Amalfi, Napoleone e il brano che sa di limoni, amori e memoria
Davide Napoleone si riprende voce e memoria e ci regala “Amalfi”.
Nell’ultimo anno come autore ha collezionato il secondo posto a X-Factor con “Elefante” dei Booda (firmata con Samuel dei Subsonica e Ale Bavo) e ha creato per la vincitrice di Amici Gaia Gozzi il “Mi ricordo un po’ di me”. Ha prodotto per Giorgieness il singolo d’esordio del suo terzo disco “Maledetta” e sta aspettando il 3 luglio prossimo per condividere col pubblico il disco “Bonsai” di Chiara Galiazzo con la quale ha realizzato il brano “Ci siamo persi”.
Ma “Amalfi”, il brano che da oggi è su tutte le piattaforme digitali, è un’altra cosa. Ecco perché Napoleone lo canta in prima persona. Perché ha un sapore diverso: sa di limoni, amore, ricordi e orizzonti familiari.
Napoleone si arrampica sul suo albero genealogico e lì incappa in un lontano parente, Vito Manzo, nato ad Amalfi il 5 maggio 1919 e morto ancora ad Amalfi il 4 marzo 1957. Sulle tracce di Vito Manzo, nel perimetro della parentela e della stessa vocazione musicale, arriva “Amalfi”.
“L’amore, la paura del futuro e i limoni, questi sono i tre elementi su cui gira la canzone. Il testo racconta di una storia d’amore che sembra impossibile ma che grazie alla magia dei luoghi incantevoli in cui avviene trova compimento. Amalfi, infatti, è un riadattamento di alcuni tra i reperti ritrovati, un viaggio nel passato che ci riporta al presente e all’uso del dialetto come la più alta espressione d’arte contemporanea, un omaggio al Sud Italia”, spiega Davide Napoleone.
Sono ricordi senza nostalgia, echi del passato che arrivano al mondo contemporaneo senza polvere, senza odore di vecchio. Il suono è la sintesi degli Anni Cinquanta e del 2020, dell’estate e del presente, di mandolini e bassi, di note pulite, onde, suoni rubati e distorti.
Il brano è stato prodotto da Davide Napoleone e Fractae, mix e master Simone Sproccati per l’etichetta Tippin’ the velvet.
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