Musica

La musica bisestile. Giorno 234. Crowded House

30 Dicembre 2018

La musica dei fratelli Finn è sempre stata allegra, melodiosa, mai ripetitiva, ed è sempre stata una cartolina pubblicitaria a favore della Nuova Zelanda

WOODFACE

 

Neil Finn aveva scritto talmente tante belle ballate, che il pubblico di casa sua era arrivato al punto di chiuderlo in una gabbia pop ed accusarlo di essere dozzinale, e lui aveva reagito scrivendo un album complicatissimo, intitolato (non a caso) “Try whistling this”. Neozelandese traslocato a Melbourne, Neil veniva da una famiglia di musicisti dilettanti, una mamma irlandese ed un padre maori che si erano conosciuti in Italia durante la guerra, e che poi avevano messo insieme i soldi ed erano diventati agricoltori in Nuova Zelanda.

“Woodface”, 1991

Neil e suo fratello Tim suonavano già interminabili concerti di cover quando avevano da poco finito le elementari, e già a quell’età era chiaro che entrambi avrebbero fatto i musicisti professionisti, e poi avevano formato una band, gli Split Enz, che erano tra le band più affermate dell’Oceania e che avevano tentato il grande balzo, quando Neil e Tim andarono a vivere a Londra. Il risultato, invece, fu la morte della band.

Tornati a casa, Neil aveva fondato i Crowded House, che sono stati la band più fortunata venuta dall’Oceania, durata solo quattro album, ma che si è impressa in modo indelebile nella memoria di tutti – anche di noi europei. Lo stile musicale è molto particolare, basato su ballate di stile anglosassone, quasi folk britannico, ma con poi chitarre soliste a metà strada tra la musica etnica e le inversioni armoniche proprie della WestCoast. Allo stesso tempo, è facile ascoltare, quando si seguano con attenzione i Blur, i segni preconizzatori del loro sound più maturo proprio nell’avventura di questi ragazzi neozelandesi.

Loro sono ancora lì, anche se la maggior parte del lavoro di Neil è con sua moglie Dawn (sono insieme da 36 anni…) e con i loro due figli, in una band chiamata Pajama Club. Una band che ha un successo solo in Oceania, ma oramai, a 60 anni, loro sono contentissimi così, e raccontano a tutti di avere avuto una vita lunga, serena e felice. Ho scelto questo disco perché è il primo dei Crowded House, in cui i fratelli Finn tornano a suonare insieme, dopo che Tim aveva tentato, con ondeggianti fortune, una carriera solista. È un disco pieno di belle canzoni, molte delle quali vi ricorderanno certamente la vostra gioventù. Ed ho aggiunto il più grande successo di Tim da solista, che è oltretutto il brano con cui ho incontrato, per la prima volta, i fratelli Finn, oltre al primo singolo dei Pajama Club, la band della sua famigliola neozelandese.

 

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