Appalti
Sydney 2000: le Olimpiadi della corruzione
La favola racconta di uno storico francese, Pierre de Coubertin, che ad appena 30 anni organizza, nel nome del dilettantismo e della pace universale, i primi giochi olimpici della storia moderna, nella capitale di quella Grecia che, oltre duemila anni prima, aveva inventato le Olimpiadi[1]. Nessuno ha mai analizzato approfonditamente cosa sia successo nei fatti. Da dove venissero i soldi, l’influenza politica, l’organizzazione (Atene, ai tempi, era un poverissimo villaggio di pescatori), la spinta politica. Nella favola c’è spazio solo per i buoni sentimenti.
Eppure, fin da subito, i Giochi Olimpici, come l’Esposizione Universale, sono diventate le prime due grandi manifestazioni della globalizzazione – entrambe di marca francese. Oggi, oltre un secolo più tardi, la baggianata del dilettantismo è solo un ricordo, e l’obiettivo di organizzare le Olimpiadi una manifesta operazione di marketing economico, commerciale, politico e diplomatico. E come tutte le manifestazioni terrestri di questo tipo, le Olimpiadi sono il biotopo ideale della corruzione.
Nella storia dei giochi moderni, la XXVII edizione (Sydney 2000) viene considerata una delle migliori mai disputate[2] e, quindi, detiene probabilmente anche il triste record della corruzione, ad iniziare dall’influenza nell’ambito del Comitato Olimpico Internazionale (CIO)[3]. Questo organo decide chi organizza, quali discipline abbiano il diritto di farne parte (l’esclusione del pentathlon moderno e di alcune specialità della lotta ha nei fatti ucciso questi sport, non praticati più da nessuno, non esistendo una vetrina internazionale interessante)[4].
L’organizzazione dei Giochi, per una città, significa visibilità a livello mondiale, l’aumento dei flussi turistici, lo sviluppo di infrastrutture, investimenti finanziari, orgoglio nazionale come cemento politico interno[5]. E poi c’è il lato sportivo e passionale, che rende un evento indimenticabile – e Sydney non è stata avara, in questo senso: l’emozionante finale del baseball fra gli Stati Uniti e Cuba[6]; l’impresa del decatleta statunitense Chris Huffins, bronzo per essere riuscito, in una straziante gara dei 1500 metri piani, a migliorare di ben 12,5 secondi il proprio record personale[7]; l’incetta di ori da parte della ciclista olandese Leontien van Moorsel, tornata in strada dopo anni di malattia[8]; il bronzo nel salto con l’asta di Vala Flosadóttir, prima donna a regalare all’Islanda una medaglia olimpica[9]. Quanto ai padroni di casa, le Olimpiadi di Sydney sono quelle del nuotatore Ian Thorpe, che vince tre ori e due argenti[10].
Storia di una grande vittoria australiana
Passata la festa, nessuno chiede più cosa sia successo nel procedimento di assegnazione. Lo sport vince, nella memoria pubblica, e le Olimpiadi, ancora oggi, trasformano ragazzi e ragazze in eroi eterni. Quando cala il sipario, il CIO ha già deciso a chi assegnare non solo le Olimpiadi successive, ma anche quelle che si terranno otto anni più tardi. La complessa decisione politica, diplomatica e di lobbying ha già avuto luogo, e chi doveva essere pagato ha già intascato.
La candidatura di Sydney nasce nel novembre del 1990[12] e diventa realtà nel novembre del 1993[13]. L’azienda che gestisce la gara d’appalto ai giochi (Sydney Olympics 2000 Bid Ltd. Sydney) pullula di persone influenti: membri del governo del New South Wales-NSW (di cui Sydney è capitale[14]), del municipio di Sydney e dell’Australian Olympic Committee-AOC (Comitato Olimpico Australiano)[15]. Uno di costoro è John Dowling Coates, avvocato ed imprenditore, dal 1990 presidente dell’AOC[16] (oggi anche vicepresidente del CIO[17]), mentre l’amministratore delegato è Rod McGeoch, un avvocato d’affari e uomo potente dello sport australiano[18].
