Xacus, la camicia d’autore incontra i grandi chef
Il cibo sulle camicie. Perché se il piatto è d’autore non ha nulla da invidiare a un’opera d’arte. Ecco come nasce la capsule collection Xacus Gusto, in edizione limitata, pensata dall’azienda vicentina nell’anno di Expo 2015 e presentata a Pitti Immagine uomo. Una reinterpretazione originalissima del tema del momento, che ha all’origine la collaborazione con tre tra i più rinomati chef italiani e i loro templi del gusto. Massimo Bottura e Osteria Francescana a Modena, Ernesto Iaccarino con il suo Don Alfonso 1890, e Pietro Leeman con Joia. Ognuno ha creato un piatto speciale che, fotografato da Stefano Scatà, è stato riprodotto nella linea di camicie Beluga Washed, realizzata con tessuti stampati del cotonificio Albini. “Colori, gusto e consistenza” di Leeman, “Camouflage: la lepre nel bosco” di Bottura e “Ortaggi cotti e crudi” di Iaccarino: ecco le Le Xacus Gusto, disponibili in negozi selezionati e sull’e-commerce dell’azienda. “Sono camicie cucite, ma anche cucinate”, dicono da Xacus. Capi che strappano un sorriso e fanno anche del bene: il ricavato delle vendite sarà infatti devoluto ad ABA, l’associazione italiana senza scopo di lucro che si occupa dei disordini alimentari.
UNA STORIA FAMILIARE
È una bella storia italiana quella di Xacus, guidata dai fratelli Paolo e Giorgio Xoccato, figli del fondatore, alla quale partecipano e contribuiscono ogni giorno i circa 350 dipendenti del marchio, oltre ai 200 nell’indotto. Una storia alla quale Intesa Sanpaolo ha voluto dare spazio all’interno di ‘The Waterstone’, il padiglione con cui la banca è presenta a Expo 2015. La camiceria è infatti una delle 400 aziende portatrici dei valori del Made in Italy a cui il gruppo ha offerto una vetrina per farsi conoscere nell’ambito dell’iniziativa “Ecco la mia impresa”.
UNA SFIDA IMPRENDITORIALE
Quella della camiceria Xacus è la storia di un’intuizione, di una sfida. Quella di un artigiano, Alberto Xoccato, che in un’Italia immersa nella ricostruzione del dopoguerra prova a dar vita a un progetto che in poco tempo trasforma una bottega in una delle prime aziende di moda del Nord- Est. È il 1956 e la prima collezione viene realizzata da dieci sarte della zona di San Vito di Leguzzano, alle porte di Vicenza. In quasi 60 anni l’azienda, che chiuso il 2014 con un giro d’affari intorno ai 15 milioni di euro e una crescita del 20% sullo scorso anno, ha saputo cucire insieme esigenza di sperimentazione e novità e cura quasi maniacale del dettaglio e della lavorazione. Internazionalizzando, partendo dagli Usa e sbarcando poi su tutti i mercati mondiali, invece di chiudersi. Innovando, senza arroccarsi o sedersi su quanto realizzato. Un marchio che oggi è sinonimo della camicia ben fatta e artigianale, con quasi 200 articoli suddivisi tra differenti tessuti, modelli e vestibilità, e un’infinità di possibili personalizzazione. Ma, con l’acquisizione del brand Andrea Zori, si è aperta anche ad accessori in pelle, cinture, scarpe e borse e sta potenziando la linea femminile.
LA CAMICIA SU MISURA
Un artigianalità che ha saputo sfruttare le potenzialità della rete e intuire che i clienti non vogliono più essere solo destinatari di un prodotto, ma vogliono avere un ruolo attivo nella creazione del capo dei loro sogni. Xacus ha risposto con il progetto My Concept, che consente al committente di utilizzare un software per costruirsi la camicia pezzo unico e su misura combinando centinaia di tessuti diversi, decine di modelli di collo, polso e taschino, oltre alla possibilità di avere una pochette cucita a mano abbinata e bottoni eco-compatibili in madreperla o con l’incisione del nome del cliente. La creazione viene poi recapitata a casa o in ufficio o si può ritirare nei punti vedita italiani e esteri. Una sfida che sembra pagare.
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