Milano
Basilio Rizzo: «Milano Next, una liberalizzazione dei trasporti poco liberale»
A maggio è arrivata un po’ come un fulmine a ciel sereno, in piena discussione sugli aumenti delle tariffe, la notizia di una lettera con cui il consorzio Milano Next (ATM, A2A, Busitalia, Hitachi Rail, IGP Decaux e Commscon) ha chiesto al Comune di Milano l’affidamento del servizio di trasporto pubblico locale per Milano (ma sarebbero coinvolte anche Monza, Pavia e Lodi). Un piano di cui al momento si conoscono solo i dettagli che sono stati fatti trapelare a spizzichi, perché al momento è secretato e perché, come ci racconta Basilio Rizzo, consigliere comunale e figura storica della sinistra milanese, pur essendo stato presentato da due società a controllo publico, di cui una al 100% del Comune, il sindaco Sala dice di aver saputo dell’arrivo di questo progetto, ma di non conoscerne i contenuti. L’ultimo spizzico, pubblicato da IlGiorno260719, è che gli altri cinque soci di ATM nell’operazione insieme totalizzaerebbero solo il 16% delle quote, il che pone ulteriori interrogativi sul segno dell’iniziativa.
Partiamo dai tempi. Quali sono le scadenze?
Entro tre mesi dalla richiesta presentata dal consorzio il Comune deve esprimere un parere sull’interesse pubblico della proposta. Si tratta di capire se per calcolare i tre mesi si partirà dalla data in cui è stata spedita oppure da quella in cui è arrivata, in ogni caso entro agosto, probabilmente entro la metà di agosto, il Comune dovrebbe rendere noto il proprio parere. Da quel momento partirà un iter che non dovrebbe durare moltissimo, anche perché l’affidamento del trasporto pubblico ad ATM scade alla fine del 2020.
Quale organo del Comune si esprimerà?
Al momento il progetto è al vaglio degli uffici tecnici. Una volta acquisite le loro valutazioni a esprimersi sarà la giunta o forse la commissione ad hoc che il sindaco Sala ha costituito quando è arrivata la proposta. A quel punto dovrebbero consegnarci i documenti che contengono i particolari del progetto, documenti che come consigliere comunale ho chiesto da tempo, visto che il Comune siamo anche noi.
E cosa ti hanno risposto?
Mi hanno detto che la consegna è ‘differita’, perché la procedura che stanno seguendo equivale a una procedura di appalto e segue regole analoghe, per cui il materiale verrà messo a disposizione solo dopo che si è esaurito il primo step.
Per questo hai denunciato un problema di trasparenza.
Certo, perché almeno una delle aziende che fa parte di Milano Next, è controllata dal Comune al 100%. Il sindaco Sala e l’assessore competente ci dicono: ‘Noi sappiamo solo che sono arrivati dei documenti ma non li abbiamo visti’. Ma è possibile che un sindaco attento come Sala, a cui non sfugge mai nulla, possa sopportare che il presidente di una società al 100% del Comune faccia una mossa del genere senza neppure avvisarlo?
Un aspetto singolare dell’operazione è l’utilizzo del project financing. Finora in Italia la privatizzazione del trasporto pubblico locale è avvenuta secondo lo schema: io, ente pubblico, do a te, privato, la gestione del servizio e i fondi relativi. Qui invece si applica uno schema in cui il privato dovrebbe mettere i soldi, ma così il suo obbligo, almeno formale, di rispondere del suo operato al Comune rischia di essere molto ridimensionato.
Intanto il primo aspetto da sottolineare è che in questo modo i privati incasseranno direttamente i soldi dei biglietti e quello che io ho sostenuto nelle scorse settimane è che l’aumento delle tariffe approvato da poco equivale ad aver loro apparecchiato la tavola. Poi c’è l’aspetto che dicevi tu. La mia opinione, che ho chiesto ad alcuni legali di verificare, è che l’utilizzo del project financing in questo caso sia improprio, perché si tratta di un metodo nato per essere impiegato quando devi costruire un’opera.pubblica. In quel caso usi il project financing: il privato ci mette i soldi e poi li recupera con gli introiti derivanti dalla gestione. Ma qui si tratta di gestire un servizio, che verrebbe affidato senza neanche bandire una vera e propria gara. Perché, se è vero che una volta dato il via libera al progetto verrà comunque fatto un bando, col project financing il promotore del progetto, in questo caso Milano Next, ha diritto di prelazione. Loro ovviamente giustificheranno tutto dicendo che usano il project financing perché nel progetto rientra anche la realizzazione di nuove infrastrutture, cioè che non si tratterà solo di gestire l’esistente.