Nel corso della propria carriera all’interno dell’AOC, Coates ha lottato per la candidatura di Brisbane ai Giochi del 1992 (assegnati a Barcellona) [19], città per cui di recente ottiene i Giochi del 2032[20]. Successivamente ha diretto la campagna per portare a Melbourne i Giochi del 1996, poi assegnati ad Atlanta[21]. Queste esperienze si rivelano fondamentali: quando, nel 1990, Sydney scende in gara, lui sa esattamente cosa fare per convincere i membri del CIO a scegliere l’Australia invece di Manchester[22], Berlino[23] e, soprattutto, Pechino, l’aspirante più accreditata per la vittoria[24].
La procedura di elezione inizia con una visita del comitato di valutazione del CIO alla città candidata. La compagnia aerea australiana Qantas vende loro i biglietti con il 40% di sconto, ed in città gli alberghi, lussuosissimi, per loro sono gratuiti. Vengono condotti a visitare i luoghi delle gare a bordo degli elicotteri di Kerry Packer[25], uno dei più importanti media Tycoon australiani[26]. La cosa insospettisce l’opinione pubblica. All’inizio del 1999 Tom A. Sheridan, ex revisore generale del South Australia[27], viene incaricato dal Ministro delle Olimpiadi del NSW, Michael Knight, di condurre un esame indipendente delle attività della Sydney Olympics 2000 Bid Ltd., al fine di appurare eventuali azioni o comportamenti illeciti.
I risultati vengono resi noti nel marzo del 1999[28]: nel rapporto Sheridan emergono diverse violazioni delle linee relative all’offerta di regali ai membri del CIO, il cui limite è fissato a 200 dollari[29]; due membri del CIO, inoltre, si sono recati a eventi sportivi europei pagati dal Comitato per la candidatura di Sydney: il danese Niels Hølst Sørensen e sua moglie assistono alla finale degli Open di Francia di tennis del 1993, mentre l’irlandese Kevin O’Flanagan e suo fratello sono fra il pubblico della finale di Wimbledon del 1992 – entrambi a spese del Comitato per la candidatura di Sydney[30].
Diverse visite a membri del CIO di altre nazioni, effettuate dall’amministratore delegato della candidatura di Sydney Rod McGeoch, hanno violato le linee guida del CIO: in Mongolia, Brasile, Argentina, Venezuela, Messico e India[32]. Nel maggio 1991 il Comitato per la candidatura si interessa ad una coppia di giovani rumeni desiderosi di emigrare in Australia, Dana e Nicholae Voinov, figlia e genero di Alexandru Siperco, membro rumeno del CIO. Il Rapporto Sheridan suggerisce che aver portato i due giovani in Australia, e aver trovato loro un impiego sia valso il voto di Siperco alla candidatura di Sydney[33].
Nel dicembre 1992, il delegato mongolo Shagdarjav Magvan visita il Taronga Western Plains Zoo, nelle pianure occidentali del Nuovo Galles del Sud[34], dove dimorano 24 cavalli di razza Przewalski, conosciuti anche come Mongolian Wild Horses, che in patria sono prossimi all’estinzione[35]. A seguito di quella visita, il Primo Ministro australiano, l’NSW Zoological Parks Board, Sydney Olympics 2000 Bid e il governo della Mongolia negoziano il trasferimento di alcuni cavalli. Nel 1995, sette esemplari (due provenienti dal Monarto Zoo di Adelaide e cinque dal Western Plains Zoo) di Przewalsky traslocano ad Ulan Bator[36] per un costo totale di 240’000 dollari australiani – e per il voto di Magvan[37].
Sempre secondo lo Sheridan Report, i funzionari del CIO vengono più volte ospitati gratuitamente a Sydney e in diverse parti del paese[38]. Ciò nonostante, i membri del Comitato australiano sono preoccupati per la forza della candidatura di Pechino, soprattutto dopo aver saputo che l’allora presidente della FIFA, il brasiliano João Havelange, sta spingendo i membri sudamericani e africani a votare per la capitale cinese[39]; McGeoch crea allora una società di pubbliche relazioni a Londra con l’intento di attaccare la Cina sui diritti umani; il governo australiano, temendo disastrose conseguenze sul piano delle relazioni internazionali, blocca la campagna prima che abbia inizio[40]. John Coates non si arrende ed offre, poche ore prima della votazione, 35’000 dollari ciascuno ai delegati CIO del Kenya e dell’Uganda, ufficialmente come sostegno alle attività olimpiche dei rispettivi paesi[41].
