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Inchiesta Consob, Vegas interrogato dopo Pasqua

30 Marzo 2015

Si conoscerà solo dopo Pasqua il destino del presidente della Consob Giuseppe Vegas, quando sarà convocato per essere interrogato dai magistrati di Roma che lo indagano per abuso d’ufficio in relazione alle assunzioni di alcuni stretti collaboratori  Lo scorso dicembre, dopo la chiusura dell’inchiesta, era stato lo stesso Vegas a chiedere, tramite i propri legali, di essere ascoltato dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal sostituto Giuseppe Deodato al fine di chiarire la propria posizione.

Da allora sono però trascorsi più di tre mesi. Il tempo è stato necessario ai pm per esaminare le corpose memorie difensive depositate dal presidente della Commissione che vigila sulla Borsa, per disporre tutti gli ulteriori accertamenti utili a verificare la fondatezza delle argomentazioni della difesa e per prepararsi all’interrogatorio, che altrimenti si sarebbe risolto in una mera verbalizzazione di quanto Vegas ha da dire sulla vicenda. Nelle memorie consegnate ai pm a dicembre i difensori del numero uno della Consob, gli avvocati Titta e Nicola Madia, spiegano perché il loro assistito avrebbe agito entro il solco della legalità, citando, tra l’altro, le sentenze con cui Tar e Consiglio di Stato hanno dato il via libera ad alcune delle assunzioni oggetto dell’inchiesta, non ravvisando alcun profilo di illegittimità dal punto di vista delle procedure seguite.

Vegas è indagato perché avrebbe abusato dello strumento della chiamata diretta per attuare una sorta di spoil system e piazzare nei posti chiave della Commissione i suoi uomini. In particolare, avrebbe bypassato le regole interne in base alle quali, prima di ricorrere alla cooptazione diretta, avrebbe dovuto cercare di ricoprire le posizioni vacanti con personale in servizio. L’inchiesta, partita nel febbraio 2013 dopo una una segnalazione di Federconsumatori e Adusbef, riguarda quattro assunzioni: quella del direttore generale Gaetano Caputi, proveniente dall’Ufficio legislativo del Tesoro, che lo scorso gennaio ha presentato le dimissioni (per ragioni non connesse all’inchiesta romana, avevano precisato fonti della Commissione) ed è stato sostituito da Angelo Apponi, ex responsabile della divisione emittenti; quella di Francesca Amaturo, quadro del ministero dell’Economia messa a capo dell’Ufficio di presidenza della Commissione; quella di Gabriele Aulicino, ufficiale delle Capitanerie di porto in aspettativa cooptato come responsabile dell’Ufficio attività parlamentare e di governo con la qualifica di condirettore; quella di Luca Cecchini, funzionario di seconda rimasto a lungo a disposizione di Vegas e poi spostato all’Ufficio stampa.

Le assunzioni alla Consob durante la gestione Vegas sono state oggetto di numerose contestazioni e polemiche. Le ultime, l’estate scorsa, hanno investito la decisione di bandire un esame-colloquio interno, piuttosto che un concorso pubblico aperto a tutti, come previsto di solito in questi casi, per stabilizzare 43 precari. Tra loro, anche Aulicino, Amaturo e Cecchini. Sia le stabilizzazioni che le nomine decise da Vegas sono da tempo oggetto di una serie di ricorsi, promossi in sede amministrativa da alcune sigle sindacali interne, che hanno spesso portato a giudizi contrastanti. In particolare, nel caso di Aulicino, il Tar ha dapprima annullato l’assunzione, ritenendo che fossero stati violati i requisiti di eccezionalità previsti dal regolamento interno per ricorrere alle assunzioni a chiamata diretta. La decisione è stata in un primo momento confermata dal Consiglio di Stato che tuttavia, in seguito, in sede di giudizio di merito, ha ribaltato la sentenza certificando la legittimità dell’azione di Vegas. Proprio a questo giudizio si appellano i difensori del numero uno della Consob per sostenere la totale liceità delle assunzioni al centro dell’indagine della procura di Roma.

Il nocciolo della questione verte sulla corretta applicazione di alcune disposizioni amministrative. Una norma del 2005 ha infatti ampliato la possibilità di ricorrere allo strumento della chiamata diretta per rendere meno ingessata la gestione del personale, spesso afflitta dai mali della burocrazia. Ma il regolamento Consob vieta, salvo casi eccezionali, di assumere esterni per incarichi dirigenziali, imponendo di verificare se vi siano già all’interno della struttura le competenze che si stanno cercando. A questa domanda i vertici risposero in prima battuta no, ma cambiarono idea pochi mesi mesi: da qui la segnalazione alla magistratura che a breve dovrà pronunciarsi, sancendo la correttezza dell’azione di Vegas oppure chiedendo la sua incriminazione per abuso d’ufficio. Su entrambe le richieste, rinvio a giudizio o archiviazione, dovrà in ogni caso pronunciarsi il giudice per le indagini preliminari.

 

 

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