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Il dramma, l’umanità e la speranza: vi racconto il mio negozio emotivo a Bergamo
Come stanno vivendo le piccole medie imprese, gli artigiani, le partite iva questo periodo di emergenza sanitaria? Ma soprattutto, chi sono? E perché dovremmo scegliere loro anziché grandi marchi, spesso tutti uguali, che ci ingolosiscono per via delle mode del momento e magari per prezzi stracciati?
Il Coronavirus ha inevitabilmente indebolito e messo in crisi piccole o anche ben avviate realtà che quotidianamente lavorano con passione per ritagliarsi uno spazio nel mercato. Realtà che fanno ricerca del prodotto, delle materie prime se lo realizzano, che propongono originalità, qualità e cercano di veicolare un concetto, un messaggio, oltre che vendere.
Nella prima puntata del mio piccolo viaggio tra queste bellissime realtà italiane ho intervistato Daniela Chignoli, fondatrice di Flamingo, un negozio, un contenitore di idee, culture, che ha la sua casa in piazza Pontida a Bergamo, città martoriata dal Covid_19.
Com’è nato Flamingo Bergamo?
Flamingo ha aperto effettivamente i suoi battenti verdi sulla bellissima Piazza Pontida a Bergamo nel febbraio del 2008, ma nella mia testa e nel mio cuore è nato molto tempo prima, un grandissimo sogno che non ho voluto tenere nel cassetto. Nasce dalla voglia di proporre abiti, accessori e complementi d’arredo dal sapore unico ed originale. Flamingo è il mio angolo di mondo, Flamingo è il negozio che anch’io amo scovare quando sono all’estero, quella chicca che in un istante ti fa viaggiare fra mille culture, paesi e tradizioni, è figlio dell’universo. Ho lavorato tantissimo e ho fatto molti anni di “gavetta” per poi prendere la grande decisione di lasciare un posto sicuro sempre nel settore, per ascoltare la mia vera natura, quella di fare ricerca, e creare delle bellissime connessioni.
Di cosa ti occupi principalmente? Cosa proponi nel tuo negozio?
Mi occupo principalmente di fare ricerca, in ogni dove, sono molto orgogliosa che Flamingo sia stato numerose volte uno dei primi negozi ad aver accolto e voluto nella sua famiglia, aziende ed artigiani, spesso ancora sconosciuti in Italia, è stato come costruire un ponte, ed è una bellissima gratificazione, scegliere senza seguire canoni che troppo spesso questo mondo della moda vuole importi. Flamingo è un negozio emotivo, io lo definisco così, da Flamingo non entri perchè ti serve qualcosa, da Flamingo ci entri perchè ne sei attratta, perchè qualcosa ti ha richiamato, e spesso sono gli abiti e gli oggetti a sceglierti, e tu non puoi non amarli. Quello che propongo da Flamingo è uno stile non convenzionale, unico ed originale, uno stile per chi ha voglia di osare ed essere se stesso, non segue particolari mode se non quelle dettate dalla propria natura, e stimoli. Il nostro mood da sempre è Vivi ciò che sei.
Quali problematiche hai riscontrato in questo periodo di emergenza sanitaria?
Tasto dolente, troppo dolente. Questa situazione è stata dolorosa e drammatica per tutta l’Italia, ma la mia città, Bergamo,
è stata letteralmente messa in ginocchio, l’ha fatto in modo silenzioso, umile e rispettoso, sono sicura che ci rialzeremo, ma troppo troppo dolore, non posso e non voglio aggiungere altro, perchè credimi che in questo periodo io ho solo pensato al “valore umano” e al dolore che abbiamo avuto per la situazione in cui ci siamo trovati, e nonostante abbia un’attività (unica mia fonte di sostentamento) che vi assicuro ci ha rimesso molto, il mio pensiero più grande è sempre per le vittime di questa tragedia.
Le misure del governo in qualche modo ti sono state d’aiuto?
Le misure del governo? Io ho chiuso la mia attività prima delle disposizioni date dal governo, mi sono messa una mano sul cuore e una sulla coscienza, e la mia scelta è stata più che coerente con il mio credo, per me rimanere umani, è una questione che va oltre a qualsiasi interesse, soprattutto economico. Questo potrebbe essere e dovrebbe essere il grande momento del governo per dimostraci che non ci lascia soli, che c’è un’Italia unita, che si tiene la mano, che si aiuta e si rialza insieme, questo è il momento per abbattere, snellire, agevolare la troppa burocrazia che spesso soffoca e distrugge le piccole e medie imprese.
Quanto contano i social network e il web per una realtà come Flamingo?
I social per Flamingo contano moltissimo, ho un seguito a dir poco meraviglioso, ma la cosa più bella è che sono riuscita a trovare la mia formula di comunicazione senza snaturarmi, senza artefatti, si è creata una community autentica e meravigliosa, che mi sostiene sempre. In questo periodo ho ricevuto centinaia di messaggi di sostegno, di pensieri.. ho sempre pensato che nella vita ciò che semini raccogli, diciamo che in un periodo come questo, e non lo avrei mai pensato, ho raccolto dei frutti di affetto, amore, di stima, che ricorderò per tutta la vita.
Quali iniziative hai intrapreso per far fronte a questo periodo?
Ho dovuto trovare il mio equilibrio in questo periodo, ho dovuto metabolizzare cosa ci stava accadendo e non mi è venuto subito facile reagire, trovare soluzioni o iniziative. Ho uno shop online che in periodi non sospetti ha funzionato sempre bene ed è super conosciuto, ma anche lì ho deciso per le prime settimane di quarantena di sospendere le spedizioni. Ora le spedizioni sono riprese, lavoro in modo scrupoloso e in totale sicurezza. Seguo costantemente la mia pagina Instagram, lavoro molto con quella, e cerco quasi tutti i giorni di dare ispirazioni e donare svariati consigli a chi mi segue, diciamo che cerco di tenere compagnia senza obbligare niente e nessuno a fare qualcosa, quello che faccio è condividere attimi di quotidianità e creatività, utilizzando immagini, raccontando storie, pensieri e poesie, mi piace la condivisione libera e autentica, non tutti i miei post sono finalizzati alla vendita, anzi.
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