Tra il 24 luglio e il 20 agosto 1993 Coates visita 11 paesi africani allo scopo di rinsaldare relazioni con i comitati olimpici locali[42]; durante la visita vengono firmati accordi di collaborazione con i comitati olimpici di Nigeria, Costa d’Avorio, Mali, Togo, Camerun, Kenya, Uganda, Swaziland, Mauritius, Congo e Zimbabwe: Coates si impegna per 2,05 milioni di dollari australiani (comprese forme di sostegno minore a Thailandia, Argentina e Colombia), pagati da Sydney 2000 Olympics Bid Limited all’AOC (responsabile di distribuirei sostegni alle singole federazioni) fra il settembre e il dicembre 1993[43]. Dato che questi pagamenti sono alle federazioni, e non ai singoli membri del CIO, la cosa passa senza generare scandalo[44].
Vengono assunti due lobbysti professionisti, Mahmoud El Farnawany e Gabor Komyathy, il primo (Africa ed Asia) per 180’000 dollari australiani, il secondo (Europa dell’Est) per 200’000 dollari australiani[45]. Il delegato australiano del CIO Phil Coles svolge identica attività a Parigi: si intrattiene a cena con diversi membri del CIO, partecipa ad eventi sportivi, invia regolari rapporti ai membri del Sydney 2000 Olympics Bid; la spesa per il lobby team di Parigi è di circa 160’000 dollari australiani[46]. Sheridan sottolinea nel proprio rapporto come la mancanza di indicazioni precise riguardo l’attività di lobbying nelle linee guida del CIO renda queste attività di fatto non sanzionabili, pur essendo palesemente contrarie allo spirito dei Giochi Olimpici[47].
Il 23 settembre 1993 il CIO sceglie Sydney, invece di Pechino, con 45 voti su 89 delegati del CIO[49]. Il primo passo ufficiale è l’Host City Contract, che viene siglato il 23 settembre fra CIO, AOC e Comune di Sydney: all’AOC di John Coates viene garantito il 90% dei profitti dei Giochi, mentre il restante 10% va al CIO. Il Governo del NSW resta fuori dalla spartizione[50]. Il disappunto del Governo è enorme, visto che lo Stato ha pagato 60 milioni di dollari australiani per le spese di organizzazione dei Giochi, si è impegnato a realizzare le infrastrutture, e rimane con nulla in mano[51]. Per effetto dell’Endorsement Contract del 1991, l’AOC – ancora Coates, quindi – ha diritto di veto su ogni questione riguardante il budget della società creata per l’organizzazione dei Giochi, la Sydney Organising Committee for the Olympic Games (SOCOG). Ma al tavolo di poker delle Olimpiadi ogni debolezza, ingenuità ed incompetenza viene severamente punita: la politica australiana paga tutto e si tiene i debiti, mentre i guadagni vanno al SOCOG[52].
Questo è un ente pubblico, e potrebbe essere controllato dal Parlamento, ma in realtà lo statuto sostiene che sia necessario il consenso dell’AOC per modificare l’Endorsement Contract e quello del CIO per l’Host City Contract[53]. Quindi: le Olimpiadi di Sydney vengono nominalmente gestite privatamente ma finanziate pubblicamente, mentre di fatto è sempre un ente pubblico (SOCOG) a sovrintendere i lavori di avvicinamento all’evento[54]. Grave, in tutto questo, l’assoluta mancanza di trasparenza (e, al tempo, la mancanza di copertura mediatica) dei contratti in questione e, soprattutto, le conseguenze che avrebbero avuto sui contribuenti australiani[55]. Il consiglio di amministrazione di SOCOG è nominato in maggioranza dal Governo, ma è instabile, preda di conflitti di interesse fra NSW e AOC.
