Appalti

Il rischio dell’indifferenza verso gli scandali tangenti

31 Marzo 2015

Da qualche anno ho notato una cosa riguardo all’impatto che certe notizie di attualità hanno sulla mia mente. Non la stimolano più di tanto. Mi riferisco in particolare agli scandali giudiziari che colpiscono i politici, i dirigenti e più in generale i potenti del nostro paese. Tendo a leggere i titoli, a buttare un occhio all’articolo ma poi cambio e preferisco soffermarmi su altri argomenti. Mi sono sempre chiesto se è un mio problema di sensibilità o se è un atteggiamento condiviso dalla maggioranza dei miei connazionali. La risposta che mi sono dato, forse una motivazione di comodo, è che probabilmente sono vittima di una sorta di sindrome all’italiana, una abitudine ormai sempre più solida a certi scandali giudiziari che rende gli stessi poco sorprendenti ai miei occhi. Ci ho fatto il callo insomma. Diceva un famoso poeta, un arcobaleno che dura un quarto d’ora non lo si guarda più. La routine annoia, perde di attrattività, riduce gli stimoli. Ecco perché forse non sbarro più gli occhi quando la mattina apro il giornale e leggo a caratteri cubitali che, anche oggi, è stato arrestato quel dirigente, o è indagato quel politico, e così via.

Tangenti, tangenti e ancora tangenti. Se facessimo uno screen delle parole più scritte sui giornali, ‘tangenti’ sarebbe senza dubbio nella top ten. Fate un giochino, andate su Repubblica e scrivete ‘tangenti’ nel motore di ricerca. Impostate come periodo 1 gennaio 2015-30 marzo 2015, avrete 272 risultati contenenti quella parola. Se fate lo stesso sul New York Times ne avrete 48. Non vuol dire nulla lo so, è un’indagine senza alcun valore scientifico-statistico di rilievo, però è un particolare che fa comunque riflettere vista anche la grande differenza di popolazione tra Italia e Stati Uniti.

A questo punto farò un altro giochino: riassumo per punti i grandi scandali per tangenti avvenuti in Italia nel solo mese di marzo 2015. Li conoscete già, ma rivederli tutti insieme farà più effetto e fa rendere meglio conto del peso che la parola ‘tangenti’ ha nel nostro dizionario quotidiano.

– Il 2 marzo, nell’ambito dell’inchiesta ‘Vitruvio’, sono finiti in manette due funzionari del Comune di Roma, un imprenditore e un vigile urbano. Intascavano mazzette per qualche migliaia di euro, in cambio chiudevano un occhio sugli abusi edilizi nel quartiere capitolino Boccea.

– Il 3 marzo è stato arrestato il Presidente della Camera di commercio di Palermo Roberto Helg. Aveva chiesto ed ottenuto il pagamento di una tangente da 100mila euro a un esercente del settore della ristorazione.

– Il 4 marzo due dirigenti dell’azienda EdilMazzei sono stati arrestati. Dopo essersi aggiudicati l’appalto per i lavori di manutenzione al Policlinico di Pavia con un’offerta al ribasso, avrebbero intascato mazzette dalle imprese sub-appaltatrici per rientrare nei costi. L’operazione ha portato al sequestro di 4 milioni di euro.

– Il 6 marzo la Corte dei Conti ha disposto il sequestro di un milione 619mila euro al colonnello della Guardia di Finanza Fabio Massimo Mendella. Il colonnello avrebbe accettato tangenti per oltre un milione di euro in cambio di verifiche fiscali “morbide”.

– Il 10 marzo la Procura di Torino ha perquisito otto aziende e cooperative nell’ambito di un giro di sponsorizzazioni sospette da 50mila euro alla Lega Nord per il Giro della Padania, come prezzo per ottenere l’appalto per la costruzione della Torre Fuksas di Torino, futura sede della Regione Piemonte.

– Il 16 marzo una mega-operazione giudiziaria ha portato all’arresto dell’ex capo della Struttura tecnica di missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Ercole Incalza, per un sistema di tangenti sulle grandi opere pubbliche. Nelle stessa inchiesta ci sono stati altri arresti eccellenti (Perotti, Pacella, Cavalli), decine di indagati e sono spuntati nomi di un certo rilievo, tra cui quello dell’ormai ex Ministro per le infrastrutture Lupi.

– Il 17 marzo è stato arrestato Antonio Gozzi, Presidente di Federacciai e della squadra di calcio della Virtus Entella. Per l’accusa avrebbe pagato tangenti ad alcuni ufficiali pubblici del Congo per ottenere appalti.

– Il 20 marzo lo scandalo ha colpito Infrastrutture Lombarde, la controllata della Regione Lombardia voluta da Roberto Formigoni per la realizzazione di opere cittadine di rilievo. In manette sono finiti i vertici della struttura, tra cui il dg Antonio Rognoni. Truffa ed associazione per delinquere i capi d’accusa (che sono ben 68 se spalmati a tutti gli arrestati).

– Il 20 marzo 8 persone sono state arrestate nell’ambito di uno scandalo tangenti al Tribunale di Latina. Aste truccate, bustarelle e parcelle gonfiate, questo il sistema messo in piedi da un giudice e alcuni commercialisti.

– Il 30 marzo è stata la volta del sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino, che avrebbe intascato una mazzetta da 330mila euro per la metanizzazione dell’isola.

Questi sono solo i 10 maggiori episodi di scandalo tangenti del mese di marzo. Volendo essere pignoli ed includendo anche casi a minore eco mediatico, la lista sarebbe ancora più lunga. Tangenti per accaparrarsi servizi funebri a Udine, tangenti a Roma da parte di un funzionario Asl e di un vigile per chiudere un occhio su alcune irregolarità di un centro benessere, tangenti a Forcella ottenute dai boss mafiosi locali per lasciare in pace alcuni piccoli imprenditori del paese.

Si potrebbe andare avanti all’infinito, ma mi voglio soffermare sui 10 casi che ho citato in precedenza. Dieci casi nel mese di marzo, dieci casi in 30 giorni, una media di uno scandalo tangenti ogni tre giorni. Ogni mattina ci svegliamo e sappiamo che c’è il 33% di possibilità che la prima notizia del giornale riguarderà degli arresti per tangenti. Ecco l’apatia del cittadino italiano verso questo tipo di notizie. Nulla di nuovo, semplice routine. E’ questa la vera deriva che la società italiana sta vivendo. Certo, potrei essere un caso isolato e magari ognuno di voi continua a rimanere sconvolto un giorno ogni tre quando legge la parola ‘tangenti’. Ma ho la sensazione che non sia così.

Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti. Martin Luther King conosceva meglio di chiunque altro quella malattia sociale chiamata indifferenza. Ed oggi è proprio questa indifferenza, questa incapacità inconscia di indignarsi, il peggior nemico della lotta alla corruzione.

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