Lavoro

Cinema, gli attori chiedono un contratto nazionale

23 Settembre 2018

Con un video pubblicato anche sul sito del Corriere Facciamolaconta, gruppo nato nel 2015 e che raccoglie quasi 1500 attori italiani, ha lanciato oggi la sua campagna per ottenere un contratto nazionale dell’audiovisivo. A differenza dello spettacolo dal vivo infatti nel cinema non esiste un contratto nazionale per gli attori. Ad avere minimi sindacali, orari e regole sono solamente tecnici e comparse. Tutele superflue – potrebbe pensare qualcuno – visto che su questa fetta di mondo del lavoro pesa un’aura di privilegio che però, alla prova dei fatti, si rivela priva di riscontri reali. Accanto a un numero limitato di star strapagate infatti lavorano decine di migliaia di attori in una condizione strutturale di precariato, senza ammortizzatori sociali e con regole pensionistiche che rendono spesso difficile maturare una pensione che consenta di smettere di lavorare.

Vitad’artisti (2017), studio realizzato dai ricercatori della Fondazione Di Vittorio, promosso dall’SLC CGIL, con la collaborazione della stessa Facciamolaconta, di ApTI-Associazione per il Teatro Italiano e altre realtà del settore, ha disegnato un’immagine concreta di un settore di mondo del lavoro poco conosciuto e spesso impropriamente idealizzato. I dati riguardano lo spettacolo dal vivo, ma si tenga presente che la distinzione tra teatro e cinema è per molti versi artificiale, poiché la maggior parte degli attori lavora sia a teatro che al cinema e in televisione. Secondo gli autori del rapporto in Italia nel 2015 erano 137mila i lavoratori dello spettacolo, di cui 74mila attori, anche se il numero di chi ha il lavoro in questo settore come attività principale si riduce a 38mila, all’incirca metà nella prosa e metà nella musica. Si tratta di lavoratori con uno spettro contrattuale che nel 2015 andava dal tempo indeterminato (4%) al voucher (9,2%), poi abolito, ma con una prevalenza di tempo determinato/collaborazione (63%) e prestazione d’opera a partita IVA (23%). Nel recente rinnovo contrattuale del teatro poi è stato introdotta anche la fattispecie del lavoro intermittente. Il 61% degli intervistati ha dichiarato di svolgere lavoro straordinario non retribuito e il 70% prove non retribuite. Risultato: sempre nel 2015 il 51,4% guadagnava meno di 5mila euro l’anno, mentre addirittura il 94% degli under 30 sta sotto la soglia dei 10mila euro l’anno.

Si tratta di una situazione che si inserisce del resto in un contesto internazionale. In un rapporto della società americana Korn Ferry sulla stagnazione salariale tra i lavoratori qualificati, i cui risultati sono stati annunciati pochi giorni fa, gli autori hanno analizzato 19 tra le maggiori economie mondiali, ricavandone che anche i lavoratori con competenze professionali elevate oggi guadagnano in media meno di 10 anni fa, allo scoppio della crisi, perché gli aumenti delle retribuzioni nominali di fatto sono stati più che bruciati dall’inflazione, nonostante l’economia sia tornata a crescere.

Per affrontare la situazione gli attori di Facciamolaconta hanno deciso di scendere in piazza il 6 ottobre a Roma, insieme ai lavoratori del settore lirico-sinfonico e a quelli dei beni culturali, dando vita a una ‘manifestazione per la cultura e il lavoro’, che vedrà protagoniste numerose associazioni del settore, organizzazioni sindacali e studentesche e una rappresentanza di partiti di sinistra. Il corteo, che inizierà alle 10 da  Porta San Paolo si concluderà in Piazza Mastai a Trastevere.

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