La tensione è alle stelle, perché Coates continua a far valere il proprio veto sul bilancio e non intende rinunciare alla propria quota sui profitti; la guerra intestina comincia a mietere vittime: il 6 marzo 1996 l’imprenditore Gary Pemberton si dimette da presidente del coniglio di amministrazione, venendo sostituito da John Iliffe[56]. Michael Knight diviene Ministro per le Olimpiadi del NSW (Nuovo Galles del Sud)[57] quando il governo laburista di Bob Carr viene eletto nel 1995[58]. Presenzialista, con un approccio pratico alla gestione dei Giochi, Knight è tra gli artefici della soluzione al pericoloso stallo in cui versa il consiglio del SOCOG, che viene trovata una domenica di marzo del 1996, durante una cena in un ristorante cinese fra Coates e lo Knight, chiamata The Night of the Long Prawns (la notte dei lunghi gamberi): l’accordo prevede che Knight garantisca i diritti televisivi a una somma fissa per l’AOC, che in cambio rinuncerebbe al proprio potere di veto ed al 90% sui profitti[59].
Coates ottiene così, per i diritti televisivi, la somma di 100 milioni di dollari australiani, che vengono pagati all’AOC non con i profitti, ma con le entrate iniziali dei giochi; il Comitato Olimpico guadagna i suoi cento milioni di dollari prima di verificare se l’evento abbia effettivamente generato un profitto[60]. Non ancora soddisfatto, Coates riesce ad inserire nell’accordo una clausola che cementa il controllo dell’AOC sui Giochi: viene istituito un organismo interno al SOCOG, chiamato Sports Commission (Commissione per lo Sport), presieduto da Coates e controllato in maggioranza dall’AOC. A questa Commissione vengono delegate tutte le responsabilità (e relativo budget) del Consiglio di Amministrazione in materia di sport[61].
L’accordo che dà al Comitato Olimpico 100 milioni di dollari e il controllo della Sports Commission segna l’inizio di una salda amicizia fra Coates e Knight, i due che, di fatto, gestiscono i Giochi. Questa alleanza si rivela presto cruciale per le ambizioni di Michael Knight di ritagliarsi un ruolo ancora più importante, aprendo la strada alla sua nomina a presidente del consiglio di amministrazione del SOCOG (settembre del 1996) al posto di John Iliffe, mantenendo la carica di Ministro per le Olimpiadi[63]. La percezione da parte degli addetti ai lavori è che i Giochi siano fortemente politicizzati[64].
A questa decisione segue una mossa mediatica: Knight e Coates raccontano ai giornali che il SOCOG è in confusione, non è in grado di gestire i Giochi, e che i preparativi sono a malapena iniziati. I titoli dei giornali che ne derivano dicono tutto: Giochi in crisi, Knight interviene[65]. Sandy Holloway viene nominato nuovo CEO di SOCOG[66] – un burocrate di Canberra e vecchio collega del senatore Graham Richardson[67], figura centrale dell’ala conservatrice del partito laburista[68], ex Ministro dello Sport australiano[69], mentore di Michael Knight e organizzatore della “Notte dei lunghi gamberi”[70]. Nel novembre del 1997 Richardson (membro del consiglio di amministrazione del SOCOG dal 1996[71]) viene nominato da Coates Sindaco del Villaggio Olimpico[72].
La nomina di Richardson solleva proteste da parte del partito liberale, che vorrebbe liberarsi di lui qualora vincesse la tornata elettorale del 1999[73]. I liberali, in caso di vittoria, vogliono sostituire Knight con Rod McGeoch, uno dei maggiori artefici della vittoriosa campagna di Sydney e membro del consiglio di amministrazione di SOCOG. La macchina del fango di Knight si scatena[74]. McGeoch lascia la politica, scrive un libro di memorie di successo[75], gira il paese come apprezzato oratore[76] e diventa consulente per la candidatura di Atene ai Giochi del 2004[77], con un compenso intorno al milione di dollari[78]. A causa di questo incarico è costretto a dimettersi dal consiglio d’amministrazione di SOCOG[79].
