Musica
Il Paradiso secondo Simone: il nuovo spettacolo di Simone Cristicchi
In occasione dei 700 anni dalla morte di Dante, va in scena “Paradiso dalle tenebre alla luce” il nuovo spettacolo di Simone Cristicchi, con l’orchestra Oida diretta da Valter Sivilotti. La rappresentazione, libera interpretazione del viaggio dantesco, è stato scritto dal cantautore in collaborazione con Manfredi Rutelli per la produzione di Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Accademia Perduta Romagna Teatri, Arca Azzurra, Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato e sarà in scena, per un debutto di tournée che toccherà sette città italiane, dal 23 al 28 luglio in Piazza del Duomo a San Miniato. Simone Cristicchi, autore e musicista, oltre ad aver scritto l’opera, è co-autore, con Valter Sivilotti, delle musiche originali, e ha firmato canzoni e regia dello spettacolo.
Si parte da una suggestione, quella delle sensazioni evocate dalla lettura del Paradiso dantesco, per passare immediatamente a una libera riflessione individuale sulla tensione umana verso l’infinito, l’elevazione, la ricerca di un “paradiso” personale, fatto di di riflessioni teoriche, ma anche di grande concretezza, di episodi di vita vissuta. Un viaggio interiore dall’oscurità alla luce che accomuna, nel passare dei secoli, tutti gli uomini e che ha trovato espressione in opere letterarie, teologiche, filosofiche, epiche e liriche alle quali Cristicchi fa riferimento, in un cammino iniziatico che è, prima di tutto, fatto di conoscenza. La presenza di Dante è costante, ma si manifesta solo nel finale, per quello che l’autore e regista definisce più un musical che una lectura. Inevitabile il confronto con l’ampio lavoro performativo e divulgativo portato avanti da Benigni negli anni, ma “Paradiso dalle tenebre alla luce” è qualcosa di molto diverso. Ne abbiamo parlato con Simone Cristicchi, per cercare di capire meglio cosa aspetta il pubblico in questo viaggio terreno.
Quest’anno ricorrono i 700 anni dalla morte di Dante, un’occasione importante, che vede molte iniziative di celebrazione del poeta. Come nasce il desiderio di “raccontare” il Paradiso attraverso musica e parola?
Come prima cosa posso dire che questo spettacolo non è dedicato alla lettura e interpretazione del Paradiso, ma a un’intuizione, nata grazie al testo dantesco, legata al concetto stesso di Eden perduto, di paradiso appunto. Nessun intento celebrativo dunque, per quanto la ricorrenza sia ben presente, ma il desiderio di dare voce e forma a ciò che l’incontro con la terza cantica della Commedia ha provocato in me, a un mio percorso spirituale e di ricerca. In scena andrà quindi la mia visione del Paradiso, una riflessione sull’archetipo, fatta attraverso storia, antropologia, filosofia e letteratura. Un viaggio poetico che, personalmente, per me nasce dalla visione delle stelle, un gesto che potremmo definire universale non solo in termini spaziali, ma anche temporali. Osservare le stelle ci avvicina al passato, accorcia le distanze con i nostri antenati, che nei secoli prima di noi hanno compiuto lo stesso atto contemplativo. Si tratta di un modo per approcciare l’infinito e in questo approccio si riducono le diversità con epoche, come il Medioevo, in larga parte aliene rispetto alla nostra contemporaneità. Si tratta di un viaggio in fondo…
Un viaggio che ci accomuna ai nostri antenati, ma anche ad altre culture…
Certamente. Il mito dell’Eden è comune a tutte le civiltà, pur con declinazioni differenti. Si tratta di un archetipo attraverso il quale l’essere umano si interroga in ogni epoca e in ogni spazio su cosa potrebbe significare il “paradiso”. Da qui sono partito nella mia riflessione, che abbraccia, in un capitolo, un fatto storico del recente passato, quello del Golden Record, il disco che la Nasa ha inviato nello spazio nel 1977, dopo averlo inciso con informazioni su ciò che, al tempo, si riteneva valesse la pena di “testimoniare” del mondo, ciò che di bello poteva essere raccolto. Una capsula del tempo, se vogliamo, una navicella nella quale “salvare” la bellezza terrestre. Ognuno di noi, se ci pensiamo, lascia una traccia nel mondo, il suo personale tentativo di raccogliere quanta più bellezza possibile.
Un Paradiso che si può testimoniare insomma…
Un Paradiso terreno direi, fatto di elementi, che possono essere individuati da ciascuno, di imprescindibile valore. Un altro capitolo del mio racconto è dedicato alla natura, al mondo vegetale, alla sua forza e alla sua capacità di resistere, di collaborare per la sopravvivenza. Nel mito dell’Arca di Noè Dio comanda che vengano tratti in salvo gli animali e le persone: non parla di piante, loro possono farcela da sole. Sono solidali, sono connesse. Questo è un elemento di infinito che torna anche nei racconti legati all’Eden…
Quindi parliamo di uno spazio che si colloca solo su questa terra?
No, parliamo anche, e la domanda si fa urgente in un capitolo dedicato, della questione di cosa ci attenda dopo la morte, se esista qualcosa. Una domanda a cui l’uomo da sempre prova a dare risposta, ma senza alcuna possibile certezza. Noi oggi viviamo un’epoca in cui il tabù della morte, anche questo archetipico, è ancor più difficile da affrontare. La morte viene negata, nascosta: difficile trovare elaborazione. Io parto nello spettacolo da un’esperienza molto intima e personale, legata alla scomparsa di una bambina di otto anni. Un fatto che mi ha segnato, personalmente, e che diventa il medium per attingere a domande sul senso del nostro viaggio, sull’oltremondano, che ho cercato di rendere attraverso musica e parole.
