Milano
Milano piace sempre più, ai suoi abitanti
La nuova indagine sulla qualità della vita a Milano, giunta ormai alla sua sesta edizione ed effettuata annualmente dai miei studenti di Comunicazione e Società della Statale meneghina, ribadisce l’ottimo giudizio che i cittadini hanno della propria città. Se possibile, e nonostante le tristi vicende pandemiche, un giudizio perfino migliore dei precedenti. Perché, se aumenta ancora la quota degli intervistati che giudica positivamente la qualità della vita della zona in cui risiede (oltre l’85%), alcune delle ombre che ne minavano la piena soddisfazione appaiono oggi in deciso regresso.
In particolare, la percezione sia della sicurezza che dell’integrazione degli immigrati nel tessuto cittadino vede, per entrambi i temi, un significativo incremento di oltre dieci punti percentuali rispetto al passato. Il problema della sicurezza in città ottiene quasi il 70% di valutazioni positive, mentre quello dell’integrazione, pur rimanendo in parziale sofferenza, vede i giudizi positivi incrementarsi nettamente, dal 43% di due-tre anni fa all’attuale 58%.
Che il “sistema Milano” funzioni egregiamente lo si comprende soprattutto andando a verificare quali siano le tematiche che ottengono i risultati peggiori, in termini di soddisfazione della popolazione residente, tematiche che, per quanto importanti, non sono certo fondamentali per un quadro complessivo sulla qualità della vita milanese. I giudizi meno lusinghieri riguardano infatti: la mancanza di adeguati stimoli e iniziative culturali, soprattutto nelle periferie; la mancanza di luoghi idonei per lo svago ed il tempo libero, ancora nell’area più periferica; la manutenzione del manto stradale. Questi tre elementi sono gli unici che ottengono – sia pur di poco – un maggior numero di giudizi negativi, nell’ordine del 55%, rispetto al 45% di valutazione positive.
Se queste sono le principali negatività nel pensiero dei meneghini, non è troppo illogico arrivare alla conclusione che gli abitanti del capoluogo lombardo pensino alla propria città come un piccolo paradiso in terra, dove tutto (o quasi) funziona bene, o molto bene.
Quali sono le eccellenze, dunque?
Accanto alle occasioni occupazionali, che non destano se non limitate preoccupazioni a causa delle conseguenze del Covid, è il giudizio sulla qualità dei trasporti e dei collegamenti con i mezzi pubblici, da una parte, e la capillarità della dotazione di offerta commerciale, dall’altra, che rasentano la perfezione, con una quantità di valutazioni positive vicine al 90%. Leggermente distaccati, in questa speciale classifica, i giudizi sul verde pubblico, sui luoghi di associazione e di attività sportiva, sul “buon vicinato” e sulle interazioni con il proprio territorio, una sorta di città in 15 minuti, oltreché come si è detto la diffusa percezione di sicurezza e di positiva integrazione che offre la città anche in ciascuno dei differenti quartieri della metropoli.
Quest’ultimo elemento è certo il più sorprendente, considerando il fatto che Milano è, tra le grandi città italiane, quella maggiormente “invasa” da cittadini provenienti da ogni parte del mondo. La quota di residenti stranieri, ormai milanesi d’adozione, è vicina al 20%, più del doppio della media italiana, pari quindi ad un quinto della popolazione complessiva, molto più che a Roma, ferma al 12%, o a Napoli, intorno al 5%.
Stranieri che hanno saputo integrarsi talmente bene che è proprio il loro il giudizio più entusiasta per quanto riguarda la qualità della vita in città (valutazioni positive oltre l’85%) e per tutti gli elementi qui considerati.
Buona infine la valutazione dell’operato del neo-rieletto sindaco Beppe Sala, che viene ben giudicato anche da una fetta importante dell’elettorato di opposizione, oltre il 30% degli elettori di centro-destra e dei 5 stelle, accanto alla positiva valutazione dei molti astensionisti delle ultime consultazioni cittadine e all’ottimo giudizio di chi l’ha votato. Che il progressivo miglioramento di Milano sia anche merito suo, o che egli sia riuscito comunque ad assecondare un processo positivo che contraddistingue il capoluogo lombardo, non è ovviamente dato sapere. Rimane il fatto indiscusso che il “sistema Milano” pare sia ripreso a funzionare e che quasi nessuno, tra i suoi abitanti, pensa di andarsene da questo luogo “benedetto”.
Università degli Studi di Milano
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