A metà novembre il Daily Telegraph scrive che McGeoch avrebbe chiesto un compenso di 8000 dollari australiani per tenere un discorso sulle Olimpiadi. Al giornale è trapelato un documento del consiglio di amministrazione, scritto da Michael Knight; si tratta della prima fuga di notizie che suggerisce conflitti tra gli affari di McGeoch e il suo ruolo al SOCOG. McGeoch dichiara di aver saputo del compenso quando ha ricevuto una telefonata dal giornalista coinvolto[80]. Il documento sarebbe, dunque, un falso prodotto da Knight. Diciotto mesi prima della cerimonia di apertura, i lavori di realizzazione delle infrastrutture per i Giochi sono comunque a buon punto: molte delle sedi sono state completate e Homebush è stata trasformata da discarica abbandonata di rifiuti tossici[81] in un complesso olimpico modello[82]. Le dimissioni dell’ex eroe McGeoch vengono subito dimenticate.
Dopo la festa
Le Olimpiadi di Sydney hanno generato perdite per 2,1 miliardi di dollari[84]. La città ha guadagnato alcune strutture di livello mondiale e l’opportunità di ospitare un evento straordinario ma, per strada, si è perso di vista lo spirito olimpico di solidarietà, fair play e fratellanza nei meandri di una triste lotta degli organizzatori per accaparrarsi un sostanzioso bottino. Lo sport olimpico australiano ne è uscito arricchito: nelle casse dell’AOC, dopo i Giochi, restano 88 milioni di dollari australiani[85]. John Coates ha raggiunto il proprio obiettivo – a spese del popolo australiano: avere un AOC indipendente e ricco.
Nessuno sa quanto abbiano guadagnato Coates e Knight. Si sa solo che sono diventati manager di diversi fondi di investimento del gruppo texano DFA Dimensional Fund Advisors, e che vivranno una vecchiaia senza grattacapi finanziari[86]. L’unico effetto è stato rendere ancora più evidente (e, stranamente, più accettato) il fatto che dietro l’intera macchina del Comitato Olimpico Internazionale e delle singole federazioni sportive (una su tutte, la potentissima FIFA, che gestisce le sorti del calcio) sia un’unica, mostruosa macchina corruttrice, dilapidatrice di denaro pubblico, e che le gare sportive, ancora più oggi che durante la Guerra Fredda, sono competizioni per l’affermazione dei nazionalismi delle grandi potenze – esattamente come era già nello spirito dei Giochi Olimpici dell’ellenismo. L’essere umano non cambia mai.
[1] https://olympics.com/ioc/pierre-de-coubertin ; https://www.britannica.com/biography/Pierre-baron-de-Coubertin
[2] https://www.dailytelegraph.com.au/news/sydney-olympic-games-15-top-moments-from-the/news-story/1d44b29863399f4c6af6a1c95c1e0057
[3] https://olympics.com/ioc/administration
[4] https://library.olympics.com/default/candidatures.aspx?_lg=en-GB
[5] https://www.economicshelp.org/blog/29/sport/costs-and-benefits-of-the-olympics/ ; https://thesportsschool.com/benefits-of-olympics-for-hosting-country/
[6] https://www.usabaseball.com/news/topic/general/otd-92700-pro
[7] https://worldfilmreviews.us/sydney-2000-stories-of-olympic-glory/
[8] https://cyclingtips.com/2020/08/one-of-the-greats-catching-up-with-dutch-champion-leontien-van-moorsel/
[9] Peter Matthews, “Historical Dictionary of Track and Field”, Scarecrow Press, 2012, p. 107
[10] https://olympics.com/it/atleti/ian-thorpe
[11] https://www.dailytelegraph.com.au/news/nsw/sydney-olympics-from-frogs-halting-construction-to-stadium-built-on-sand-sydney-was-not-immune-to-olympic-host-controversy/news-story/742bd413747d35567001d7ce5004dad4
[12] https://www.canberratimes.com.au/story/6912752/how-sydney-won-the-2000-olympic-bid/
[13] https://library.olympics.com/Default/doc/SYRACUSE/37644/sydney-2000-share-the-spirit-sydney-olympics-2000-bid-ltd
[14] https://www.nsw.gov.au/about-nsw/key-facts-about-nsw#:~:text=Sydney%20is%20the%20capital%20of,the%20eastern%20coast%20of%20NSW.