I due mondi, quello terreno e quello ultraterreno, quindi si sfiorano?
La questione centrale è legata a una constatazione, ovvero quanto il procrastinare a una possibile vita dopo la morte l’eventuale premio del paradiso, ci deresponsabilizzi dal cercarlo qui e ora, dal contribuire a indagare e costruire le possibilità di eden terrestre. Perché dovremmo rimandare a un “dopo” d’incertezza l’esperienza di qualcosa a cui tendiamo con tanta forza? Noi dobbiamo avere coscienza del fatto che è nostra responsabilità costruire un paradiso terreno, con chi ci circonda, realizzando felicità dove possibile e contribuendo a spargere frammenti di luce.
In questo il viaggio dantesco, tutto oltremondano, tutto terreno, mostra la sua attualità oggi…
Esatto. Ricordiamoci che Dante fa pronunciare a San Pietro un’invettiva durissima contro la Chiesa del tempo, così forte da fargli cambiare il colore del volto. Perché attaccare in quel modo il clero? Perché Dante aveva compreso che il primo problema dell’umanità era, e rimane, quello spirituale. Se l’umanità non rinnova lo spirito, se non avviene un cambiamento di tipo interiore, non potrà esserci ordine né equilibrio culturale o morale. Il problema è nell’uomo, nella sua parte invisibile. Serve un viaggio di purificazione e questo viaggio va fatto, oggi, uscendo dal consueto, avvicinandosi ad altre culture cercando ciò che ci accomuna. Transumanar…una parola mai più utilizzata e bellissima, inventata da Dante: andare oltre l’umano.
Una parola sulla quale oggi sarebbe davvero urgente riflettere, in questo periodo di crisi e incertezza esistenziale…
Credo di si. Dopo quello che abbiamo vissuto nell’ultimo anno e mezzo le cose non sono cambiate nel profondo come si sarebbe potuto pensare. Qualcuno ha deciso di modificare la propria vita, di ribaltare gli schemi, di cercare il suo paradiso, ma una buona parte non vedeva l’ora di tornare al suo personale – e conosciuto – inferno. In questo i vaccini, fondamentali è bene dirlo, non aiutano: non esiste un vaccino, una cura per l’animo, ma le persone stanno male. Viviamo una perdita di senso rispetto alla quale non ci è dato il tempo di riflettere in termini di vere priorità. Dante in questo ci è estremamente vicino con il suo bisogno di indagare costantemente le sfaccettature dell’interiorità. Nel trentatreesimo canto Dante mostra tutta la sua fragilità, ammette di sentirsi un infante di fronte alla grandezza del Paradiso, inadeguato nei mezzi per poterlo descrivere. Per questo ho scelto di inserire per intero nello spettacolo solo questo canto, nel finale, dopo rimandi e richiami interni nel corso dell’opera.
E in questo lo spettacolo differisce da altre esperienze d’interpretazione dantesca…
Questo è teatro canzone, è spettacolo musicale, musical direi quasi. Non si tratta di una lectura dantis come quelle realizzate da Benigni (solo per citare il più celebre oggi), ma di un’opera che punta a veicolare una sensazione, attraverso la musica, immediata e diretta. Per questo ho voluto l’orchestra sinfonica, per questo è uno spettacolo per un solo attore. La musica ha un potere di sintesi eccezionale: è immediata, ma anche epica grazie agli strumenti dell’orchestra. Spero che questa forza possa arrivare al pubblico. Spero poi che da questo viaggio gli spettatori escano con un “pugno nello stomaco”, ma anche con leggerezza. Che possano affrontare riflessioni importanti, ma emergere dalla performance sentendosi sollevati e allo stesso tempo più responsabili. Questo è uno spettacolo di impegno civile, al quale non mi sottraggo in prima persona. Non rappresento qualcun altro in scena, un personaggio, ma sono io, Simone, bambino, ragazzo, adulto, che cerco di compiere un percorso pieno di domande, condividendole col pubblico. Con poche risposte…
PARADISO DALLE TENEBRE ALLA LUCE
scritto da Simone Cristicchi in collaborazione con Manfredi Rutelli
musiche di Valter Sivilotti, Simone Cristicchi
canzoni di Simone Cristicchi
videoproiezioni Andrea Cocchi, disegno luci Rossano Siragusano, aiuto regia Ariele Vincenti, regia di Simone Cristicchi, produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Accademia Perduta Romagna Teatri, Arca Azzurra, Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato
Tournée
Dal 23 al 28 Luglio – San Miniato (PI) – Piazza Duomo – con Orchestra OIDA di Arezzo
29 Luglio – Chiusi Della Verna (AR) – Santuario Francescano – con Orchestra OIDA di Arezzo
30 e 31 Luglio – Forlì – Arena San Domenico – con Orchestra MADERNA di Forlì
1° Agosto – Faenza (RA) – Piazza Nenni – con Orchestra MADERNA di Forlì
3 Agosto – Follonica (GR) – Arena Leopolda – con Orchestra Sinfonica Città di Grosseto
4 Agosto – Pistoia – Fortezza Santa Barbara– con Orchestra OIDA di Arezzo
6 Agosto – Chiusi (SI) – Piazza Duomo
Ph. Credits Luca Brunetti – Simone Fortuna – Ambra Vernuccio
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