Partiti e politici

Quella cazzata liberista di tutelare i lavoratori

4 Ottobre 2019

In un paese dove evidentemente non ci sono cose più importanti da raccontare, apprendiamo dalla stampa che un certo signore avrebbe rilasciato una serie di dichiarazioni pubbliche in merito ad alcune idee liberiste su cui si sarebbe ricreduto.

Ora queste dichiarazioni sono state formulate in modo sufficientemente vago da lasciare spazio a interpretazioni opposte come testimoniato dalla decina di scambi su twitter che ci sono voluti per assistere una persona genuinamente interessata a capire di che cosa si stesse discutendo.

Proviamo allora a mettere un paio di idee in fila. La cazzata liberista rinnegata dal signore in questione prevede che vadano tutelati

I lavoratori e non i posti di lavoro

L’idea di fondo è che i soggetti meritevoli di tutela siano gli individui e non le posizioni lavorative. Questo vuol dire che, se un’azienda è in crisi, la strada migliore per assistere i suoi dipendenti consiste nell’aiutarli a trovare un altro lavoro ed eventualmente supportarli nella fase di transizione (sia economicamente che dal punto di vista della formazione). Tenere in vita aziende, che non possono sopravvivere senza sussidi, serve solo a ritardare la loro liquidazione e peggiorare le condizioni dei lavoratori, che rimangono come sospesi in un limbo, in una situazione di dipendenza dall’intervento pubblico che li rende facili prede di politici a caccia di consenso.

Perché quest’idea è qualificata come “cazzata”? Perché secondo il signore in questione, che in passato si è trovato a gestire diverse crisi aziendali in qualità di ministro, non è possibile riconvertire i lavoratori, segue citazione:

“Una delle più grandi cazzate che abbiamo raccontato è che non si salvano i posti di lavoro, ma si salva il lavoro. Per cui pensiamo che un operaio di cinquant’anni che ha passato la vita a fare impianti può andare a lavorare nell’economia delle app. Queste cazzate le abbiamo sostenute, io le ho sostenute, per 30 anni. E poi dice che vincono i sovranisti…”.

Dunque i lavoratori hanno bisogno di protezione e quella protezione si può realizzare solamente tenendo in vita artificialmente i posti di lavoro => visto che non sono capaci di fare altri lavori, se vuoi tutelare i lavoratori devi tutelare i posti di lavoro (anche il modo in cui questo concetto viene espresso lascia spazio a dubbi interpretativi).

Su cosa sia una cazzata e cosa una buona idea mi rimetto alle preferenze politiche di chi legge. Mi limito ad esporre due semplici argomenti logici contro la difesa dei posti di lavoro:

  • 1-l’unico modo per salvare tutti i posti di lavoro è istituire uno stato socialista
  • 2-salvare  solo alcuni posti di lavoro è un ingiustizia

Se ammettiamo che i lavoratori non siano capaci di riconvertirsi ad altra occupazione e che sia necessario difendere i loro posti di lavoro tenendo in vita artificialmente le imprese stiamo implicitamente assumendo che prima o poi lo stato diventi l’unico datore di lavoro.

Perché un’impresa dovrebbe “sbattersi” a competere sul mercato se può entrare in crisi e chiedere il soccorso dello stato?

Perché non tutte le imprese saranno salvate e non tutti i lavoratori avranno il beneficio della tutela del loro impiego. Ci sono lavoratori di serie A come quelli di Alitalia e lavoratori di serie B, C etc.che ogni giorno perdono il lavoro senza che nessun politico scenda in piazza per loro. 

E’ probabilmente deprecabile da parte mia pensare che aiutare solo alcuni lavoratori risponda a logiche di ricerca del consenso, pertanto rimango disponibile ad ascoltare interpretazioni alternative.

Questo breve articolo a tutti quelli che credono che non esistano cazzate liberiste e buone idee protezioniste, ma solo meccanismi di mercato che storicamente si sono provati efficaci e misure di politica economica che invece hanno evidentemente dato prova del contrario.

https://youtu.be/TPaV7nmzzy0

@massimofamularo

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