[15] “SYDNEY 2000: SHARE THE SPIRIT”, Vol. 1: General information = Renseignements généraux, Sydney Olympics 2000 Bid Ltd. Sydney, 1993
[16] https://olympics.com/ioc/mr-john-coates-ac
[17] https://olympics.com/ioc/executive-board
[18] https://www.celebrityspeakers.com.au/speakers/rod-mcgeoch-am/
[19] https://www.abc.net.au/news/2021-02-28/brisbane-2032-games-may-be-john-coates-olympic-legacy/13200000
[20] https://www.abc.net.au/news/2021-07-21/brisbane-queensland-announced-as-2032-olympic-games-host-city/100311320
[21] https://www.insidethegames.biz/articles/1078526/an-australian-hacking-it-in-the-olympic-big-time
[22] Christopher Law, “Manchester’s Bid for the Millennium Olympic Games”, in “Geography” Vol. 79, No. 3 (July 1994), pp. 222-231
[23] https://www.upi.com/Archives/1991/03/07/Berlin-officially-bids-for-2000-Olympic-Games/5301668322000/
[24] https://www.nytimes.com/1993/09/24/sports/olympics-there-s-no-joy-in-beijing-as-sydney-gets-olympics.html
[25] https://www.theepochtimes.com/how-sydney-won-the-2000-olympic-bid_3490082.html
[26] https://halloffame.melbournepressclub.com/article/kerry-packer
[27] https://www.afr.com/politics/auditor-general-criticises-sa-public-service-19880908-k3022
[28] https://webarchive.nla.gov.au/awa/19991209130000/http://www.deloitte.com.au/content/socog_report.html
[29] Sheridan Report, p. 33
[30] Sheridan Report, p. 33
[31] https://olympics.nbcsports.com/2014/04/02/2000-us-olympic-baseball-team-tommy-lasorda-doug-mientkiewicz-ben-sheets/
[32] Sheridan Report, p. 35
[33] Sheridan Report, pp. 38-39
[34] https://taronga.org.au/dubbo-zoo
[35] https://nationalzoo.si.edu/animals/przewalskis-horse
[36] Sheridan Report, pp. 47-48
[37] Sheridan Report, p. 48
[38] Sheridan Report, pp. 31-32
[39] https://www.afr.com/companies/how-sydney-won-race-19930927-k5l5q ; Marcus P. Chu, “Sporting Events in China as Economic Development, National Image, and Political Ambition”, Springer Nature, 2021, p.18 ; https://www.latimes.com/archives/la-xpm-1999-may-25-mn-40821-story.html
[40] https://www.scmp.com/article/104884/man-who-beat-beijing
[41] Sheridan Report, pp. 42-43
[42] Sheridan Report, p. 42
[43] Sheridan Report, pp. 43-44
[44] Sheridan Report, p. 46
[45] Sheridan Report, p. 35
[46] Sheridan Report, p. 36
[47] Sheridan Report, p. 36
[48] https://www.mediaintoronto.com/egyptian-communitys-leader-mahmoud-elfarnawany-dies-aged-89/
[49] https://www.smh.com.au/sport/from-the-archives-1993-sydney-wins-olympic-bid-20190911-p52q6u.html
[50] Kristine Toohey, Tracy Taylor, “Australian Sport: Antipodean Waves of Change”, Routledge, 2013, p. 116
[51] https://www.smh.com.au/sport/from-the-archives-coates-of-many-contracts-20200812-p55kxp.html
[52] Kristine Toohey, Tracy Taylor, “Australian Sport: Antipodean Waves of Change”, Routledge, 2013, p. 116
[53] Mark Brabazon, “The Legal Structure of the Sydney Olympic Games”, UNSW Law Journal, Volume 22(3), 1999, pp. 668-69
[54] Mark Brabazon, “The Legal Structure of the Sydney Olympic Games”, UNSW Law Journal, Volume 22(3), 1999, pp. 668-69
[55] Mark Brabazon, “The Legal Structure of the Sydney Olympic Games”, UNSW Law Journal, Volume 22(3), 1999, p. 672
[56] Harry Gordon, “The Time of Our Lives: Inside the Sydney Olympics : Australia and the Olympic Games 1994-2002”, Univ. of Queensland Press, 2003, p. 83
[57] https://www.parliament.nsw.gov.au/members/Pages/profiles/knight_michael-steven.aspx
