire che hai già testimoniato in campagna elettorale rispetto all’ala più a sinistra dello schieramento che già rappresentavi, e adesso, che da candidato sei diventato sindaco, unire in maniera ancora più ampia tutto il territorio e tutte le forze che in esso trovano voce sia a livello politico che associativo, tutte quelle energie preziose di cui Livorno fortunatamente è ricca.

E’ strana la sorte toccata a Piombino, che dista 90 km da noi, e che con noi condivide la medesima Autorità Portuale di Sistema. Strana perché la storia in quella città sembra essere andata in maniera diametralmente opposta rispetto alla nostra. Lì ha vinto il candidato della destra e in maniera decisa. E anche i voti degli operai sembrano essere andati a ingrossare il bottino delle urne. A Livorno, invece, la gente ha votato decisamente a sinistra, sia nel primo turno, che al ballottaggio. La notte del 9 giugno ero insieme ad altri amici in via Cambini, davanti al tuo comitato elettorale. E’ bastato poco per capire che il vantaggio che stavi segnando non avrebbe avuto margini di ripresa da parte del candidato del centro-destra. Dopo circa 45 minuti dall’inizio dello spoglio era già chiaro che avresti vinto ampiamente, e ci siamo attrezzati tutti, tu compreso, per raggiungere Palazzo Civico, dove i giornalisti ti stavano aspettando. Una marcia verso il comune, per accompagnarti, come abbiamo fatto durante tutta la campagna elettorale, verso quello che per cinque anni sarà il tuo nuovo ufficio e anche la casa comune di tutti.

Per il modello di civismo che tu incarni ti auguro di riuscire a dialogare quanto più possibile con il nuovo sindaco di Piombino, e ho visto che hai già cominciato a farlo, essendovi recati entrambi in Regione a chiedere certezze sulla governance della Autorità Portuale di Sistema che condividiamo, oggi commissariata, e per chiedere che sia Livorno che Piombino, in quanto aree di crisi complessa, possano essere riconosciute dal governo nazionale come zone economiche speciali. Per il modello di civismo che tu incarni ti auguro anche di nominare presto un consigliere straniero aggiunto, uno dei tanti stranieri che vivono in città e che con noi cittadini condividono quello spazio vitale che è fatto delle nostre strade e dei nostri viali, delle nostre ville e dei nostri mari, delle nostre scuole e dei nostri itinerari. E anche qui vedo che hai già provveduto alla cosa, come prevede la convenzione di Strasburgo del 1994, perché quei 7.600 stranieri che vivono e lavorano in città meritano sicuramente attenzione e ascolto. Per il modello di civismo che tu incarni ti auguro di avere attorno a te persone che possano condividere la tua stessa visione, la tua stessa passione, specie dentro la giunta comunale, ma anche qui vedo che hai già provveduto, scegliendo persone competenti e di cui puoi fidarti.

Luca, ho creduto fin dall’inizio in questa avventura, prima come candidato, ora come amministrato. Sembra quasi impossibile essere arrivati in fondo, sembra quasi impossibile avere vissuto la festa che c’è stata il 9 giugno notte alla notizia che al ballottaggio Livorno aveva scelto te. Perché ‘politica’ e ‘festa’ sembrano due categorie difficilmente avvicinabili, allora ti auguro anche, e sempre per quel modello di civismo che tu incarni, di offrire spesso a Livorno e ai suoi cittadini occasioni di fare festa per le scelte politiche che farai, e confermare anche e livello internazionale Livorno per quello che è sempre stata, una città aperta, libera e civile, una città solidale e dal sorriso sempre pronto per tutti. Io vorrei tanto che le mie due bambine potessero crescere in una città fatta così. E a giudicare dalle prime cose che stai facendo credo che ci riusciremo proprio a dare loro quello che si meritano. Il modello politico che io sogno ha la forma di un sorriso, quello di tutte le persone che incontrandoti nei prossimi mesi e nei prossimi anni, avranno la certezza che in politica non esistono più steccati e contrapposizioni, ma solo porte aperte e luoghi di incontro, e che può esistere anche una politica fatta così, cominciando proprio da Livorno.

Allora buon lavoro a te, a tutta la giunta, e anche a tutti i consiglieri.

 

Marco

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