Lavoro
Soft Skills fondamentali per far crescere un professionista
Fa impressione vederli. Non solo per l’esuberanza. Colpisce osservarli, perché se ne stanno in una sala stipata con oltre cento persone e non si distraggono un attimo. Sono i ragazzi di un’accademia di Milano che curano le soft skills academy. Fanno impressione perché tra loro ci sono un imprecisato numero di ragazzi che sono figli di seconda generazione. Hanno il colore della pelle del re del calcio: Pelé. E la sua stessa voglia di vincere
Colpiscono perché dopo oltre due ore vogliono ancora partecipare, dicendo la loro, facendo domande che di solito hanno un unico filo comune: come faccio a crescere in un’azienda? Come miglioro le mie performance? Come esco da una condizione di disagio? Come esco dalla mia comfort zone? Come rialzarmi se cado?
È a quel punto che capisci che i ragazzi di oggi non hanno paura di formarsi. Non hanno paura dei sacrifici e dello studio. Hanno invece l’inquietudine di capire chi sono davvero e quali siano i loro reali bisogni, di fronte all’enorme mole di attesa creata su di loro.
Osservando come rispondono loro gli imprenditori, in queste immagini Stefano Ferranti, imprenditore, e Fabio Carpano, consulente aziendale, è ancora più affascinante capire cosa cerchino davvero le aziende. Selezionano i più capaci tecnicamente? No, perché non basta. Non basta essere una persona che conosce a memoria procedure e organigrammi, tecnicismi e normative, se poi non sa relazionarsi con gli altri.
Trovo che l’occasione permetta una riflessione anche sul tipo di società che stiamo costruendo. Non siamo solo numeri. Non siamo solo scienza. La tecnica non ha ancora preso il sopravvento, come ha sempre filosoficamente eccepito il Professor Severino. Siamo anche pathos. Siamo anche emozioni. Non potremmo fare a meno di questa condizione per essere quello che siamo. Noi questa condizione non la coltiviamo. Ecco che all’improvviso maturi la consapevolezza della perseveranza che occorre per migliorare se stessi, per affrontare nuove sfide.
E per accompagnare i nuovi giovani verso l’uscio di una casa comune. Quello della passione per la vita. In cui lo scambio con l’altro è la condizione essenziale dell’essere. È lì che capisci che hai partecipato ad una serata di formazione che somiglia molto ad una lezione di filosofia di vita. Dove la tecne è marginale rispetto all’ontos. Se non sei, nulla è. Neppure la pervicace convinzione dell’efficacia di una procedura, è. Se non si reincarna con la persona, non vale nulla. Coltivare una procedura è un meccanismo. Coltivare un’anima, è arte
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