[58] https://www.parliament.nsw.gov.au/members/Pages/member-details.aspx?pk=2041
[59] https://www.smh.com.au/national/nsw/how-the-night-of-the-long-prawns-shaped-sydney-s-olympic-bounty-20201001-p56134.html
[60] Harry Gordon, “The Time of Our Lives: Inside the Sydney Olympics : Australia and the Olympic Games 1994-2002”, Univ. of Queensland Press, 2003, p. 64
[61] https://www.smh.com.au/sport/from-the-archives-coates-of-many-contracts-20200812-p55kxp.html
[62] https://www.smh.com.au/national/nsw/how-the-night-of-the-long-prawns-shaped-sydney-s-olympic-bounty-20201001-p56134.html
[63] https://www.parliament.nsw.gov.au/Hansard/Pages/HansardResult.aspx#/docid/HANSARD-1820781676-9989/link/1946
[64] https://www.afr.com/companies/ruling-troika-in-socog-empire-19990902-k8y70 ; https://apnews.com/article/3eebf3553b84689dcffd1afcd1197100 ; https://www.washingtonpost.com/archive/sports/1999/01/26/sydneys-main-man-shows-how-its-done/746d75f3-7798-4c2e-a5f8-a8cc67c971bb/
[65] https://www.youtube.com/watch?v=0stuuh6VckU
[66] https://australiansportreflections.com/2021/09/22/sydney-2000-olympic-and-paralympic-games-power-brokers-expect-many-changes-in-brisbane-2032s-journey/
[67] http://www.gwb.com.au/gwb/news/197/2903.html ; https://www.journeyman.tv/film_documents/539/transcript/
[68] https://premiernational.com.au/graham-richardson
[69] https://australiansportreflections.com/2021/09/22/sydney-2000-olympic-and-paralympic-games-power-brokers-expect-many-changes-in-brisbane-2032s-journey/
[70] https://www.smh.com.au/national/nsw/how-the-night-of-the-long-prawns-shaped-sydney-s-olympic-bounty-20201001-p56134.html ; https://www.afr.com/companies/ruling-troika-in-socog-empire-19990902-k8y70
[71] https://www.celebrityspeakers.com.au/speakers/graham-richardson/
[72] Harry Gordon, “The Time of Our Lives: Inside the Sydney Olympics: Australia and the Olympic Games 1994-2002”, Univ. of Queensland Press, 2003, p. 159
[73] https://www.journeyman.tv/film_documents/539/transcript/
[74] https://www.irishtimes.com/sport/sydney-committee-in-disarray-1.218958
[75] https://www.goodreads.com/book/show/4028822-bid
[76] https://www.saxton.com.au/speakers/rod-mc-geoch
[77] https://www.nzherald.co.nz/nz/get-cracking-on-planning-for-rugby-world-cup-says-expert/MQBNXQWLGDV5DAC7QQZ5XSO4LQ/
[78] https://www.youtube.com/watch?v=0stuuh6VckU
[79] https://www.afr.com/companies/mcgeoch-quits-its-personal-19981125-k8fap
[80] https://www.youtube.com/watch?v=0stuuh6VckU ; https://www.afr.com/companies/ruling-troika-in-socog-empire-19990902-k8y70
[81] https://www.latimes.com/archives/la-xpm-1998-feb-24-sp-22525-story.html
[82] https://www.sydneyolympicpark.com.au/
[83] https://en.wikipedia.org/wiki/2000_Summer_Olympics_closing_ceremony#/media/File:Closing_ceremony1.jpg
[84] https://www.researchgate.net/publication/4833453_The_Sydney_Olympics_seven_years_on_an_ex-post_dynamic_CGE_assessment#:~:text=With%20these%20assumptions%2C%20we%20find,loss%20of%20approximately%20%242.1%20billion.&text=Content%20may%20be%20subject%20to%20copyright.&text=Content%20may%20be%20subject%20to%20copyright.,-Eleventh%20Floor%2C%20Menzies
[85] https://www.afr.com/policy/john-coates-independent-olympic-finances-crucial-to-team-success-20170502-gvwypf
[86] DFA Investment on Nexis
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