Partiti e politici
Siate almeno un pochino più mediocri e ditelo: non ci resta che la Monarchia
È partita con Monti, lo ricordava il direttore Tondelli in un articolo molto più serio del mio, l’abdicazione della politica. Per carità, non è che prima fossimo nell’alveo della democrazia greca, quella antica si intende non di Tsipras, ma di certo quel momento ha segnato plasticamente il passo indietro, la rinuncia, la palese affermazione di un’incapacità pubblica. Il doppio mandato di Napolitano come Presidente della Repubblica rappresentava lo stesso segno di insignificanza della classe dirigente. Nel girone della quotidianità siamo arrivati a Draghi, con la medesima sensazione di aver ceduto per interno la sovranità parlamentare ad un uomo, prestigioso e capace, pena la caduta nelle fosse infernali dell’immobilismo. Ora, ragione vuole che prima o poi bisognerebbe alzare la testa, cercare con un minimo di dignità di dimostrarsi, non dico abili, ma almeno mediocri. Pusillanimi, incapaci, sulla via dell’analfabetismo di ritorno, privi di qualsiasi autorevolezza ma con un minimo di pudore. E invece il balletto è imbarazzante. Il massimo dello splendore lo si gioca, facendo trapelare l’idea di un Mattarella Bis, per la fottuta paura di vedere Draghi trasferirsi da Palazzo Chigi al Quirinale. Eventualità quest’ultima che lascerebbe un cratere che questi poveri cristi non saprebbero come saturare, se non andando ad immediate elezioni martellandosi, di fatto i coglioni, perdendo il benedetto seggio. Si potrebbe risolvere tutto mettendo mano all’articolo 84 della Costituzione che esplicita chiaramente che la figura del presidente del Consiglio e quella del presidente della Repubblica non possono essere svolte dalla stessa persona, ma ci vorrebbe tempo, competenze, capacità decisionali di una certa verga, che questo Parlamento non ha in dote. Non ci resta che invocare l’intervento del vicino Vaticano, la discesa dello spirito Santo, (siamo in periodo natalizio e la cosa non apparrebbe così sacrilega) e sancire definitivamente la fine della Repubblica Democratica Parlamentare. Perché una bella Monarchia assoluta, con tanti partiti che giocano a fare i rivoluzionari o i reazionari, non dispiacerebbe davvero a nessuno. Alla faccia della Carta, dei Padri Costituenti, dei settantacinque anni di storia. Basterebbe essere un po’ meno pusillanimi, un po’ meno banali, un po’ meno meschini. Solo un po’ più seriamente mediocri. Suvvia!
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