Lavoro
Dalla rivoluzione verde all’elemosina di stato, il tradimento m5S
Il fascio-accattonismo: povertà per tutti e benessere per nessuno
Il controllo delle masse nacque con il fascismo alla ricerca di una massa critica di sostegno in un momento storico in cui la Grande Guerra aveva falcidiato lavoro e opportunità di crescita. Senza mezzi di produzione, senza risorse autoctone, l’Italia trovò nel fascismo la giustificazione per un processo di falsa crescita basata sul neo-imperialismo coloniale del “ posto al sole”. Nacque l’idea di assicurare con sussidi il sostegno delle masse, dando pane e sussidi con l’aspettativa di nuove conquiste. Dopo la Liberazione, l’Italia della ricostruzione vide nel clientelismo e nell’assistenzialismo a pioggia il mezzo di controllo dell’elettorato. E siamo andati avanti così per anni. Oggi ritorna l’idea elettoralistica, senza prospettiva, di assicurarsi l’elettorato con il più becero assistenzialismo, una forma di istituzionalizzazione dell’accattonaggio, l’elemosina per legge. Il pane attraverso il lavoro e la ricerca della felicità mediante le rose, sono state sempre il credo di un vecchio socialismo senza frontiere ma anche senza prospettive. La necessità di un nuovo socialismo che renda paritetica la società, indipendentemente dal censo e dalle capacità di spesa, passa attraverso la costruzione del lavoro e la ricerca di risorse nuove non certo attraverso la soddisfazione dell’accattonaggio. Il neo-assistenzialismo accattone porterà voti ma nuove povertà, finché non arriveranno le nuove tendenze del XXI secolo, capacità di produzione sostenibile e equamente distribuita. Il neo-populismo accattone impererà fino all’avvicendamento naturale verso lo sviluppo delle possibilità sostenibili di lavoro. Dare il pane elemosinato è il perfetto neo-fascismo, dare il lavoro e le opportunità il neo-socialismo. Ne deriva un concetto nuovo di produzione sostenibile che è quello della pariteticità tra le masse, e ne deriva anche che la vera opportunità è quello dello sviluppo meritocratico al contrario dell’assistenzialismo diffuso di cui è intriso il concetto di reddito di cittadinanza, che reca in sé il marchio della “povertà per tutti”.
Ecco il vero tradimento del 5S: nati per un sostegno concreto alla rivoluzione sostenibile, antifossili, hanno finito per ingenerare un controtendenza di restaurazione del vecchio sistema assistenziale, con il reddito di cittadinanza che è elemosina per legge e istituzionalizzazione del precariato. Al contrario avrebbero dovuto sostenere la rivoluzione sostenibile come era nella primigenea ispirazione di Grillo. Al contrario ha prevalso la linea aziendalistica di Casaleggio che aveva ed ha per mira il controllo dell’elettorato o di quota parte di esso. Lo stesso dicasi per la Lega, nata negli anni Ottanta per il sostegno alla PMI e finita oggi nel vortice del controllo elettoralistico del Centro-Sud dove spopola con l’assistenzialismo d’antan. Ha tradito le aspettative padane, malgrado avesse intercettato le istanze della produzione, come era nella Lega di Bossi che conquistò la Stalingrado d’Italia, Sesto S. Giovanni dove la massa operaia e dei salariati vide nella Lega il nuovo PCI. Conquista dell’elettorato e del potere attraverso l’assistenzialismo sono dunque il neo-fascismo?
Il PD con il reddito di inclusione ha seguito la stessa strada, mimetizzandosi nel copia-incolla. Deduzione: il cripto-fascismo sta dilagando come tsunami politico, contaminando anche partiti storici e un pezzo consistente d’Europa.
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