Quindi, qual è la tua opinione?
Io sono perché il servizio venga gestito in house. Il trasporto per me è un bene comune e come tale va gestito dal pubblico. Ma, se vogliono fare davvero i liberali, che almeno facciano una gara vera. Invece cosa capita? Società del Comune e società private che, guarda caso, producono vagoni ferroviari, fanno servizi di smart mobility e vendono spazi pubblicitari, presentano un progetto al Comune stesso, che dice di non saperne nulla e poi, se esprimerà parere favorevole, affiderà il servizio senza passare attraverso una vera gara.
Il DG Giana però ha dichiarato davanti a un’assemblea di lavoratori che ATM manterrà l’84% del capitale e quindi il controllo pubblico sarà garantito.
Mi pare che ciò confermi che si tratta di un modo furbesco per aggirare una vera gara, appunto, blandendo i lavoratori con la prospettiva di assicurare la continuità lavorativa. Ma mi senbra un metodo un po’ troppo sfacciato per reggere a eventuali ricorsi.
A proposito, i sindacati confederali hanno già dato il via libera all’operazione. Sull’altro versante è nato un comitato per l’ATM pubblica in cui ci sono alcuni sindacati di base, ma com’è il clima tra i lavoratori? Di recente pare che dai giovani neoassunti e dai macchinisti della metro siano venuti alcuni segnali di vivacità sul piano sindacale. Voi avete un’interlocuzione con questi lavoratori?
Il Comune fa uso di una macchina propagandistica molto efficace e gode di autorevoli sponde, che tu hai citato. Rispetto a questa operazione il messaggio che stanno veicolando tra i lavoratori è che siccome, come dicevo all’inizio, alla fine del prossimo anno il contratto di servizio con ATM scadrà, questa operazione Milano Next è l’unico modo per avere la certezza che ad ATM venga rinnovato l’affidamento della gestione del servizioe che vengano tutelati i posti di lavoro, i contratti ecc. I sindacati di base, che sostengono la gestione in house, si stanno dando da fare ed è vero che, come dicevi, dai neoassunti arrivano segnali interessanti. Ora si tratta di capire bene come va a finire il primo passaggio e quali saranno i dettagli del piano. A quel punto sarà più chiaro come muoversi.
Allarghiamo lo sguardo. Quanto questa operazione rientra in modello amministrativo fondato sull’idea della città vetrina, coi grandi eventi, i grattacieli e gli affitti e i prezzi della case che balzano alle stelle? La città dell’EXPO e delle olimpiadi invernali, per intenderci…
Delle olimpiadi invernali a Sala, a mio avviso, interessa solo che ci sia la scritta Milano. Per il resto durano 15 giorni e il trasporto pubblico non so quanto possa entrarci. Però è vero che nell’idea che Sala ha di Milano i grandi eventi pesano molto. Ma è una visione che ha un limite con cui prima o poi bisognerà fare i conti e cioè che dopo l’EXPO nel 2015 e le olimpiadi invernali nel 2026 sarà difficile che qui per un po’ – diciamo vent’anni? – continuino ad arrivare altri grandi eventi internazionali, anche perché non credo che le altre città siano disponibili a lasciare tutte le occasioni a Milano.
Parliamo dell’EXPO. Che cosa ci ha guadagnato Milano?
Io parto dai dati finanziari. La società di gestione ha chiuso bilancio in pareggio, il che significa che ha fatto delle spese per un miliardo e mezzo di euro e le ha pagate con un miliardo e mezzo di euro di soldi pubblici che ci ha messo lo Stato, cioè che ci abbiamo messo noi.
Ma questi soldi non hanno prodotto sviluppo?
Certamente, ma i dividendi di questa operazione sono finiti nella tasche di un numero molto limitato di soggetti. Penso ai grandi operatori immobiliari e al settore della ristorazione e dell’accoglienza, su cui, tra l’altro, sarebbe interessante indagare per capire qui a Milano chi lo controlla. Ai milanesi in generale l’EXPO non ha cambiato la vita.
L’intervista è tratta dalla newsletter di PuntoCritico.info del 26 luglio 2019
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